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 2012  novembre 30 Venerdì calendario

Come scoprire un bugiardo? Mentre mangia la carbonara - Fra le altre cose, nella pri­ma pagina del suo libro Roberta Schira promette che insegnerà a capire se chi ci ha invitato a cena sia l’anima ge­mella e a smascherare un bugiardo man­g iando una carbo­n ara

Come scoprire un bugiardo? Mentre mangia la carbonara - Fra le altre cose, nella pri­ma pagina del suo libro Roberta Schira promette che insegnerà a capire se chi ci ha invitato a cena sia l’anima ge­mella e a smascherare un bugiardo man­g iando una carbo­n ara. L’aspetto più interes­sante è che le due circostan­ze­possano coin­cidere, visto che­è proprio la tesi del suo libro, Il nuo­vo bon ton a tavola e l’arte di conoscere gli altri ( Salani editore) ­è di fronte a un piatto e a un bicchiere che l’uo­mo ( e la donna) si rivela­no irresistibilmente, si lasciano andare loro malgrado, perfino i più rigidi e controllati abbassa­no le difese: perché appunto la tavola crea una atmosfera inti­ma e familiare, resuscita l’istin­to e lo apparecchia davanti ai commensali. È una specie di maieutica, solo che non servo­no nemmeno troppe doman­de: la natura e la sovrastruttura si mostrano spontaneamente, senza che si possa frenarle. E perciò conoscere lo «psicogala­teo », cioè che cosa dicono di noi i nostri gesti, le nostre parole, i nostri movimenti non è solo uti­le a decodificare gli altri: serve anche a tentare di salvaguarda­re noi stessi ( fra le altre promes­se del libro c’è anche quella di evitare situazioni imbarazzanti con la futura suocera, infatti). Basta osservare come uno tie­ne la forchetta o il coltello (se uno la impugna o addirittura la brandisce, certo mostra aggres­sività e desiderio di dominio); quanto sta curvo sul piatto, un indicatore quasi infallibile del­l’educazione e dell’estrazione sociale; se conosce e rispetta le regole del galateo; se tiene il cel­lulare sul tavolo, o peggio sma­netta sotto la tovaglia (maledu­cazione certa); se sgomita. Ba­sta ascoltare bocconi di parole (per chi volesse organizzare una cena da manuale, il libro elenca anche i «conversatori kil­ler », dalla neomamma fissata al tuttologo, cioè quelli che am­mazzano il piacere della tavola­ta), basta anche solo analizzare come lui o lei ti ha invitato a ce­na. E poi in quattro ore, dalle ot­to a mezzanotte si può già intra­vedere il futuro: se lui o lei sia la persona giusta. Esempi. Lui si avventa sul cibo e lo trangugia senza assaporarlo: si può presu­mere che lo stesso faccia con le relazioni, e i corpi altrui. Se ordi­na per entrambi, senza nemme­no consultare la commensale è un dispotico, ma non è detto che sia il peggio: c’è chi si atteg­gia a critico gastronomico, chi fa il terzo grado al cameriere senza paura di passare per un ossessivo-compulsivo, chi va­ria ogni ingrediente del menu. E che dire di quelle donne che trascorrono la serata a punzec­chiare il piatto con la forchetta, senza addentare nulla e a fissa­re­il resto della sala senza mai in­teressarsi a un discorso: quanto saranno passionali e seduttive, se non sanno godersi il piacere del cibo? Per non dire di chi mal­tratta i camerieri: difficile che meriti una seconda chance. Tutti segnali che dovrebbero mettere in allarme. Un po’ co­me il tovagliolo infilato nel col­lo della camicia o una bella chiacchierata con la bocca pie­na. Il linguaggio del corpo a ce­na raddoppia il suo potere rive­latore: toccarsi i capelli o la cra­vatta, lanciare sguardi, reclina­re il collo, abbassare la voce so­no segnali che non si possono smentire. Ma soprattutto non mente il portafoglio. Se quando apre il menu lui guarda subito verso destra (cioè dove sta il prezzo dei piatti) e al momento di pagare vuole dividere il con­to o ha dimenticato il bancomat non ci sono dubbi: solo certez­ze. Poco raccomandabili, sia in coppia, sia in affari.