Giuliano Ferrara, Foglio dei Fogli 26/11/2012, 26 novembre 2012
Avanti verso un regime di benpensanti costituzionali – Andiamo spediti verso un regime. Democratico e costituzionale, legale e legittimo, eppure regime
Avanti verso un regime di benpensanti costituzionali – Andiamo spediti verso un regime. Democratico e costituzionale, legale e legittimo, eppure regime. Non una normale alternativa di governo, ma una nuova serie di coordinate mentali che vorranno farsi cultura diffusa, abitudine, comportamento, informazione e indottrinamento sottile, all’insegna della correttezza linguistica e morale. Saremo estirpati come un cancro nazionale, ci aspettano anni di radiazioni per spegnere le cellule di un berlusconismo che sarà giudicato come fu giudicato per molti decenni il fascismo, senza verità e con molta acrimonia ideologica. Berlusconi farà un tonfo, se agisce come sembra promettere, di quelli da damnatio memoriae. Era un tremendo rompiscatole, una contraddizione in termini per un paese fermo nei suoi vizi; i vizi del Cav. aggiungevano qualcosa, muovevano un po’ la storia fissa e replicante dell’Italia già dei partiti e poi delle procure. Tutto finito, mi pare. Il governo Monti lo ricorderemo come un intermezzo di garbo politico e di impegno nazionale. Per un po’ di tempo, forse molto, sarà anche difficile immaginare un’opposizione o una fronda di linguaggio, di idee e di comportamenti sociali, perché la deriva della destra a impronta berlusconiana costituirà un ostacolo a pensare qualunque soluzione nuova. Le avanguardie benpensanti del nuovo potere di sinistra, con il corteggio di sindaci e pm demagoghi che si mettono in lizza elettorale diretta, propongono la fedeltà canina alla Costituzione, sempre la stessa idea ossessiva, codina, regressivamente conservatrice, come paradigma della rigenerazione etica e civile nella Terza Repubblica. La Carta del 1948 è stato un grande fatto nella storia del paese, e contiene alcune norme e alcuni principi che non vale la pena di buttare, ma è una legge fondamentale che rispecchia un mondo inesistente, non il deismo e i diritti dell’uomo e le libertà come nella Costituzione americana, ma il compromesso tra vecchie culture collettiviste e solidariste, appena corretto dall’intervento di una terza forza di impronta liberale che ha lasciato qualche sporadico segno. Non c’è niente di male, intendiamoci, ad avere avuto Dossetti, Andreotti, Togliatti, e sullo sfondo Truman e Stalin, come mallevadori della nostra forma di stato e di governo: fatto è che è invecchiata, quella forma, non è riuscita a impedire la crisi da debito, l’accumulo delle ingiustizie sociali vere, quelle verso le generazioni più giovani, e un eccesso di protezione immobilista che alla fine sempre si paga con soluzioni corporative, e depressione della società viva, fondata su famiglia comunità e individui. Si era sperato che corredati di un matto, profeticamente invocato tanti anni fa, prendessero vita i liberali italiani, da sempre ad alto tasso di Barolo. Non è successo. Amen.