Luca Liverani, Avvenire 5/12/2012, 5 dicembre 2012
GIOCO ILLEGALE, 49 CLAN SI SPARTISCONO 10 MILIARDI
È di fatto il ’quattordicesimo’ concessionario occulto dei Monopoli di Stato. Se il gioco d’azzardo legalizzato è gestito in Italia dalle tredici aziende che su licenza dell’Aams nel 2011 hanno gestito giocate per 79,9 miliardi di euro, altri 10 miliardi almeno sono quelli del business illegale. «Benvenuti ad Azzardopoli, il Paese del gioco d’azzardo, dove, quando il gioco si fa duro, le mafie iniziano a giocare»: Libera punta l’obiettivo sulla zona grigia, su quel mercato clandestino delle scommesse e dell’azzardo che si colloca accanto - o a volte dentro - quello legale e trae forza e guadagni dalla crescita esponenziale del mercato ’in chiaro’. Ecco Azzardopoli 2.0, il dossier di 142 pagine curato da Daniele Poto per il cartello di associazioni antimafia. Dove girano soldi c’è quantomeno la possibilità di riciclare denaro sporco.
Sono ben 49 i clan che gestiscono i «giochi delle mafie». A questi tavoli verdi sono seduti a fare da biscazzieri nomi noti: dai Casalesi di Bidognetti ai Mallardo, dai Santapaola ai Condello, dai Mancuso ai Cava, dai Lo Piccolo agli Schiavone. Ben dieci le procure della Repubblica, direzioni distrettuali antimafia, che nell’ultimo anno hanno svolto indagini nel settore: Bologna, Caltanissetta, Catania, Firenze, Lecce, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria e Roma. Nel 2010 in 22 città sono state teatro di indagini e operazioni di polizia con arresti e sequestri.
Classica operazione criminale è l’installazione di slot machine e videpoker. Nel 2011 un’inchiesta del pool di Ilda Boccasini ha accertato che il clan Valle-Lampada aveva piazzato 347 macchinette mangiasoldi in 92 locali di Milano e provincia, con ricavi tra i 25 e i 50 mila euro al giorno. Falsi ovviamente i dati trasmessi ai Monopoli. Una volta scoperte, la sanzione dell’Amms in questi casi è di mille euro al giorno. Per il clan pagare un mese di sanzioni, cioé 30 mila euro, è l’incasso di un solo giorno. Nel settore del gioco nel 2012 la Guardia di Finanza ha riscontrato 6.295 violazioni, denunciate 8 mila persone, sequestrati 3.746 videogiochi irregolari e scoperto 1.918 punti di raccolta scommesse non autorizzati o clandestini (più 165% rispetto al 2009). In totale si stima che oltre il 9% dei beni sequestrati ai clan riguardino agenzie di scommesse e sale giochi.
Non c’è settore che non sia a rischio di infiltrazioni. Il mondo del calcio scommesse ad esempio da solo vale oltre 2,5 miliardi di euro. Nelle corse ippiche la criminalità può occuparsi della gestione delle corse con accordi occulti tra le scuderie, con minacce verso i fantini, col doping sui cavalli. Le sale gioco poi sono spesso usate per adescare persone bisognose di soldi, che diventano vittime dell’usura. Da segnalare la pratica dell’acquisto da parte dei clan dei biglietti vincenti di Lotto, SupeEnalotto e Gratta& vinci. Il crimine paga, subito e di più: per un tagliando da 1.000 euro ne offre 1.050. Beneficenza? No, servono per esibirli alle forze di polizia, in caso di richiesta di sequestri di beni e attività commerciali. Con quali soldi hai comprato la Ferrari o il supermercato? Con quelli vinti al gioco: ecco i tagliandi vincenti. Un escamotage , dice Libera, inattaccabile dal punto di vista giuridico. E in alcune aree del Paese non sembra difficile individuare i giocatori fortunati per proporgli l’acquisto maggiorato: molti lo sanno già e si presentano a chi di dovere spontaneamente. Altri vengono segnalati dai gestori delle rivendite o dai titolari delle agenzie di scommesse. Conviene: le mafie pagano sull’unghia e con gli interessi.
A dimostrare quanto sia labile il confine tra azzardo legalizzato e illegale sta anche l’inchiesta di maggio- ottobre 2011 dell’allora questore di Roma Francesco Tagliente. Dalle ispezioni su 71 sale da gioco sulle 200 ospitate nella Provincia, il 74% di quelle controllate non era in regola con la legge. I gestori gestivano le possibilità di vincita per incentivare i giocatori o spingerli in braccio agli usurai.