Nino Materi, il Giornale 1/12/2012, 1 dicembre 2012
Il paese dov’è obbligatorio dire «grazie» - Se è vero - come sosteneva Mark Twain - «che la buona educazione consiste nel nascondere quanto bene pensiamo di noi e quanto male degli altri », allora il sindaco francese di Lhéraule è uno che pensa benissimo di sé e malissimo del prossimo
Il paese dov’è obbligatorio dire «grazie» - Se è vero - come sosteneva Mark Twain - «che la buona educazione consiste nel nascondere quanto bene pensiamo di noi e quanto male degli altri », allora il sindaco francese di Lhéraule è uno che pensa benissimo di sé e malissimo del prossimo. La sua idea di fissare «per legge» il comportamento civico degli ospiti di Lhéraule, paesino dell’Oise (dipartimento francese della regione della Piccardia) è proprio una prova di gran maleducazione. L’educazione imposta per «decreto» sa tanto infatti di presa per i fondelli. Soprattutto quando non si hanno gli strumenti per far applicare la «norma».Chi è che decide infatti l’indice di educazione di monsieur Tiziò , monsieur Caiò o monsieur Semproniò ? Il sindaco di Lhéraule, Gerard Plée (cognome che sembra una boccaccia), è riuscito invece nel miracolo di farsi un po’ di pubblicità (se non è maleducazione questa...) sulle spalle dei suoi compaesani. Come? Inventandosi questa storiella della cittadina demaleducazionalizzata . Fatto che sta che all’ingresso d ogni ufficio il primo cittadino ha fatto affiggere un vademecum bon-ton-iano che prevede l’«obbligatorietà»di dire «grazie» e «buongiorno». Pena «l’espulsione» dal paese. Boom! In attesa che tutti si salutino affabilmente, il sindaco un obiettivo l’ha già raggiunto: in pochi giorni è diventato una star planetaria. I media lo stanno letteralmente assalendo per sapere come gli sia venuta l’idea di rendere la «gentilezza un dovere». E mica a chiacchiere ma mettendola, addirittura, nero su bianco. Il «regolamento» fa bella mostra di sé sulla porta del Comune con tanto di dedica all’attenzione di quelli che si sentono «eternamente insoddisfatti, rancorosi, perseguitati, scontrosi e altro ». L’articolo 1 spiega che gli abitanti del paese sono tenuti a osservare le norme sociali in materia di gentilezza e cortesia; mentre l’articolo 2 avverte che chi non lo fa sarà immediatamente invitato ad andarsene. Quali sono queste regole? «Dire buongiorno quando si arriva, arrivederci quando si va via, per favore e grazie quando si chiede e si ottiene qualcosa ». L’articolo numero 3 elenca addirittura le «legittime » eccezioni: per esempio per cause «di forza maggiore» la maleducazione potrebbe essere perdonata. In altre parole: se ci si presenta alla polizia per raccontare di un grave incidente, non è necessario dire buongiorno se intanto le vittime in strada stannno morendo. Tutto è partito da un episodio in particolare, in cui una persona si è presentata negli uffici pubblici e ha trattato gli impiegati come «dei cani». Una sola volta è stata sufficiente per decidere di intervenire, ha pensato il sindaco dopo aver saputo l’accaduto. E sembra che gli utenti della Rete gli diano ragione. «I tre quarti dei commenti sono di approvazione- nota affaritaliani. it - . La legge naturalmente è soprattutto una provocazione, perché ancora non è chiaro come il sindaco potrà, di fatto, “cacciare“ i maleducati dal suo paese». Chi ha qualche idea, si faccia avanti. Con la dovuta educazione, ovviamente.