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 2012  dicembre 01 Sabato calendario

Se il banchiere del sindaco fa flop - La Zuppa torna oggi ad occuparsi di Davide Serra, il cosiddetto gol­den boy della finanza londinese che ha organizzato un pranzo elettorale per Matteo Renzi

Se il banchiere del sindaco fa flop - La Zuppa torna oggi ad occuparsi di Davide Serra, il cosiddetto gol­den boy della finanza londinese che ha organizzato un pranzo elettorale per Matteo Renzi. Già sostenemmo co­me fosse ridicolo prendersela tanto con l’abbraccio della finanza. È singolare pe­rò che nessuno si sia occupato del valore della finanza e dunque di questi mitici fondi Algebris, gestiti da Serra, e residen­ti alle Isole Cayman. Certo si tratta di stru­menti piuttosto opachi, ma con un po’ di lavoro ci si accorge che se tutti i golden boy fossero come Serra, addio ai nostri ri­sparmi. Insomma le sue performance so­no da brivido. Ma andiamo per ordine. Alle autorità monetarie delle Isole Cayman risultano iscritte sei licenze Algebris. La prime due risalenti al 19 settembre 2006 (11862 Alge­bris Gl­obal Financials Fund e 11863 Alge­bris Global Financials Fund L. P.) e che ri­guardano il primo grande fondo hedge di Serra. In alcune vecchie presentazioni si sosteneva che fossero stati raccolti circa 1,5 miliardi. Oggi la raccolta, secondo le medesime presentazioni, sembrerebbe scesa a 900 milioni, ma su più fondi. Nel frattempo infatti (oltre a quello armoniz­zato gestito da Morgan Stanley che do­vrebbe valere tra i 30 e i 50 milioni di mas­se gestite) c’è un fondo sui Coco (registr­a­to alle Cayman il 12 agosto del 2011) e un Long only Fund (registrato a maggio del 2011). La registrazione alle Cayman rende le informazioni sulla consistenza dei fondi e i suoi attivi e disinvestimenti molto opa­che. Ovviamente questo discorso vale per tutti gli hedge, numerosissimi, che là risiedono. Per farla breve, secondo quanto ha rico­struito la nostra Zuppa, 1.000 euro inve­stiti dal primo giorno nel fondo Algebris (parliamo di ottobre 2006) al 31 agosto del 2012 si sono ridotti a 775 euro. Un crol­lo del 25 per cento ( al netto delle commis­sioni). I medesimi 1.000 euro, secondo l’indice globale dei fondi hedge HFRX,sa­rebbero dovuti invece calare a 902 euro e per l’indice HFRI (un altro indice tra i più usati nell’industria degli hedge)sarebbe­ro dovuti addirittura crescere a 1.217 eu­ro. Insomma il fondo di Serra non solo ha perso in poco più di cinque anni il 25 per cento, ma ha fatto molto peggio dei suoi concorrenti sul mercato. Andiamo a con­trollare nel dettaglio. Il primo anno di vita (pochi mesi del 2006)l’Algebris Global Fi­nancials ha guadagnato il 7 per cento e l’anno dopo ha fatto un exploit del 50 per cento. Iniziano poi i guai: nel 2008 chi avesse investito nel fondo di Serra avre­b­be perso il 31 per cento e nel 2011 avrebbe visto polverizzati i propri risparmi del 47 per cento. Un’ecatombe. Un fondo hed­ge che perde quasi metà del suo valore è un brutto biglietto da visita. Anche consi­derando il fatto che questo genere di fon­di ( speculativi appunto) non hanno i vin­coli dei fondi comuni e dunque possono anche scommettere sul crollo del merca­to (come alcuni fecero) e dunque alla fi­ne guadagnarci. La sintesi è che in sei anni chi avesse in­vestito con Algebris avrebbe perso un quarto del suo capitale. È forse per que­sto motivo che il finanziere londinese lan­ciò due nuovi prodotti. Uno dei quali,l’Al­gebris Credit Coco Fund, è stato recente­mente celebrato anche dal Financial Ti­mes per le sue performance. Esso investe in complicati strumenti di finanziamen­to di cui oggi le banche sono avide. Il fon­do nei primi nove mesi del 2012 ha fatto segnare un incremento di valore del 44,2% (sempre al netto delle commissio­ni). Ottimo dunque. La fotografia cam­bia se si prende in considerazione anche il suo primo anno di vita: nel 2011 il mede­simo fondo ha perso il 25 per cento del suo valore. Dunque per essere corretti e razionali si può solo dire che dalla sua na­scita ad oggi il fondo ha reso l’8,19%. Se­condo indiscrezioni di mercato avrebbe raccolto tra i 100 e i 150 milioni di euro (so­no numeri che debbono essere presi con prudenza). Ma se così fosse i 10 milioni in­vestiti dalla Fondazione che controlla la ex Cassa di risparmio di Firenze, non sa­rebbero gran cosa per l’ente, ma un buon ticket per Serra. A proposito di investito­ri. Intesa (il cui ex leader Corrado Passera ha recentemente difeso l’uscita politica di Serra) acquisì negli anni scorsi una quota dei fondi Algebris. Contattati dalla Zuppa dicono oggi che non danno i detta­gli dei loro investimenti.