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 2012  novembre 30 Venerdì calendario

Caro direttore, le parole di Sergio Rizzo mi hanno indotto a riflettere ancora sulla decisione presa a luglio di presiedere Ilva

Caro direttore, le parole di Sergio Rizzo mi hanno indotto a riflettere ancora sulla decisione presa a luglio di presiedere Ilva. Anche in quei giorni, quando il quadro giudiziario si delineava, mi sono interrogato sull’opportunità di quella scelta. Potevo io, uomo che ha servito lo Stato per oltre trent’anni, persona che ha nel suo animo valori quali l’onestà, la legalità e il bene comune rivestire un ruolo in un’impresa privata i cui vertici erano oggetto di indagine giudiziaria? Ebbene mi sono risposto di sì, per un importante motivo: erano in gioco e lo sono tuttora migliaia di posti di lavoro e il futuro di un’azienda che è un tassello fondamentale dell’industria e dell’economia del Paese. Il mio desiderio era ed è quello di rendere un servizio alla collettività e alle stesse istituzioni che hanno a cuore il destino dell’impresa, dimostrando che è possibile coniugare ambiente, salute e lavoro. Era ed è una sfida che ho accettato per senso di responsabilità, sapendo di rischiare anche sul piano personale. Si può rendere un servizio alle istituzioni di cui si ha grande rispetto anche in questo modo, senza tradire il proprio passato e i valori in cui si crede. Ho tale rispetto per le istituzioni che nel 2005, quando mi sono candidato a sindaco di Milano, ho lasciato definitivamente l’incarico e l’amministrazione pubblica senza mettermi in aspettativa o scegliendo altre strade comode e sicure. Non vedo incoerenza tra il mio attuale impegno e la mia vita passata, anzi vi è un filo comune che è lo spirito di servizio nei confronti della collettività. Bruno Ferrante presidente dell’Ilva