Gianni Gambarotta, ItaliaOggi 28/11/2012, 28 novembre 2012
FIAT INDUSTRIAL SI ACCOCCOLA IN OLANDA PER POTER PAGARE MENO TASSE
È come se due film fossero proiettati in contemporanea. Nel primo si vede il presidente del Consiglio, Mario Monti, seduto nello studio di Fabio Fazio che critica, pur con i suoi modi elegantemente moderati, i paesi dell’Unione che applicano trattamenti fiscali di favore, per attirare le società da altri Stati europei. E ne cita un paio: Irlanda e Lussemburgo. Ne dimentica uno, che invece è il protagonista principale del secondo film: l’Olanda. Infatti, proprio in quelle stesse ore, è stata formalizzata una decisione che si aspettava da tempo: Fiat Industrial, cioè quanto rimane della Fiat dopo la separazione del settore auto, si fonderà con Cnh. Diventerà una società di diritto olandese con i vantaggi che questo comporta. La cosa funzionerà così. Verrà creata una holding in un paradiso fiscale, le Antille olandesi. Questa ne controllerà un’altra domiciliata in qualche parte in Olanda. Entrambe saranno però pure scatole e conterranno le società operative, gli stabilimenti ovunque essi siano, in Italia, Stati Uniti, Canada o altrove. Il sistema darà dei vantaggi fiscali ragguardevoli agli azionisti; ovviamente darà degli svantaggi diretti all’erario italiano. Ma che volete farci? Non si può, come si dice, volere l’uovo e la gallina. Allora, premesso e sottolineato che questo piano tenacemente voluto dall’amministratore del Lingotto, Sergio Marchionne, è perfettamente legale, si possono comunque fare alcune, modeste osservazioni. È possibile che il Governo, pur disponendo di un potere reale di moral suasion nei confronti dei poteri economici, si sia lasciato sfilare così un asset senza muovere un dito? La Fiat ha chiuso impianti, indetto referendum nelle fabbriche, disdetto accordi sindacali, promesso investimenti per 20 miliardi mai visti, e ora sceglie anche un localizzazione fiscale più vantaggiosa. Un qualsiasi altro governo dell’Unione, quello francese, tedesco (e perché no? olandese) avrebbe cercato di interloquire con un grande gruppo deciso a emigrare, avrebbe cercato di trattenerlo. Da noi non è successo nulla: ci si è limitati a registrare sui giornali la notizia. Siamo certi che questo sia il liberalismo giusto?