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 2012  dicembre 04 Martedì calendario

CHI SI PRENDE LA7? FORSE BEN AMMAR

[Oggi l’amico di B. annuncia il suo interesse. ma la vendita per Telecom è sempre più difficile] –
Quella di ieri doveva essere una giornata di svolta per la vendita di La7, invece si è conclusa con una nuova impennata di caos, i cui effetti si potranno vedere questa mattina in Borsa.
Ieri Mediobanca - contemporaneamente primo azionista di Telecom Italia e consulente per la vendita - doveva consegnare al gruppo telefonico le offerte definitive, quelle vincolanti, da parte dei quattro contendenti che finora hanno manifestato interesse per la ex Telemontecarlo: il fondo Clessidra di Claudio Sposito; Cairo Communication (concessionaria di pubblicità di La7); H3G, la holding che controlla 3 Italia; infine gli americani di Discovery Channel.
EBBENE, IERI SERA le uniche notizie sulla vendita di La7 erano affidate a queste indiscrezioni dell’agenzia Ansa: “Non tutti sarebbero disposti ad andare avanti. Discovery, secondo indiscrezioni, si sarebbe ritirata, Clessidra era al lavoro per consegnare l’offerta ma, per quanto sorprendente, potrebbe aver fatto un passo indietro all’ultimo minuto. Cairo e H3G restano anche loro nell’ombra”. Il piatto piange, come dice l’Ansa.
Poi, fortunata coincidenza, si fa per dire, cominciano a circolare le voci più birichine. La più colorita nasce dalla curioso invito per una conferenza stampa che sarà tenuta oggi a Milano dal finanziere e produttore cinematografico e televisivo tunisino Tarek Ben Ammar. Nell’invito c’è scritto che “annuncerà di aver trovato un partner internazionale, oltre al socio TF1, pronto ad investire nei media in Italia”, proposito non generico, visto che, secondo l’Ansa, “rappresenterà l’inizio di una serie di acquisizioni strategiche in Italia”. Nientemeno. E subito comincia a circolare la voce che Ben Ammar potrebbe aver messo in piedi tutto questo per puntare proprio a La7. Ciò che utilmente potrebbe sostenere le precarie sorti borsistiche del titolo Telecom Italia Media, la subholding che contiene La7.
RIASSUMENDO, questo è lo schema di gioco: Mediobanca, azionista forte di Telecom Italia , ha da tempo ingiunto al presidente Franco Bernabè di liberarsi del suo giocattolo televisivo, per mettere in cassa 500 preziosi milioni di euro; Bernabè ha affidato a Mediobanca la vendita di La7; Mediobanca sembra aver portato a casa offerte deludenti; al disamore degli aspiranti acquirenti sembra aver contribuito il peggioramento della performance televisiva (La7 chiuderà il 2012 con perdite nuovamente in crescita dopo anni di miglioramento); Bernabè fa fuori il vecchio sodale Gianni Stella, detto “er canaro”, che doveva portare La7 in gran spolvero all’appuntamento con la vendita e invece è accusato di aver fatto crescere solo i costi (lui che ha fama di grande tagliatore); i potenziali acquirenti notano che il contratto per la pubblicità con Urbano Cairo è fatto in modo tale che ogni aumento della raccolta premia più la concessionaria che la tv che si sta svenando per alzare gli ascolti; Bernabè fa sapere che non venderà a qualsiasi prezzo, e affida la vendita al nuovo direttore finanziario di Telecom Italia, Piergiorgio Peluso, appena arrivato e quindi messo in condizione di doversi studiare da zero un dossier che Stella conosceva fin nelle virgole.
IN TUTTO QUESTO Ben Ammar, nella sua doppia veste di consigliere d’amministrazione di Mediobanca e consigliere d’amministrazione di Telecom Italia, è la persona giusta attorno alla quale cucire su misura (magari a sua insaputa, e fingendo di non vedere il gigantesco conflitto d’interessi) un abitino di voci adatte per coprire con un polverone le difficoltà della vendita di La7. E magari per dare tono all’andamento in Borsa del titolo Telecom ItaliaMedia.