Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 2/12/2012, 2 dicembre 2012
GRECIA AL TEST DEL BUYBACK
Grecia senza pace in vista del buyback dei bond ellenici che dovrebbe scattare domani: un riacquisto che se dovesse fallire farebbe perdere la quota Fmi alla tranche di aiuti da 30 miliardi su 44 di aiuti complessivi, il cui versamento ad Atene con le casse vuote è previsto il 13 dicembre prossimo. L’Fmi è stato chiaro in proposito: attenderà i risultati del «buyback del debito greco prima di discutere l’approvazione del nuovo programma di aiuti a favore del Paese ellenico», cioè se il buyback fallisce, niente soldi. Un evento che potrebbe congelare anche la quota degli aiuti Ue e riaprire il vaso di Pandora del Grexit, cioè dell’uscita del Paese dall’euro.
La partita vale 62,8 miliardi di euro di valore nominale di 20 tipi di bond ancora in mano ai privati nel 2012 che dovrebbero essere riacquistati a un prezzo pari a quello registrato venerdì 23 novembre quando, secondo le varie scadenze, sono stati trattati da 25,15 a 34,41 centesimi.
A Bruxelles sono ufficialmente fiduciosi senza nascondere una certa preoccupazione: se il buyback che Atene avvierà entro domani e che deve chiudere entro il 13 dicembre avrà risultati molto inferiori alle aspettative, ci sarà bisogno di una nuova riunione dell’Eurogruppo, e a quel punto «sarà una grande sfida, perché non c’è un piano B» riferiscono fonti Ue.
Atene dovrebbe usare 13 miliardi di «prestiti addizionali» per riacquistare circa 30 miliardi di euro di bond sui 62 complessivi tagliando così di 20 miliardi il debito greco che viaggia al 175% del Pil pari a 340 miliardi di euro. Potrebbe così tagliare il livello del suo debito di 11 punti percentuali del Pil entro il 2020. La cifra è quasi la metà della riduzione del debito che la Grecia prevede di raggiungere in quella data secondo gli accordi raggiunti nel terzo piano di salvataggio.
All’orizzonte c’è un altro problema: le banche greche che possiedono 17 miliardi di euro di bond greci insieme ai fondi pensione nazionali che ne hanno circa 8, non vogliono partecipare all’offerta di riacquisto del debito, sostenendo che se lo fanno subiranno perdite significative dovendo rinunciare alle plusvalenze in una situazione finanziaria già catastrofica. Ma l’Fmi dice che il successo dell’operazione di riacquisto è necessaria per il versamento della tranche, di cui le banche saranno i principali beneficiari, in quanto include 23 miliardi di euro per la loro ricapitalizzazione.
La delicata operazione, gestita da Deutsche Bank e Morgan Stanley, è dunque vitale per il sistema finanziario ellenico che se da una parte perderà profitti, dall’altra verrà ricapitalizzato con i soldi degli aiuti. Non a caso Vassilis Rapanos, ex presidente dell’Unione delle banche greche e della Banca nazionale di Grecia, ha detto alla tv greca Skai che l’adesione al buyback da parte degli istituti di credito potrebbe diminuire le chances di attrarre i capitali privati per sfuggire al controllo pubblico che sarà loro imposto dalla ricapitalizzazione.
Qualcuno però ci guadagnerà: un riacquisto a 35 centesimi di euro è visto come un’opportunità d’oro per gli hedge fund che hanno comprato bond greci a prezzi da saldo. Secondo fonti delle Finanze greche gli hedge funds potrebbero detenere 25 miliardi di bond greci comprati nei mesi scorsi a prezzi molto bassi.