Il Sole 24 Ore 2/12/2012, 2 dicembre 2012
JANNUZZI FRA I POCHI PRECEDENTI ITALIANI, NESSUNO IN EUROPA
Ci sono i notissimi precedenti di Giovanni Guareschi (1954) e Lino Jannuzzi (2004). Ma ci sono anche casi assai meno noti, come quello di Gianluigi Guarino, direttore del Corriere di Caserta arrestato il 10 luglio del 2010 per un cumulo di pene riguardanti l’omesso controllo di alcuni articoli ritenuti diffamatori e condannato alla pena di tre anni e un mese di carcere, poi ridotta, ma che ha comunque fatto scontare 43 giorni di carcere vero. O il caso di Stefano Surace, incarcerato la vigilia di Natale del 2001 per poi tornare ai domiciliari a casa della figlia il Ferragosto dell’anno dopo: il fondatore della rivista "Le Ore" e inviato speciale della rivista Abc, fu condannato per tre articoli che erano stati pubblicati trent’anni prima.
Rari se non inesistenti, invece, casi "alla Sallusti" negli altri paesi fondatori dell’Unione europea. A riprova del fatto che, in effetti, altrove la libertà di stampa e di espressione vengono fortemente associate alle garanzie contenute nella Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e su questo terreno nessuno vuol anche solo rischiare la possibilità di una condanna della Corte di Strasburgo. L’unico caso memorabile di quest’anno è nel Regno Unito, con i nuovi arresti, lo scorso mese di marzo, di Rebekah Brooks, ex direttrice del tabloid "News of the World" di Rupert Murdoch, chiuso il luglio del 2011 dopo le inchieste sulle intercettazioni illecite fatte dal giornale per carpire informazioni riservate da pubblicare in prima pagina su membri della famiglia reale, leader politici e personaggi importanti della business community. Le manette sono scattate nuovamente ai polsi dell’arrembante amministratrice delegata di News International, ma anche del marito e di altri quattro manager del gruppo editoriale, per «ostruzione alla giustizia».
Tornando ai casi nostrani, il più significativo e recente, come detto, è quello di Jannuzzi. Esplose nel 2004, il giornalista doveva finire in carcere per un cumulo di condanne nel corso degli anni: la pena complessiva ammontava a due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione. L’interessato nel 2001 era stato eletto al Senato per Forza Italia. Nel 2002 il tribunale di sorveglianza di Napoli ne aveva disposto l’arresto. Tratto in arresto ai domiciliari fu graziato dal presidente Carlo Azeglio Ciampi.