Stefano Sansonetti, ItaliaOggi 4/12/2012, 4 dicembre 2012
AFFARE CONSIP PER MARCHINI
[Fatturato da 36 milioni. Grazie alla società del Tesoro] –
In un momento di crisi lo Stato lo ha «aiutato» non poco. Verrebbe quasi da dire che il suo vero affare, negli ultimi anni, si è chiamato e continua a chiamarsi Consip. È proprio dalle gare d’appalto bandite dalla centrale acquisti del ministero dell’economia, infatti, che Alfio Marchini è riuscito a ottenere la maggior parte dei suoi ricavi.
L’imprenditore, che proprio pochi giorni fa ha annunciato la sua candidatura al Campidoglio, ormai da tempo è entrato nei gangli dell’amministrazione pubblica attraverso la Astrim. Si tratta di una società che agisce a 360 gradi nell’ambito dei servizi integrati di gestione immobiliare, che vanno dalla fornitura di energia al facility management. Ebbene, il candidato sindaco di Roma, erede di una dinastia di costruttori tradizionalmente vicini alla sinistra, ha ottenuto con la sua Astrim un fatturato che nel 2010 e 2011 (ultimo anno disponibile) si è mantenuto intorno ai 36 milioni di euro. La cui composizione, si può leggere nell’ultima relazione sulla gestione della società, «evidenzia una forte crescita nel settore energetico a seguito dei maggiori sforzi commerciali operati nel corso dell’esercizio e dell’aggiudicazione di gare Consip». In effetti la società di cui Marchini è presidente nel corso degli ultimi anni ha messo a segno vari colpi «targati» Consip.
Nel 2009, tanto per fare un esempio, si è aggiudicata due lotti di un bando per il facility management che complessivamente valeva 520 milioni di euro. A inizio 2011 ha incamerato ben quattro lotti di un bando per la fornitura di energia alla Pa che valeva in tutto 560 milioni. E nel corso del 2012 Astrim ha vinto un lotto di un superbando che, considerando tutti gli altri lotti, aveva un valore complessivo di oltre 1 miliardo di euro. Il meccanismo è più o meno lo stesso: quando Astrim, prevalentemente in cordata, si aggiudica qualche lotto, firma una convenzione con la Consip, a valle della quale si impegna ad accettare gli ordinativi che arriveranno dalle singole pubbliche amministrazioni.
Che poi i contatti tra Astrim e il settore pubblico si registrano anche nell’ambito di ambiziosi progetti immobiliari. La società presieduta da Marchini, insieme alla Lamaro della famiglia Toti e a Idea Fimit del gruppo De Agostini, è socia di Fintecna (100% Tesoro) nella Alfiere spa. Quest’ultima è la scatola che avrebbe dovuto sviluppare a Roma il progetto della Torri di Renzo Piano, un complesso residenziale con oltre 300 appartamenti, negozi e serre. Le cose, però, stanno andando talmente male che non soltanto il progetto di Renzo Piano è stato praticamente accantonato, ma dal bilancio dell’Astrim emerge la volontà di Marchini di abbandonare l’avventura con Fintecna e soci privati.
Anche perché all’interno dell’Astrim Marchini deve fare i conti con soci di peso. Per esempio con Unicredit, che ha il 31,3% della società. Accanto alla quale, con il 13,5%, troviamo la Ma-Tra Fiduciaria, che attraverso una serie si scatole societarie porta dritta in Svizzera, alla Banca del Ceresio. Per non parlare di un 10% circa in mano alla Colleoni Manufacture, veicolo lussemburghese riconducibile a Gastone Colleoni, che siede nel consiglio di amministrazione dell’Astrim. Ed è anche presidente di quell’Alerion, società attiva nel settore delle rinnovabili, nella quale lo stesso Marchini ha investito negli ultimi anni
Sull’imprenditore romano, peraltro, nel 2010 si è abbattuta anche la scure di Equitalia. La società pubblica di riscossione ha iscritto su alcuni suoi beni un’ipoteca per complessivi 40.800 euro. Il Fisco, si apprende dall’entourage di Marchini, aveva contestato l’utilizzo di alcune agevolazioni fiscali in occasione dell’acquisto di un immobile. Dopo tre gradi di giudizio, spiegano sempre dall’entourage, le ragioni dell’imprenditore sarebbero state riconosciute. E quindi l’ipoteca è stata cancellata.