Alessandro Carlini, Libero 29/11/2012, 29 novembre 2012
UNA CLINICA PER I BUGIARDI
[Apre l’ospedale per guarire i professionisti della menzogna Il ricovero è previsto per pazienti da 200 frottole al giorno] –
Al quarto piano della clinica Sophie Charlotte di Berlino c’è un reparto molto particolare. La struttura privata non cura malati qualsiasi, ma una speciale categoria diffusa in tutto il mondo e che nemmeno troppo raramente si può ritrovare in posizioni di potere: i bugiardi cronici. In tedesco vengono definiti «pseudologen», ovvero mitomani,persone che devono di continuo elaborare storie e fatti cheesistono soltanto nella loro mente. Non fanno altro che mentire, un po’ come l’avvocato interpretato da Jim Carrey nel film «Bugiardo Bugiardo», che alla fine viene costretto per un giorno a dire solo la verità.
E dunque, chi è affetto da problemi di questo genere può d’ora in poi fissare una visita con lo psichiatra Hans Stoffels, colui che per l’appunto guida la clinica berlinese ed è considerato un luminare mondiale della «pseudologia». Ha curato decine di persone, col suo metodo che consiste nel prima mostrare di credere alle fandonie che gli raccontano - come dire, in qualche modo bugiardo pure lui - per poi però cercare di spiegare ai pazienti che la realtà è ben diversa da quella che descrivono. È lui stesso a spiegare la logica del suo metodo: «Prima devi conquistarti la loro fiducia - ha spiegato Stoffels al quotidiano tedesco DieWelt - poiché pur dicendo bugie per tutto il tempo sono molto sospettosi».
Le storie che elaborano i pazienti hanno dell’incredibile - ed è comprensibile, essendo dei bugiardi. Come quello che sosteneva d’essere l’ultimo discendente della famiglia dello zar russo Romanov, e allo stesso tempo si dichiarava membro della stirpe reale spagnola. Fra i casi umani studiati da Stoffels ci sono anche personaggi che sono finiti sulla stampa internazionale. Come quello di Binjamin Wilkomirski, che nel 1995 pubblicò la sua autobiografia dal titolo «Bruchstücke» (Frantumi), in cui narrava i tragici e agghiaccianti particolari della sua deportazione all’età di quattro anni nei campi di sterminio di Majdanek e Auschwitz, in Polonia. Un racconto struggente, considerato un capolavoro dalla critica, tradotto in 13 lingue. Ma, alla fine, rivelatosi terribilmente falso: l’autore era in realtà Bruno Grosjean, nato a Bernanel 1941 da madre nubile e soprattutto non ebreo.
Ma quali sono i «sintomi» degli pseudologen? Come spiega ancora il professor Stoffels, gli uomini sono portati a mentire - su questo i dubbi son pochi. In media diciamo almeno due bugie al giorno, due volte in cui una persona tende a spostare, con l’inganno, la ragione dalla sua parte. Nel caso di un mitomane, invece, si arriva fino a 200 bugie al giorno, che servono per tenere in piedi le sue storie. Per questi sono necessarie terapie molto lunghe, che si prolungano per mesi e a volte per anni, anche se molti non perdono mai la tentazione di mentire. «La verità non è però un valore di per sé - ha rimarcato Stoffels -. Certo, è alla base delle relazioni umane. Ma non è la cosa più importante, e soprattutto non è al di sopra di tutto». È lo stesso psichiatra a citare l’aforisma di Oscar Wilde: «Lo scopo del bugiardo non è altro che affascinare, deliziare, procurare godimenti. Egli è la base della società civile».
Non solo a Berlino però si tratta questo tipo di patologia. In Italia, ad esempio, ha svolto molte ricerche il Centro di terapia strategica dello psicoterapeuta Giorgio Nardone, che Ha organizzato un workshop dal titolo emblematico: «Giù la maschera». Per chi però non ha i soldi per sostenere una terapia prolungata, il gruppo internazionale «Just Be Well» offre corsi su mp3 e cd di autoipnosi per guarire dalla sindrome di Pinocchio. Costo: poco più di 20 euro. Chi infine teme di essere un bugiardo compulsivo, potrebbe sottoporsi a uno dei test presenti su internet per tentare di capirlo. Fra le domande: Tendi ad esagerare quando parli con la gente? Ti senti a disagio se dici la verità? Ecco, anche qui quella dei politici potrebbe essere una delle categorie più a rischio.