Francesco De Dominicis, Libero 30/11/2012, 30 novembre 2012
DEFAULT EVITATO L’ARGENTINA BATTE GLI SPECULATORI
[La Corte di New York rinvia il rimborso di 1,3 miliardi di dollari ai fondi. Più tempo per i risparmiatori] –
L’Argentina tira il fiato. Non ha cancellato l’ipotesi di fallimento, ma ha preso tempo. Tre mesi in più. In ballo ci sono 1,33 miliardi di dollari che Buenos Aires deve pagare a chi ha in mano i vecchi titoli, quelli in possesso di chi non ha aderito alle offerte pubbliche di scambio del 2005 e del 2010. Un obbligo che deriva dal una decisione di un tribunale americano. Che ieri ha deciso di spostare la scadenza per il rimborso al 27 febbraio. Un punto a favore dell’Argentina, dunque. Che ora potrà studiare meglio la strategia difensiva per respingere le pretese del tribunale di New York congelate, di fatto, ieri dalla Corte d’appello. La decisione del Giudice Thomas Griesa, che si fonda sul principio del “pari passu” (parità di trattamento tra tutti i creditori/ obbligazionisti), prevedeva la creazione di un fondo di garanzia entro il 15 dicembre. Data in cui l’Argentina deve pagare anche 3,3 miliardi agli obbligazionisti che hanno invece accettato le ristrutturazioni. Di qui la scelta di Griesa: stesse condizioni e stesse scadenze per tutti gli investitori.
La faccenda interessa in particolare i fondi speculativi Usa che avevano ricorso al tribunale di New York per ottenere appunto il rimborso al valore nominale dei bond in default, da loro acquisito a 20/25 centesimi per dollaro. Occhi puntati anche dall’Italia, sia fra quanti hanno aderito ai due swap degli anni scorsi sia fra chi ha rifiutato le offerte dello Stato sudamericano e ha ancora i vecchi tango bond. Di questo secondo gruppo fanno parte circa 55 mila risparmiatori che hanno dato la delega alla Task force argentina per promuovere un ricorso all’Icsid, organismo arbitrale della Banca mondiale. L’iter va vanti da oltre sei anni e la luce in fondo al tunnel non si vede. Tuttavia, proprio l’ipotesi di default dell’Argentina - resa ancor più verosimile dal declassamento del rating da parte dell’agenzia Fitch - potrebbe aver aperto nuove prospettive per i 55 mila irriducibili della Tfa. I quali, ora, si trovano in mano titoli che, sui mercati secondari, vengono valutati più dei giorni scorsi e hanno raggiunto quelli dati da Buenos Aires con lo swapa quota 30 centesimi per dollaro.
Lo slittamento dei termini deciso ieri dalla Corte d’appello, stando a quanto riportato da alcuni media locali, allontanerebbe la possibilità che Buenos Aires possa entrare in un fallimento tecnico. Prospettiva che, invece, aprirebbe scenari catastrofici per gli oltre 200 mila risparmiatori italiani già traditi nel 2001 e ora clamorosamente beffati.