Dario Fertilio, Sette 30/11/2012, 30 novembre 2012
IL PIACERE DI LEGGERE IN DIGITALE
In un giorno non troppo lontano probabilmente si dirà: «Vado alla biblioteca di Porta Vittoria». E tutti, anche i non milanesi, capiranno che il luogo in questione è la Beic, ovvero la Biblioteca europea d’informazione e cultura. Un posto dove chiunque vorrà consultare un libro – purché di qualità e destinato alla ricerca – non avrà che da chiederlo. E se una parte dell’edificio sarà riservata alla classica consultazione su carta, l’altra ospiterà le postazioni dedicate alle edizioni digitali.
«Peccato che la Beic fisicamente non esista ancora», spiega il giurista e storico Antonio Padoa-Schioppa, presidente della Fondazione omonima, «e per ora i volumi digitali già pronti siano poco più di duemila». Per consultarli, però, da un paio di settimane è già possibile fare da sé, collegandosi al sito www.beic.it e cliccando sulla sezione digitale. «Si può scegliere tra libri che si occupano di matematica e altri sulle letterature europee, o tra medicina e filosofia, o diverse altre collane, con il fiore all’occhiello dei Classici della Cultura».
In seguito, nell’arco di due o tre anni, appena la Beic sarà a regime, si arriverà a 15-20 mila volumi, e ancora più avanti la prospettiva dei libri consultabili si allargherà in maniera spettacolare.
Tra le dolenti note, invece, il fatto che la futura sede milanese progettata da Peter Wilson a Porta Vittoria sia ancora sulla carta: «Manca l’investimento minimo di 70 mila euro, che deve essere deciso dal Cipe». Nel frattempo si continua comunque con la catalogazione dei nuovi volumi, naturalmente rispettando il copyright che impedisce di includere le opere degli autori scomparsi da meno di 70 anni, e che attualmente si limita alle pubblicazioni antecedenti la Prima guerra mondiale. Poi, dando tempo al tempo, le cose cambieranno. «Ma la nostra missione», ricorda Padoa-Schioppa, «non è quella di realizzare in terra la Biblioteca di Babele immaginata da Borges, immensa e onnicomprensiva. Piuttosto intendiamo rivolgerci a una fascia alta di lettori, disposti anche a uscire dal campo della loro specializzazione per provare il gusto della scoperta».