Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 3/12/2012, 3 dicembre 2012
ROMA —
Uno stage al ministero dell’Economia. Un’occasione di questi tempi, perché si tratta pur sempre di entrare nella stanza dei bottoni, e perché con l’aria che tira, l’Istat ci ha appena detto che la disoccupazione giovanile è al 36,5%, in attesa di trovare un lavoro vero anche uno strapuntino va bene. I posti a disposizione sono 34, tutti per chi ha appena preso una laurea o la prenderà nei prossimi mesi. Ed ognuno con un percorso definito, ben strutturato, anche ambizioso: si va dalla «elaborazione del budget, analisi dei costi e misurazione della performance» alla «attività di rappresentanza e difesa del ministero nelle controversie di lavoro», fino al «monitoraggio delle entrate tributarie e analisi dell’andamento del gettito in relazione alle variabili macroeconomiche». Non le classiche fotocopie, insomma. Poi, si arriva al capitolo rimborso spese.
«L’importo lordo è fissato sulla base delle presenze in ufficio, debitamente documentate, determinato in euro 7,00 (sette) giornalieri». A spanne fa un euro l’ora. Con l’avvertenza che le «predette somme saranno erogate ai tirocinanti compatibilmente con le disponibilità nei relativi capitoli di bilancio». Davvero poco, insomma. A meno che qualche università non conceda «forme di sostegno economico» aggiuntive. Il bando è stato pubblicato pochi giorni fa sul sito Internet della Fondazione Crui, la Conferenza dei rettori, che mette in contatto domanda ed offerta per una serie di stage che al momento coinvolgono 12 fra enti pubblici e imprese. Le domande saranno accettate fino a venerdì, il tirocinio partirà a fine gennaio. Ma quei sette euro al giorno stanno diventando un caso.
La Cgil Sicilia, che ha lanciato una mobilitazione contro gli abusi proprio negli stage, ha annunciato una campagna di «mail bombing» dal titolo «Così choosy da non accettare l’elemosina». «Ci sono già precedenti criticabili — dice Andrea Gattuso, responsabile per le Politiche giovanili del sindacato — ma una cifra del genere è davvero ridicola».
In realtà, lo stage low cost non è una rarità. Anzi, una volta su due il tirocinio è completamente gratuito, in un buon 30% dei casi il rimborso spese non va oltre i 500 euro al mese, mentre sono pochissimi i fortunati, il 5,3%, che superano la fantastica soglia dei 750 euro al mese. Con sette euro per giorno lavorativo (150 euro al mese), lo stage al ministero dell’Economia è nelle parte bassa della classifica ma non in fondo. Solo che negli ultimi mesi se non le regole, almeno il vento è cambiato.
La riforma del Lavoro approvata quest’estate dice che per gli stage deve essere riconosciuta una «congrua indennità, anche in forma forfettaria, in relazione alla prestazione svolta». Si tratta solo di una norma di principio perché, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, governo e Regioni devono tradurre quella vaga espressione in una cifra precisa, definendo delle linee guida. Questo passo non è stato ancora fatto anche se ormai ci siamo perché i 180 giorni scadono a gennaio. Dal punto di vista giuridico, e ci mancherebbe, lo stage al ministero da sette euro al giorno si può fare. Lo ha ricordato anche il ministero del Welfare che qualche settimana fa, parlando in realtà di un altro caso, ha sottolineato come le regole sulla congrua indennità «non trovano applicazione nei confronti dei tirocini attivati prima dell’adozione delle richiamate linee guida». Ma ormai gennaio è vicino, al punto che sempre sul sito della Fondazione Crui è bene in vista la sospensione di altri due bandi per una serie di stage al ministero degli Affari esteri e alle Camere di commercio all’estero, che non prevedevano alcun rimborso spese.
Sulla questione è intervenuto anche il Parlamento europeo. Una mozione approvata a larghissima maggioranza prima dell’estate dice che agli stagisti va riconosciuta una «retribuzione decorosa». Una campagna sentita soprattutto dagli europarlamentari francesi, visto che nel loro Paese un soglia minima c’è già, 400 euro. Ci sarà la stessa regola da noi? È tutto da vedere e in ogni caso non sarà facile. Basta ricordare che, dopo le proteste degli imprenditori, il ministro del Welfare Elsa Fornero ha dovuto correggere il tiro sui limiti per i contratti a termine fissati nella sua riforma. Per il momento gli stage continuano a funzionare come sempre. Si fa esperienza, si aggiunge una riga al curriculum, si aspettano tempi migliori. E la Repubblica continua a fondarsi sul lavoro (degli stagisti).
Lorenzo Salvia