Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 29 Giovedì calendario

LA LEGGE CHE «SALVA» I FIGLI DA PAPÀ COME MARADONA


L’ultimo colpo di tacco del Pibe de oro non è esattamente da cineteca. Di nuovo impaludato in una guerra interfamiliare, con la storica moglie Claudia Villafane e le due figlie schierate contro l’ultima compagna Veronica Ojeda, dalla quale aspetta l’ennesimo erede, Maradona ha tenuto a mettere in chiaro due cose: la prima è che non intende sottrarsi e che dunque riconoscerà il piccolo in arrivo fra tre mesi, la seconda è che invece con il famoso Diego Armando Junior, nato «dal rapporto occasionale di un giorno» con Cristiana Sinagra, all’epoca in cui era il venerato viceré di Napoli, non ha alcun vincolo sentimentale e affettivo. «Di fatto - si legge nel seccato comunicato qualche anno fa ho consegnato alla madre e al ragazzo un milione di euro, con l’intesa che non parlassero più di me. I soldi li hanno presi, ma l’accordo non l’hanno rispettato». Il riferimento è alle interviste che Pibe Junior ha rilasciato in abbondanza durante il recente viaggio a Buenos Aires. La sostanza è chiara: ho già dato, adesso mi giri alla larga e ognuno per la sua strada.
L’aggiornamento sullo sconquassato asse ereditario di Maradona arriva con ironico tempismo assieme alla legge appena approvata dal Parlamento italiano, che qualcuno non esita a definire l’unica legge per cui varrà la pena ricordare questa legislatura, e cioè la solenne uguaglianza tra figli legittimi e figli naturali. La distinzione non serve più: in Italia, finalmente, basterà parlare di figli. Nati dentro o fuori il matrimonio, voluti o non voluti, adottati, persino usciti da stupri e incesti, tutti i nati d’uomo avranno gli stessi diritti, a carico dei genitori.
Chiaramente, siamo davanti a una conquista di vera civiltà, e per quanto ci riguarda a un’autentica rivoluzione, benché tardiva. Lo choc maggiore investe certo i soggetti come Maradona, indefessi procreatori a piede libero, convinti fino all’altro ieri che un bambino possa essere soltanto il seccante effetto collaterale di una notte macha. Mai più: la dignità del figlio, a Dio piacendo, sarà sacrosanta e rispettata a norma di legge, esattamente come quella dei figli sbocciati dentro un matrimonio felice, come a dire che i Diego Armando Junior di domani avranno gli stessi diritti e le stesse tutele, nonché lo stesso cognome e lo stesso padre a pieno titolo, delle Dalma e delle Yanina portate in palmo di mano come regine, nelle piena epopea dei papà Maradona.
È del tutto evidente che la legge, per quanto giusta, non potrà mai sanare tutto l’ingiusto. Nel caso dei figli, desiderati e indesiderati, nessuna legge potrà mai assicurare ciò di cui effettivamente necessitano, un padre e una madre veri. Un padre e una madre che non li accolgano soltanto sotto il tetto di un cognome, ma sotto il tetto della loro protezione, della loro educazione, del loro amore indissolubile. Su questo punto qualsiasi legislatore, anche quello più tempestivo e più sensibile del nostro, può fare davvero poco: è tutto affidato alla sensibilità umana degli adulti. Ma già è qualcosa che la legge assicuri a chi nasce almeno la certezza di un’identità e di certi diritti basilari, evitandogli nei casi disastrati lo strazio umiliante di doversi fare avanti, di lottare in tribunale, di pietire misericordia a chi l’ha unilateralmente chiamato al mondo. A certi padri e certe madri è impossibile chiedere affetti profondi: bisogna accontentarsi del patrimonio.