Maria Lombardi, Il Messaggero 2/12/2012, 2 dicembre 2012
CASALINGHI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI
Felici di stirare, i casalinghi. Maghi del ferro, campioni nel far sparire le pieghe da colli e polsini. E lo fanno con la gioia dei principianti, la precisione dei chirurghi, la pazienza delle mamme. Vuoi mettere la soddisfazione di indossare una camicia liscia come l’hai sempre sognata e non quel cotone rugoso che per anni sei stato costretto a subire. Meritano un otto. Scontenti di fare il bucato, gli uomini di casa. Davanti alla lavatrice vanno in tilt, mischiano colori e tessuti con risultati imbarazzanti, faticano a governare i programmi. Voto: quattro e mezzo. Ma è l’unica insufficienza perché nelle faccende domestiche i maschi si rivelano sorprendentemente competenti e soprattutto motivati.
Si impegnano negli housework con la generosità delle madri che riuscivano a fare per dieci e la pignoleria un po’ ossessiva dei padri che di cose ne facevano una e prendevano pure soldi. Se prima erano abili solo come cuochi, adesso lo sono anche negli altri ruoli, i tanti che fanno un vero massaio. Alcuni per scelta, i più per necessità, i maschi con il grembiule sono in aumento. Se con la crisi il lavoro fuori casa è sempre di meno, tanto vale ritrovarlo tra le quattro mura, lei guadagna e lui riassetta. Ma la sorpresa è che i casalinghi ora scendono in piazza per rivendicare il loro ruolo e far sapere che pulire non è frustrante, tutt’altro.
IL MOVIMENTO
Loro sono diventati bravi. Parola dei maestri, quelli che l’arte del governo di casa lo insegnano. «Gli uomini ottengono ottimi risultati, discutono dell’ultimo modello di aspirapolvere o ferro da stiro, si scambiano le ricette e non hanno alcun imbarazzo a dire che fanno i lavori domestici». Fiorenzo Bresciani, 49 anni, casalingo per scelta, insegna stirologia ed epistemologia del bucato a Pietrasanta in provincia di Lucca, dove vive, e tiene corsi in tutta Italia a cui partecipano divorziati, single e sposati, disoccupati e uomini in carriera. Una decina di anni fa, dopo aver chiuso un’attività commerciale per mettersi a rifare i letti e cucinare, ha fondato l’Asuc, l’associazione uomini casalinghi. «All’inizio eravamo in cinque, adesso gli iscritti sono seimila e cresciamo sempre di più. Complice la crisi, tanti uomini si ritrovano a lavorare a casa e spesso scoprono quanto sia piacevole». E le donne come reagiscono? «Fanno resistenza, non vogliono vedere l’uomo in casa, sono ancora legate all’idea del maschio vincente e affermato. I figli accettano senza problemi il padre casalingo».
Si calcola che i massai a tempo pieno in Italia siano circa 300mila (quasi 30mila pagano il bolletino per gli infortuni domestici), per la maggior parte non è stata una libera scelta. Lo dovrebbe diventare, sostiene il Movimento degli uomini casalinghi che sabato 24 novembre ha sfilato a Roma in corteo accanto a studenti, professori e precari dietro a una bandiera fatta da due stracci di cucina. «Il nostro slogan é: il governo del mondo alle donne, il rigoverno della casa agli uomini», spiega Antonio D’Andrea, ex insegnante e fondatore della scuola «Vivere con cura», che ha sede a Capracotta, in Molise. Lui crede che sia ormai tempo di una rivoluzione esistenziale. «Bisogna invertire, portare nelle stanze dei bottoni la sensibilità e la concretezza delle donne e aiutare gli uomini a scoprire lo straordinario universo casalingo che richiede ascolto, attenzione, cura delle relazioni». Il movimento dei casalinghi vorrebbe una donna presidente della Repubblica, loro – ancora troppo pochi - preferiscono stirare che comandare.