Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 29/11/2012, 29 novembre 2012
USA, LA VITTORIA DEGLI AMBIENTALISTI “BP BANDITA DAI CONTRATTI CON IL GOVERNO”
[Mossa senza precedenti dopo il disastro del Golfo del Messico] –
Non sono bastati i quattro miliardi e mezzo di dollari che ha dovuto pagare per atti «criminosi», l’America ha deciso di punire la British Petroleum con una decisione che non ha precedenti: non potrà avere nuovi contratti di lavoro dal governo degli Stati Uniti. Un altro segnale della “svolta” auspicata dai liberal del partito democratico e dell’intenzione della Casa Bianca di Obama di un secondo mandato con meno compromessi del primo.
La decisione è stata presa dalla Environmental Protection Agency (Epa), l’agenzia federale che si occupa dell’ambiente. Con una motivazione che farà — e sta già facendo — discutere («mancanza di integrità aziendale della società») una delle più grandi società petrolifere del mondo viene dunque riconosciuta come la principale colpevole di quel disastro ecologico causato nella primavera del 2010 dall’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.
Il bando è temporaneo, ma al momento non sono previste date di scadenza. L’unica cosa certa è che la Bp non potrà avere nuove commesse in America fino a quando non dimostrerà di «rispettare gli standard federali». Restano invece validi i contratti attualmente in corso. Per la compagnia britannica è un brutto colpo. Come prima cosa non potrà partecipare all’annuale asta che si svolge a New Orleans per ottenere le licenze di trivellazione offshore nel Golfo del Messico e dovrà rinunciare anche a quelle future in altre aree degli Stati Uniti. Dalla sede centrale di Londra non ci sono stati commenti ufficiali, ma dagli uffici americani fanno filtrare la notizia che la Bp si aspettasse qualcosa del genere. Tanto che un simile rischio era stato contemplato nell’ultimo rapporto annuale della società. Non è dunque stata sufficiente l’ammissione di colpevolezza pronunciata davanti al tribunale il 15 novembre scorso. Un accordo per pagare 4,5 miliardi di dollari a fronte degli 11 morti e i 4,9 milioni di barili versati in mare causati dal disastro.
Per capire l’entità del danno basti pensare che la compagnia petrolifera britannica è uno dei più grandi contractor del governo americano, da cui — solo nel 2011 — ha avuto appalti per un totale di 1,47 miliardi di dollari. Avendo come principale partner commerciale addirittura il Pentagono, cui garantisce carburante per oltre un miliardo di dollari l’anno. La Bp inoltre è la più grande compagnia petrolifera che si occupa di estrazione di petrolio e gas ad alta profondità marina nel Golfo del Messico. In America la società britannica ha investito negli ultimi 5 anni 52 miliardi di dollari dando lavoro a 23 mila americani.
Gli ambientalisti Usa cantano vittoria. Per mettersi in regola, e rispettare dunque quegli standard etici che richiede l’Epa, la Bp dovrà infatti rivedere drasticamente la sua politica in materia di trivellazioni. Infine, con questa decisione, è probabile che adesso la compagnia Britannica accetti i patteggiamenti (nei tribunali) con le migliaia di cittadini (in prima fila i pescatori della Louisiana) che le hanno fatto causa dopo la marea nera.