Andrea Morigi, Libero 2/12/2012, 2 dicembre 2012
FARINA, AUTORE DELL’ARTICOLO A FIRMA DREYFUS «VOLEVO AUTODENUNCIARMI MA NON MI È STATO PERMESSO»
Renato Farina le ha provate davvero tutte. Si era offerto, dalle colonne di questo quotidiano, di andare in carcere al posto dell’ex direttore di Libero. Poi, il 27 settembre scorso, aveva rivelato all’aula di Montecitorio che era lui a celarsi dietro lo pseudonimo di Dreyfus.
Visto che non era sufficiente, il 3 ottobre ha scritto al giudice Giuseppe Cocilovo, riconosciuto come parte lesa dall’articolo scritto da Farina su Libero il 18 febbraio 2007, affinché presentasse querela. Lo stesso giorno si è autodenunciato con un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, come il vero autore dell’articolo che ha causato la condanna di Alessandro Sallusti a un anno e due mesi di reclusione. Invece non solo non è riuscito a farsi scattare le manette intorno ai polsi, ma,pur avendo rinunciato alla prescrizione, non ha ottenuto nemmeno quell’avviso di garanzia che ormai non si nega più a nessuno. Eppure, per la parte di pubblico ludibrio che gli è stata riservata per il suo silenzio, «credo di avere diritto a non essere moralmente condannato senza potermi difendere in dibattimento, opportunità che non mi è stata data per l’assenza di qualunque indagine su chi fosse Dreyfus da parte della Procura. Né io ho mai avuto l’opportunità di denunciarmi e intervenire al processo non essendo stato informato da alcuno della querela di Cocilovo».
Meglio tacere, a questo punto, perché «mi rendo conto che, qualsiasi cosa io dica, rischierei di sporcare anche quanto c’è di più nobile. E inoltre sarebbe come attirare l’attenzione su di me. Ma a un processo potrei dimostrare che un errore non sempre è un delitto, se nato in buona fede ed evitando di nominare le persone coinvolte. In questo caso l’unico incolpevole, insieme alla povera mamma minorenne, è il bambino abortito».
Non gli resta che esprimere «totale solidarietà e amicizia verso Sallusti», al di là delle polemiche. «Capisco quello che sta facendo perché dinanzi a un’ingiustizia così palese e alle vergognose ridicolizzazioni a cui è stato sottoposto da numerosi giornali, l’unica cosa da fare è mettere in gioco il proprio corpo e la propria libertà», afferma il parlamentare del Pdl, già vice-direttore di Libero.
Solo così «Sallusti ha potuto portare in primo piano un’atrocità. E trovo assurdo che nessuno fra i cattolici abbia avuto finora il coraggio di dirlo; non c’è nemmeno un vescovo che si sia pronunciato».
In assenza di una qualsiasi reazione sociale, «credo che il Capo dello Stato debba muoversi subito per concedere la grazia a Sallusti, attraverso un’iniziativa autonoma come garante dell’unità del Paese, visto che il governo non osa muoversi».