Carlo Nicolato, Libero 4/12/2012, 4 dicembre 2012
CASE REQUISITE ALLE BANCHE PER SALVARE I POVERI DAL FREDDO
[Il ministro francese dà tempo fino a fine anno agli istituti privati e religiosi per mettere a disposizione le abitazioni sfitte. Poi interverrà lo Stato] –
La crisi in Francia è più dura di quanto si credesse: almeno 3 milioni e mezzo di persone, secondo i dati della Fondazione Abbè Pierre, hanno problemi di casa, nel senso che non riescono a pagare l’affitto e rischiano di finire per strada. Quelli che in strada già ci sono, ovvero i senzatetto, sono circa 133 mila. Ma sono numeri provvisori, si riferiscono all’anno scorso e nel frattempo la situazione non ha fatto che peggiorare. Tanto che ora il ministero dell’Uguaglianza dei territori e della Casa lancia l’allarme e annuncia che con l’emergenza invernale lo Stato potrebbe essere costretto a requisire case sfitte e vuote per dare un tetto ai bisognosi.
La situazione, denuncia la ministra Cécile Duflot in un’intervista a Le Parisien, per numeri e gravità ricorda quella dell’inverno del 1954, quando proprio lo stesso Abbè Pierre fu costretto a lanciare un appello da Radio Luxembourg perché la gente aprisse le case e le istituzioni i loro refettori per dare un riparo alla gente che in strada stava morendo di freddo. Il fatto grave, fa notare il ministro, è che stavolta tra i senzatetto ci sono anche le famiglie travolte dalla crisi, le donne e i bambini, la classe media che ha perso lavoro, ed è molto probabile che non basteranno i 50 milioni stanziati in più dal governo rispetto al preventivato, né i 19 mila letti messi a disposizione. È per questo che la Duflot si appella a tutte le persone giuridiche perché mettano a disposizione, con le buone o con le cattive, i loro edifici sfitti. Qualcuno già parla di “esproprio proletario” ma, assicura il ministro, in tutto questo non c’è nessuna posizione ideologia, solo buon senso: «Non è una minaccia, solo un modo per rispondere all’emergenza. E se fosse necessario, siamo disposti anche a requisire [una legge del ’45 lo permette], così come avevano fatto De Gaulle e poi Chirac» tra il 1995 e il 1996, quando misero le mani su 1200 edifici di proprietà di assicurazioni e banche.
Nomi che dovrebbero convincere anche la destra, anche se le requisizioni di case vuote a persone giuridiche private potrebbe significare un pericoloso precedente nella direzione già indicata dalle supertasse ai ricchi introdotte dal presidente Hollande. E anche se tra i destinatari dell’invito c’è la Chiesa che, come dice il ministro, fa parte a tutti gli effetti della società civile: «Mi risulta che ci siano diversi edifici vuoti che fanno capo all’Arcivescovo di Parigi, ho scritto loro per consigliare come utilizzare quelle case nel migliore dei modi».
Sebbene il ministro insista nel chiedersi perché mai non debba condividere gli stessi ideali di solidarietà del governo francese, per la verità la Chiesa è l’unica istituzione che finora ha risposto all’appello rivelando che, sotto l’egida del Soccorso Cattolico, da cinque anni sono già attive nella sola area di Parigi 26 parrocchie «per fornire cibo e rifugio ai senzatetto ». Ma si tratta di numeri irrisori: 200 persone ospitate all’anno di fronte alle centinaia di migliaia prospettate dalla fondazione Abbé Pierre. Mentre ancora tacciono banche e assicurazioni, proprietarie nell’Île-de-France di diverse migliaia di appartamenti molti dei quali sfitti. «Hanno tempo fino alla fine dell’anno» dice la Duflot, poi si passerà alle requisizioni con il plauso della sinistra e della parte sociale della destra.
L’altra destra, quella più moderata, per il momento sta a guardare. Fillon e Copé sono troppo impegnati a farsi la guerra all’interno del partito, ma gran parte degli elettori pensa che comunque è sempre meglio Cécile Duflot di Nora Berra, sottosegretaria alla Salute nell’ultimo governo di centrodestra: impossibile dimenticare quando, durante l’ultima ondata di gelo a febbraio scorso, la sottosegretaria raccomandò ai senzatetto di «non uscire di casa».