Alessandro Trocino, Corriere della Sera 3/12/2012, 3 dicembre 2012
ROMA —
Imprenditori emergenti, ex scout, sindaci ragazzini, professionisti che riscoprono il fascino della politica, studenti entusiasti. Rottamare vuol dire mandare in pensione la vecchia classe dirigente, ma significa anche sostituirla con una nuova schiera di politici. E se i volti dei rottamandi sono ben noti, ancora poco conosciute sono le truppe dei ribelli renziani. Molti dei quali, nonostante la sconfitta di ieri del generale, sono destinati a promozioni sul campo. Fino ad arrivare a Montecitorio e Palazzo Madama. A metterci la faccia nelle polemiche sono stati alcuni esponenti noti: l’ex sindaco di Piacenza Roberto Reggi, l’ex dirigente Mediaset Giorgio Gori, lo storico organizzatore delle feste del Pd Lino Paganelli, l’ex assessore fiorentino Giuliano Da Empoli. Ma dietro c’è un brulichio di facce meno celebri. A cominciare dalla giovane portavoce, Antonella Madeo, volto di Youdem, fino al trio tutto al femminile che ha organizzato il camper: Simona Bonafé, Sara Biagiotti e Maria Elena Boschi. Tra i più agguerriti c’è Matteo Richetti, presidente dell’assemblea dell’Emilia-Romagna. Classe 1974, è passato dalla parrocchia alla politica a 28 anni. Cita volentieri Paolo VI, ma anche Vasco Rossi e il Mahatma Gandhi. Quando però deve attaccare «l’Inquisizione dei bersaniani», lo fa senza timori. Se i parlamentari pd renziani sono pochissimi (tra i più giovani c’è Fausto Recchia), altri nomi emergono sui territori: oltre a Luca Lotti, capo di gabinetto di Firenze, c’è Brenda Barnini (segretaria Pd a Empoli). Tra i sindaci più noti ci sono Andrea Ballaré (Novara), Federico Berruti (Savona) e Jacopo Massaro (Belluno). Al Nord c’è Samuele Astuti, sindaco di Malnate, già scout. Grazie a lui, alle 9.30 di una mattina, 1.200 persone hanno applaudito Renzi: «Matteo mi piace per il coraggio. Gli ho suggerito io la metafora dei bobbisti giamaicani: troppi dirigenti del partito non hanno la voglia di vincere che vedo nei suoi occhi». La Calabria è la regione dove Bersani ha avuto la maggior percentuale di consensi. Da Pizzo, il sindaco Gianluca Callipo (nipote degli imprenditori del tonno) spiega perché: «Qui pesano molto le strutture di partito. Diciamo che "orientano" il voto. C’è meno coraggio che altrove, per questo serve il rinnovamento. Io ci sto provando con una giunta per metà di donne, giovanissima. Conobbi Matteo a Santa Margherita e ho capito subito che eravamo in sintonia». Nadia Ginetti, sindaco di Corciano, è una delle artefici del successo di Renzi nella «rossa» Umbria. A Perugia tra i suoi sponsor c’era anche Brunello Cucinelli, re del cachemire di lusso, ma anche imprenditore controcorrente, pronto a pagare una patrimoniale straordinaria. Tutti uomini e donne che, passata la delusione per la sconfitta al ballottaggio, potrebbero tornare utili anche a Bersani.
Alessandro Trocino