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 2012  dicembre 01 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - SALLUSTI IN CARCERE OPPURE NO


REPUBBLICA.IT
MILANO- Alessandro Sallusti, arrestato per evasione, torna ai domiciliari. Il giudice per le direttissime del Tribunale di Milano Carlo Cotta ha convalidato l’arresto per il direttore del Giornale, che sarà processato il 6 dicembre prossimo. E’ l’epilogo di una giornata convulsa (foto) per il giornalista lombardo. Prelevato in diretta tv nella sede del suo quotidiano (video) per scontare la condanna a un anno e due mesi di detenzione domiciliare, è stato portato nella sua abitazione (la casa di Daniela Santanché) per scontare la pena. Ma dopo appena qualche minuto dall’arrivo è uscito, violando subito gli obblighi domiciliari. E’ stato così arrestato da agenti della Digos, che lo hanno portato in questura.

Dopo poco più di un’ora, l’evaso Sallusti è stato processato per direttissima. L’udienza di convalida dell’arresto si è svolta a porte chiuse. Il procuratore della repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati ha infatti vietato di scattare immagini o girare filmati ai fotografi e ai giornalisti arrivati a Palazzo di Giustizia. A un fotografo dell’agenzia Ansa sono stati cancellati video e foto realizzati con un videotelefono. Il direttore del Giornale si è impegnato, questa volta, a rispettare le prescrizioni per i domiciliari (può uscire di casa soltanto dalle 10 alle 12) e ha spiegato che l’evasione di stamane "è stato un gesto simbolico" e non aveva intenzione di darsi "alla latitanza". Poi è tornato a casa, (video), scortato di nuovo dalla polizia. Il prossimo 6 dicembre si terrà la nuova udienza in cui Sallusti sarà giudicato per l’evasione, reato per il quale rischia da uno a tre anni di reclusione.

L’arresto al Giornale. A nulla è valso l’appello di Alessandro Sallusti, che di prima mattina aveva pregato le forze dell’ordine di non "violare" il Giornale e aveva proposto ai magistrati uno "scambio": "Io mi consegno a San Vittore se la polizia non viene in redazione", aveva scritto su Twitter. Ma invece a mezzogiorno la polizia è arrivata in via Negri 4, alla sede del quotidiano, per notificargli l’arresto ai domiciliari, ripreso in diretta dalle telecamere di Tgcom24. Due uomini della Digos lo hanno portato via tra gli applausi dei colleghi. Prima di lasciare la redazione per andare a casa con gli agenti, Sallusti ha rilasciato qualche dichiarazione: "Non sono entrati al Giornale, sono entrati nei giornali. Peccato che sia finita così". "E’ una ferita - ha proseguito - per tutti noi. Non si esegue l’arresto di un giornalista all’interno di un giornale. La nostra categoria.. Beh dovrebbe avere un sussulto, no?". E ha annunciato: "Evaderò dai domiciliari e andrò in carcere. Tornerò qui a lavorare, mi arresteranno e andrò definitivamente a San Vittore". Proposito messo in pratica alle 12.45, quando il direttore ha abbandonato l’abitazione dove gli agenti lo avevano appena lasciato.

Le reazioni. "Arrivare a una misura coercitiva è davvero assurdo", ha commentato Enrico Mentana, direttore del Tg di La7. "Purtroppo questa - ha continuato - è la inevitabile conclusione di una vicenda insensata. E’ insensato che un giornalista venga arrestato per omesso controllo per diffamazione. I reati a mezzo stampa o cagionano gravissime conseguenze alla persona diffamata o non ha senso parlare di misure di questo tipo". Il segretario della Federazione nazionale stampa italiana Franco Siddi ha espresso "molto rammarico" (video) e l’augurio che "la vicenda porti a tutti consiglio: ora serve molta moderazione, buon senso, grande saggezza per riformare la legge sui reati a mezzo stampa". Necessità ribadita anche dal capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Dura la reazione dell’editore Paolo Berlusconi: "L’arresto di un direttore di giornale, proprio nella sede del suo quotidiano, per una diffamazione neppure da lui commessa: un caso unico nella nostra storia, che ci marchia vergognosamente ed indelebilmente come vero paese da terzo mondo".

No ai domiciliari. Ieri, in una conferenza stampa, Sallusti ha detto no ai domiciliari. "Rifiuto la sentenza, ma come cittadino italiano ne prendo atto e chiedo di essere mandato in carcere", ha detto. "O dicono - ha spiegato - che non sono un delinquente abituale oppure mi mandino in carcere. Le scorciatorie della magistratura per pulirsi la coscenza non mi stanno bene".

Nel frattempo la direzione del quotidiano è stata affidata a Nicola Porro che ha accettato. "Il Giornale resta in buone mani a prescindere da quello che succederà" ha concluso Sallusti.

(01 dicembre 2012)


E’ finita a male parole la conferenza stampa convocata dal direttore de "Il Giornale" per annunciare la sua intenzione di rifiutare gli arresti domiciliari concessi dal magistrato di sorveglianza dopo la sua condanna definitiva a quattordici mesi per diffamazione. Sallusti si è scagliato contro alcuni dei colleghi presenti rei, a suo giudizio, di non essere sufficientemente solidali con lui. "Paraculo, maestrino", alcuni degli epiteti con cui Sallusti ha appellato i cronisti presenti. Nella rissa verbale è intervenuto anche il giornalista di "Libero" Filippo Facci che ha rivolto un "vaffa" al collega de "Il Fatto" Gianni Barbacetto

(video di Marco Billeci)



Ha ragione chi si chiede “ma cosa vuole Sallusti?” (invito a leggere il post di Nicola nel blog precedente). Anche io me lo chiedo. E mi stupisco, e prendo le distanze, dal suo comportamento. Che può essere definito in un solo modo: una provocazione. Sallusti, in linea con quanto il suo giornale ha fatto in questi anni, invoca per sé un diritto diverso da quello degli altri cittadini. Invoca la libertà di diffamare, senza riconoscere il diritto di rettifica. Chiede (ha chiesto) alla politica una legge ad personam per se stesso. In linea con quanto ha fatto l’ex premier Berlusconi. Non ammette l’errore, evidente nel caso dell’articolo del l’agente Betulla sul giudice Cocilovo. In modo sovversivo contesta una sentenza definitiva. Non basta. Contesta pure una decisione, a lui favorevole, presa dalla procura di Milano, dal procuratore Bruti Liberati in persona, e confermata dal magistrato di sorveglianza. Rifiuta i domiciliari e vuole il carcere come provocazione estrema. Se ogni cittadino facesse quello che sta facendo Sallusti sarebbe in pericolo l’ordine democratico di questo Paese. Ma probabilmente è questo ordine, sono le regole stringenti, che Sallusti rifiuta e vuole abbattere. Ma dev’essere evidente a tutti che il lavoro scrupoloso di documentazione di ogni cronista, la ricerca della verità, il confronto delle fonti nulla hanno a che fare con il giornalismo preconcetto che non cerca i fatti veri, ma vuole piegare i fatti presunti a una tesi precostituita. Giusto quello che è avvenuto nel caso di Sallusti, dell’ex agente Betulla e del giudice Cocilovo.

Siddi: ’’Rammaricato per epilogo, ma serve legge giusta’’

"Mi rammarica e rattrista parecchio questo epilogo che però in questo momento è da procedura penale". Così il segretario della Fnsi Franco Siddi sull’arresto del direttore del Giornale, Sallusti. "Abbiamo chiesto una legge che escludesse il carcere, ma il provvedimento alla fine era diventato ritorsivo, ora la saggezza e il buon senso, come quelli del procuratore nell’applicazione della legge, prevalgano"

Intervista di Federica Paris


CORRIERE.IT
MILANO - È stato convalidato l’arresto in flagranza del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti e il giornalista è stato posto agli arresti domiciliari. Sallusti si è impegnato a rispettare le prescrizioni parlando dell’evasione come di un gesto simbolico. Il processo per l’evasione di questa mattina è stato fissato per il 6 dicembre nell’aula 3 di Palazzo di Giustizia.

LA RUSSA AVVOCATO - «Per me l’evasione di Sallusti non esiste». Così Ignazio La Russa, nelle vesti insolite di avvocato di Alessandro Sallusti, giudica il gesto di stamane del direttore de Il Giornale. Dopo la decisione del giudice di convalidare l’arresto per evasione, si entrerá nel merito del processo il prossimo 6 dicembre, ma per il legale il gesto commesso stamane da Sallusti non può ritenersi un reato e dunque spera nell’assoluzione.

IL PROVVEDIMENTO - Il direttore del quotidiano di casa Berlusconi sconterà gli arresti domiciliari nell’abitazione della sua compagna Daniela Santanché. Alessandro Sallusti potrá scrivere e telefonare anche dai domiciliari. È quanto emerge nel provvedimento del magistrato di sorveglianza Guido Brambilla chiamato a decidere dopo la condanna per diffamazione del direttore de Il Giornale. Sallusti, inoltre, potrá uscire per due ore e ricevere le visite dei suoi familiari.

«EVASIONE» - Il direttore del «Giornale» che stamattina era stato portato una prima volta nella sua abitazione, era uscito quasi subito uscito da casa ed è stato visto e arrestato. Poi era stato portato in questura, per un’accusa ovviamente diversa, quella di evasione.

LA PROMESSA - «La mia prossima riunione la farò da evaso». Così aveva scherzato Alessandro Sallusti, direttore del Giornale alle telecamere di Tgcom24 che hanno documentato in diretta il suo arresto. «Sarò ai domiciliari - ha continuato Sallusti - ma andrò a lavorare».

Sallusti, l’arresto nella sede de «Il Giornale» Sallusti, l’arresto nella sede de «Il Giornale» Sallusti, l’arresto nella sede de «Il Giornale» Sallusti, l’arresto nella sede de «Il Giornale» Sallusti, l’arresto nella sede de «Il Giornale» Sallusti, l’arresto nella sede de «Il Giornale»

FNSI - «Molto rammarico» per l’epilogo della vicenda Sallusti e l’augurio che «la vicenda porti a tutti consiglio: ora serve molta moderazione, buon senso, grande saggezza». Il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, torna a criticare la normativa esistente in Italia «vecchia e superata» che «ha determinato la sentenza che conduce il direttore del Giornale in carcere, per sua scelta». «Do atto al procuratore di Milano di aver assunto un’iniziativa di grande saggezza nell’applicazione della legge esistente - conclude Siddi - poi ciascuno fa le sue scelte, la nostra linea è che per questo tipo di reati non si finisca in carcere».

«VEDO MOLTE PALLE DI VELLUTO IN GIRO»
«HA GIA’ PREPARATO IL POSTO A CASA?»
«CHE CRETINO CHE È LEI»