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 2012  novembre 29 Giovedì calendario

GIOVANI E VISIONARI “CON LE NOSTRE IDEE CAMBIERÀ IL FUTURO”

[Dai cantastorie afgani al telefonino in braille I progetti under 30 vincitori del Rolex Awards] –
Selene sogna una scuola per cantastorie in Afghanistan per diffondere tra chi non sa leggere e scrivere informazioni sulla salute e i diritti. Karina vorrebbe insegnare alle popolazioni del Paraguay come si protegge il patrimonio naturale. Sumit ha creato uno smartphone basato sul sistema braille per migliorare la vita dei non vedenti. Sono giovani, visionari e determinati a cambiare il mondo i cinque talenti under 30, tra cui un’italiana, che hanno vinto il Rolex Awards for Enterprise Young Laureates.
Un riconoscimento, annunciato due giorni fa a New Delhi, che dà agli imprenditori in erba un finanziamento di 50mila franchi svizzeri (circa 40mila euro) per realizzare il proprio progetto. E che quest’anno ha registrato un piccolo boom: un migliaio di domande ricevute da 154 paesi contro le duecento dell’edizione precedente. «Merito della visibilità data al programma, ma anche della crisi e della scarsità del lavoro che spingono i giovani a essere più creativi» spiega Rebecca Irvin, direttrice dei programmi filantropici di Rolex.
Tra i premiati la brianzola Selene Biffi, 30 anni e già una lunga esperienza da imprenditrice sociale. «È una donna straordinaria, così coraggiosa da lavorare in un paese pericoloso come l’Afghanistan » racconta Irvin. Bocconiana, Biffi aveva 22 anni quando ha lanciato la sua prima start up, Youth Action for Change,
un’organizzazione mondiale che coinvolge i giovani nello sviluppo di progetti concreti per migliorare il territorio. Consulente Onu e leader al World Economic Forum, ora è direttrice di Plain Ink: un’associazione che combatte l’analfabetismo con fumetti e racconti. Così ha maturato l’idea vincente: alle prese con il problema di insegnare agli afgani a leggere e scrivere, in un paese dove il 70 per cento delle persone è analfabeta, ha capito che lì il modo migliore per comunicare è custodito nell’antica arte dei cantastorie locali. Da qui il progetto di aprire a Kabul una scuola del racconto orale, per iniziare al mestiere i disoccupati e tramandare le tradizioni popolari. Ma non solo, perché l’attività dei cantastorie può essere utile per veicolare le informazioni legate ai programmi di sviluppo.
Premiato anche l’indiano Sumit Dagar, 29 anni, che ha inventato il prototipo di uno smartphone che ha uno schermo tattile e interattivo ed è pensato per i 60 milioni di non vedenti del suo paese. Punta a promuovere il Paraguay come meta del turismo ecologico la ricercatrice scozzese Karina Atkinson, 27 anni, che vuole aprire, nella riserva di Laguna Blanca, un centro che insegni ai poveri come proteggere il patrimonio naturale e le sue specie. Dall’America Latina l’attenzione all’ambiente si sposta nello Yucatán, dove la messicana Maritza Morales Casanova, 28 anni, sta progettando un parco ludico: nei suoi settemila metri quadri i bambini possono imparare le pratiche della sostenibilità. L’ispirazione è green anche per Arun Krishnamurthy, 25 anni, che recluta gli alunni delle scuole e i volontari di Chennai per bonificare, pala e secchi alla mano, gli inquinatissimi laghi del Tamil Nadu, un tempo noto per il suo paesaggio lussureggiante.
I cinque vincitori si aggiungono agli altri 120 insigniti nei trentasei anni del premio. «Dal 1976 forse non abbiamo fatto la rivoluzione — riflette Irvin — ma lanciato un messaggio potente sì: valorizzare chi crede nella società e nella natura umana e vuole migliorarle».