Luigi Grassia, TuttoScienze, La Stampa 5/12/2012, 5 dicembre 2012
A CAPOFITTO NEL LAGO ANTARTICO
Va bene andare a cercare la vita su Marte o su altri oggetti del sistema solare, ma può esserci molto da scoprire anche qui da noi sulla Terra. Per esempio dalle parti del Polo Sud, sotto la superficie ghiacciata dell’Antardide, si trova la bellezza di 360 laghi completamente isolati dal resto del mondo, tagliati fuori da tutto, perché sopra di loro c’è una coltre di ghiaccio spessa molti chilometri e del peso di milioni di tonnellate. In pratica è come se quelli fossero 360 pianeti extraterrestri da esplorare. L’acqua liquida di quei 360 laghi sta là sotto da centinaia di migliaia o anche da milioni di anni, cioè da quando la vita sul pianeta Terra era completamente diversa da quella di oggi. Domanda: se andassimo a curiosare, troveremmo degli organismi viventi? E come sarebbero questi organismi, dopo milioni di anni di evoluzione indipendente da tutto il resto del globo terracqueo?
Le domande non sono retoriche, perché il prossimo mercoledì una squadra di scienziati e di tecnici britannici perforerà la corazza di ghiaccio, spessa tre chilometri, che sigilla il lago Ellsworth in Antartide. Al momento al Polo Sud è estate e quindi è il momento giusto per operare. Ma come si trivellano 3 chilometri di ghiaccio? Semplice: usando l’acqua calda.
L’apparato comprende un tubo lungo più di 3 chilometri, flessibile ma fatto di un materiale così resistente da impedire che si laceri sotto il suo stesso peso. Dentro verrà pompata acqua calda, anzi caldissima, a 90 gradi (solo 10 meno dell’ebollizione), che man mano scioglierà il ghiaccio e penetrerà nella coltre che copre il lago Ellsworth. «Nessuno ha mai scavato così in profondità usando l’acqua calda», dice Matt Mowlem del Centro oceanografico di Southampton. Si pomperà acqua distillata per non introdurre germi nel lago vergine. Un irraggiatore a ultravioletti sterilizzerà il tunnel. Dopo lo scavo una sonda raccoglierà campioni d’acqua e di sedimenti (il lago è profondo 150 metri).
Ma è davvero possibile che là sotto si trovi la vita? Sì, è possibile. I laghi sotto la coltre ghiacciata dell’Antartide si formano in corrispondenza di calore che esce dal sottosuolo. Il calore scioglie una parte del ghiaccio e crea un’ampia nicchia liquida, dove la vita, in teoria, può svilupparsi. Certo laggiù è buio pesto e la pressione è fortissima, eppure conosciamo già parecchi esseri viventi (detti «estremofili») che tirano a campare in ambienti estremi: posti gelidi o il fondo degli abissi oceanici o fanghi bollenti o l’interno delle rocce. Andando a curiosare in Antartide speriamo anche di farci un’idea della possibilità che la vita si sviluppi sotto le coltri ghiacciate di pianeti o di satelliti gelidi, ma per altri versi promettenti, come la luna Europa di Giove. Quindi, tutto sommato, quella di mercoledì sarà anche una passeggiata nello spazio.