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 2012  dicembre 03 Lunedì calendario

AEROPORTO 2.0

[Oggi esperimenti, presto tecnologie diffuse Il viaggio diventerà fai-da-te e su misura] –
Dieci secondi per il check-in. Venticinque per affidare i bagagli a un “grande fratello” in grado di dirci ogni secondo dove si trovano. Una semplice occhiata per passare i controlli di sicurezza. Più l’imbarco a impronte digitali, menù personalizzati, internet e wi-fi ad alta quota. Ciak si gira. Titolo: “Airport 2022, come voleremo tra dieci anni”. Un fantasy? No. Il domani del trasporto aereo è una realtà già oggi. Nascosta dietro i tanti esperimenti che Sita — il laboratorio delle compagnie — sta facendo nei cieli mondiali. Obiettivo: far decollare il volo fai-da-te. Un’avventura hi-tech dove dal salotto di casa fino a 36mila piedi di quota gestiremo da soli (e con tempi ridottissimi) tutto il percorso. Ecco la cronaca del viaggio del futuro.
Addio agenzie di viaggio e banconi d’imbarco. Ad aprirci le porte dei cieli tra dieci anni saranno gli smartphone. Già oggi il 12 per cento dei passeggeri fa check-in via cellulare, conservando in memoria la carta d’imbarco. Lo schermo diventerà una sorta di torre di controllo autogestita per pianificare il viaggio. Un singolo programma ci consentirà di collegarci con il sistema informatico dell’aereo scegliendo piatti e vino per il pasto a bordo, ci segnalerà ritardi o spostamenti di gate. Un sistema di geolocalizzazione ci permetterà di dribblare il traffico verso l’aeroporto, guidandoci verso il parcheggio libero più vicino.
La vera rivoluzione inizierà però una volta messo piede nello scalo. Dove dobbiamo andare? I cartelli non servono più. Basta la “realtà aumentata”, in sperimentazione a Copenaghen. Si punta lo smartphone su un angolo dello scalo e lui riproduce sullo schermo la posizione reale e ci fa da navigatore. Indicandoci dov’è la security, la strada (e quanto tempo manca) per il gate, i bagni più vicini o il negozio che ci interessa. La spedizione dei bagagli, ad Airport 2022, è un giochetto da ragazzi. Niente code. Ci si stampa da soli un’etichetta iper-tecnologica e la si applica alla valigia, affidata poi a un nastro trasportatore. Da quel momento in poi — succede già a Zurigo — pensano a tutto i sensori nascosti nel tagliandino. Guidano i colli fino ai “moli” dell’aereo attraverso un labirinto di lettori ottici. E per tenerci tranquilli inviano impulsi al telefonino segnalandoci dove sono. Funziona? Carta canta. WorldTracer (così lo chiamano a Sita) ha ridotto le valigie perse dalle 18,8 per mille del 2007 alle 8,99 del 2011.
Sul fronte sicurezza entriamo in piena era hi-tech. Stop a perquisizioni indiscriminate, cinture slacciate e calzini al vento. Pensa a tutto il tunnel-biometrico in uso sperimentale in Indonesia. Dieci secondi per leggere iride e impronta digitale, passarci ai raggi X (senza rischi per la salute) e scaricare la carta d’imbarco dallo smartphone. Poi gli algoritmi interni selezionano il “grado di rischiosità” indirizzando i frequent flyer verso controlli light, i passeggeri ordinari a quelli soft e affidando i “sospetti” a procedure più severe. Stesso discorso per l’imbarco. Basteranno impronta digitale e lettura ottica della carta d’imbarco per far scattare il tornello.
Saliti in aereo, la rivoluzione di Airport 2022 è informatica. Merito di un’antenna (la sperimenta Airbus) incaricata di intercettare i segnali di telefoni, tablet e pc, renderli compatibili con la strumentazione e poi “spararli” su un satellite che li rimbalza a terra. Risultato: in volo si potrà telefonare e navigare su internet. E non si sceglierà più solo tra finestrino o corridoio ma anche tra poltrone “dati” dove funzionerà solo il web, “voce e dati” per poter utilizzare pure il cellulare o aree “Silenzio”
senza wi-fi. L’equipaggio invece lavorerà solo su tablet dove oltre a stivare il manuale di bordo virtuale elaborerà le rotte e avrà il profilo di ogni passeggero. Nel 2022, unico neo, avremo tutti dieci anni in più.