Michela Tamburrino, La Stampa 2/12/2012, 2 dicembre 2012
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA LE NUOVE REGOLE PER VOLERSI BENE
Un ritorno in grande stile quello della convivialità a tavola. Una socialità più intima e affettuosa ricercata nelle mille sfaccettature dello stare insieme dove il cibo consumato ha la parte meno rilevante. E la spinta non è il Natale; questo desiderio ha radici più profonde, anzi, poco si adatta ai canonici ritrovi festivi che fanno tanto allegria obbligata.
Un rito che ha le sue liturgie, diverse a seconda di chi le vive, il si fa e il non si può fare ha regole rigidissime perché essere insieme richiede enorme attenzione. Riti che passano anche per i particolari come una tavola ben apparecchiata. «Non c’è dubbio sostiene il professor Domenico De Masi - la tavola è un moltiplicatore di convivialità, già nel convivio di Platone, con la cena quale spunto per parlare di filosofia, del tema scelto per la serata. Nel tempo ha perso il suo significato di collante ma oggi lo recupera, i ragazzi preferivano ritrovarsi in pizzeria, ora, complice la crisi, ritornano a organizzarsi in casa. Sere fa eravamo in otto amici, mangiavamo da me. Abbiamo calcolato che andando a cena fuori con la stessa cifra avremmo mangiato in due».
Di necessità virtù, sostiene il sociologo. «Si ritorna a quando, durante la guerra, per esempio del Kippur del ‘73, si privilegiava la socialità del proprio quartiere. Ora, nel mondo, abbiamo la guerra del bilancio». Ad anticipare la tendenza, il ritrovato anticonsumismo, la decrescita, l’introspezione, così i gruppi «ritrovano la loro coesione negli affetti, nell’etica, nell’amicizia, nell’amore e nella bellezza che non costano. Si potrebbe dire che i bisogni radicali prendono il posto dei poteri alieni, il possesso e il denaro. Anche la casa però può essere un campo di battaglie del potere ma la tavola intesa a modo moderno rivela anche una sua forma di erotismo».
Certo è che i designer, specializzati nel sentire in anticipo il profumo di tendenza, si sono già buttati sul tema, i grandi marchi come Alessi e Sabatini si sono specializzati nel rendere affettuosa la tavola. Benedetta Parodi, un’acchiappa audience per eccellenza, in trasmissione dà grande spazio alla cura della tavola con fai da te economici e divertenti per i segnaposti, per i sottopiatti.
Eppure la tavola può anche essere educativa. Diversi studi americani dimostrano che mangiare in famiglia, seguendo semplici regole, aiuta i ragazzi a crescere meglio: previene l’obesità, i disturbi alimentari ed è una terapia per chi soffre d’asma. A patto che il pasto preveda certi ingredienti. Via cellulari, computer, televisione poi la regola di “behavior control”, controllo del comportamento perché è importante che i ragazzi a tavola sperimentino la rassicurante ripetitività delle regole, il genitore come modello, stessa ora, stessi posti. Infine la conversazione, serena, mai costrittiva o da inquisizione, l’aspetto più importante perchè un pranzo sia anche benefico.
E per gli adulti, abbondano i siti che parlano di convivialità a tavola, la condivisione di cibi e abitudini in giro per il mondo con la possibilità di incontrare online persone che mettono a disposizione le loro conoscenze o la loro casa.