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 2012  novembre 30 Venerdì calendario

FIRMATO CERIANI

L’uomo dell’esecrato tributo ha una barba da Babbo Natale ma non lo è. Si dirà: non tira aria di renne e di strenne. E poi né il premier che lo ha chiamato né il governo di cui fa parte ha mai avuto questa missione. La barba in questione è sulfurea. Ma in effetti Vieri Ceriani, sottosegretario all’Economia, covata Visco-Bersani, babbo lo è: non del santo Natale ma dell’Imu, la tassa sulla casa. Sì, l’Imu è figlia di Ceriani, è lui il satanasso che ha elaborato l’odiata imposta.

EL CUD Se lo incontrate, occhio: è un modulo Cud, un 740 a forma di uomo, anzi di tecnico. Si racconta che sia una delizia di persona, un tipo alla mano che non se la tira per niente. Ma è uno di quegli esperti nell’ombra che segnano la nostra vita. Non ama le luci della ribalta. Niente a che vedere con il collega sottosegretario Gianfranco Polillo, celeberrimo per non sapersi tenere un cecio in bocca, non ne parliamo se è seduto in un salotto tv.
MARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegMARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpeg

PANE AMARO E’ anche vero che di questi tempi salire alla ribalta non sarebbe nemmeno una grande idea. I contribuenti già pesantemente in bolletta, per i quali la casa è come mamma, non sarebbero raggianti di spezzare il pane con Ceriani e nemmeno una pizza. E come minimo a lui potrebbe venire l’idea di tassare margherite e napoletane. Addirittura? Perché no? Non è stato il ministro della Salute, cioè Renato Balduzzi a lanciare la simpatica idea di un’imposta sulle bollicine ovvero sulle bibite gassate?
MARIO MONTI GIULIO TREMONTIMARIO MONTI GIULIO TREMONTI

BANKITALIA Ceriani plana da Banca d’Italia, stimatissimo esperto di problemi fiscali consultato da Franco Reviglio e Rino Formica, ministri dei governi che furono. Poi il trasloco barba e bagagli alle Finanze al tempo di Vincenzo Visco, un pivello a quanto pare rispetto alla sindrome da tassametro di Ceriani. Passata a miglior vita la legislatura toccata al centro-sinistra, il suddetto finisce nelle braccia di Giulio Tremonti: il ministro-tributarista lo interpella così spesso da affidargli, nell’afflato di Grandi Intese, una delle commissioni preparatorie alla nuova riforma fiscale e assistenziale. Un lavoro luculliano per il nostro che, come quelli di Bankitalia, ha inserito un microchip stakanoviano. Arriva a catalogare 600 fattispecie di agevolazioni fiscali italiane.
VINCENZO FORTUNATOVINCENZO FORTUNATO

ALLE ARMI Ora all’Economia c’è maretta. Con Vincenzo Fortunato, ex capo di gabinetto di Tremonti, in carica tuttora con Vittorio Grilli, hanno incrociato le armi. Fortunato non avrebbe fatto andare avanti la delega fiscale con la dovuta celerità. Sulla manovra fiscale, più che Ceriani, il ministro ha preferito la Ragioneria generale e questo non ha dato al rapporto un tocco da Castore e Polluce. Ma Ceriani conosce il potere: da Visco a Tremonti, che ammirevole civil servant per i fans. Un barbudos dalle vedute molto larghe, per i più maliziosi.
RINO FORMICARINO FORMICA

IL BELLO ADDORMENTATO L’unica volta che ha dato spettacolo è stato in una sessione della commissione Bilancio della Camera durante l’intervento di Francesco Barbato, Idv. Come spesso gli succede, ha chiuso gli occhi più che per riflettere per dormire della grossa. Vicino a lui c’era il leghista Giancarlo Giorgetti in preda a fou rire che faceva segno con il dito di non disturbare il tassatore dormiente. Tra l’altro Ceriani non è stato proprio sollecito nel rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi, è arrivato fra gli ultimi: «Motivi tecnici», ha spiegato. Come, un matrix del par suo? Si può immaginare che, almeno in questo, i contribuenti possano capirlo.