Silvia Bombino, Vanity Fair 28/11/2012, 28 novembre 2012
IL BELLO VIENE DOPO
[«Roma», letto al contrario, suona «Amor». Lo sa bene uno dei più noti divulgatori scientifici italiani, che ha appena pubblicato un libro-inchiesta sul sesso al tempo degli antichi Romani. Un trattato storico su pratiche e giochi erotici? Non proprio: ci sono i dati, ma c’è anche l’uomo da «richiamo della foresta», che dispensa consigli hard (ce lo ha rivelato il suo cellulare)] –
Ringrazio (se c’è) il dio dei cellulari. Quello che li fa squillare quando meno te lo aspetti e che, in un attimo, svela chi sei.
Roma. Prima dell’urlo di Tarzan.
Alberto Angela arriva con una valigia di vestiti (suoi), pronto a spogliarsi ma soprattutto a rivestirsi. Nonostante l’occasione dell’intervista – l’uscita del suo ultimo saggio Amore e sesso nell’antica Roma («amore» è scritto grande, «sesso» piccolo), che non è «una specie di 50 sfumature di rosso pompeiano», ma «un’indagine storica per raccontare la vita sentimentale e sessuale degli antichi Romani» – non vuole foto «osé», né domande troppo «intime». Parla, a lungo e appassionatamente: dall’omosessualità alle concubine, dalla fellatio all’olisbos, il primo fallo artificiale. Gesticola, inevitabilmente ricorda la meravigliosa caricatura di Neri Marcorè, e dice che, all’asilo, ha pure vinto il «premio eloquenza». «Non stavo mai zitto, ero vivace. Sono finito anche undici volte all’ospedale».
Esploratore da studente, paleontologo di professione e divulgatore scientifico in Tv. Come mai un libro sul sesso?
«Avevo già scritto Una giornata nell’antica Roma e Impero: per me questo è il terzo volume di una trilogia».
Ha subito anche lei il richiamo delle «50 sfumature»?
«No, il libro doveva uscire l’anno scorso. Racconto un aspetto trascurato dagli storici, ossia la vita intima di coppia. I sentimenti, il fidanzamento, i baci, il matrimonio. Per poi scoprire una cosa terribile».
Che cosa?
«Il sesso coniugale, piatto e noioso. La moglie doveva stare immobile, nella posizione del missionario, e non poteva prendere l’iniziativa. Dopo aver fatto vari figli rimaneva sola, trascurata, e cercava un conforto in altri amanti».
Non ci sono solo i dati archeologici: lei descrive nei dettagli gli incontri sessuali tra matrone e gladiatori.
«Ci sono anche blocchi romanzati. Ma ho privilegiato le sensazioni, sempre in modo non volgare».
Che scoperte ha fatto?
«Il sesso dell’epoca assomiglia a quello di oggi. C’era il bacio alla francese, c’era un kamasutra con l’elenco delle posizioni, ma anche i metodi anticoncezionali, spermicidi naturali di cui si hanno prove negli affreschi di Pompei».
Che cosa l’ha sorpresa?
«L’uomo faceva paura. È un dominatore sempre e comunque. Sui più deboli: donne, bambini, uomini subordinati. Era incoraggiato a dominare sessualmente maschi e femmine. Non era una bisessualità giocosa, scelta, ma sempre violenta. L’uomo non doveva mai essere passivo, mai essere sodomizzato, mai praticare sesso orale».
Si ode un grido. È la suoneria del cellulare di Alberto Angela: l’urlo di Tarzan.
Quindi è anche «uomo della foresta»?
«Certo. Ma sono timido».
Lei che è stato nella savana? Suvvia. In casa sua si parla di sesso?
«Per me il sesso è sempre stato un argomento “sano”. Erano gli anni ’70, c’era la liberazione sessuale e io non ho tabù. Però non è che nella mia famiglia si facesse educazione sessuale».
Lei come trasgrediva?
«Non c’era Internet, ma non ero comunque uno da giornalini porno. A scuola gli insegnanti evitavano accuratamente l’argomento, c’era il solito libro di scienze che finiva con la procreazione, ma la scuola finiva e non si arrivava mai a quel capitolo. Era un grave errore».
A che età ha dato il suo primo bacio?
«Avevo 12 anni. E mi ero innamorato».
Lei è sposato da vent’anni. Come fa funzionare il matrimonio?
«Regalo rose rosse, da sempre».
Solo?
«Sembra una cosa sdolcinata, ma il romanticismo è importante, anche se non facile. Portare dei fiori dicendo “buon martedì” può essere un afrodisiaco».
E poi?
«Con mia moglie è stato un colpo di fulmine, che ha retto bene il tempo. L’amore si trasforma in companionship: si sta tutti e due sulla barca, ci sono difficoltà, si cerca di restare a galla nel mare mosso. Quando arrivano i figli cambia ancora tutto: non sono il frutto dell’amore, ma qualcosa che ti arriva addosso e devi gestire».
Il suo primogenito ha 14 anni. Come gli racconta il sesso?
«Ho già affrontato il tema, essendo maschio è stato tutto molto naturale, conosco le stesse sensazioni. Non ci sono giudizi. I miei figli sanno che possono venire da me a chiedermi qualsiasi cosa».
Domande imbarazzanti?
«No. Ma domande sì. Ho cercato di dare risposte complete e tenere conto degli incontri che possono fare. Io non faccio il professore, cerco di fare la battuta, sdrammatizzare, ma dare anche i consigli per non farsi male. I teenager di oggi vanno su Internet per sapere che cos’è il sesso».
Quando si inizia a parlargliene?
«Proprio quando vanno sul Web. Le chat sono pericolose, e oggi le frequentano bimbi delle elementari. Dall’altra parte non sai mai chi c’è davvero... Bisogna avere la password per Facebook, mettere il pc in posti di passaggio».
Lei lo fa con i suoi figli?
«No, i miei non hanno smartphone né profilo Facebook. Certo, ci sono i ragazzini che hanno uno o due profili camuffati... Noi non ci siamo ancora trovati in situazioni pericolose e abbiamo cercato di essere aperti. A tavola, la sera tutti insieme, basta prendere lo spunto da una notizia, o dalla storia di un amico, per lanciare un messaggio».
All’inizio della carriera lei trascorreva mesi all’estero per le sue ricerche archeologiche. È stato pesante per il ménage familiare?
«No: tornavo e facevo i figli. Scherzi a parte, la presenza è molto importante. Presence not presents dicono gli inglesi. Presenza e non regali. Io stavo in giro, ma quando c’ero, c’ero».
E sua moglie?
«Abbiamo cercato di sopravvivere preservando le nostre oasi, non facendoci fagocitare dalla vita “per i figli”, monotona. Le donne devono dare più importanza al sesso e gli uomini devono essere generosi, pensare al raggiungimento del piacere del partner, anche più di una volta. Molti dei problemi delle coppie mature derivano dal fatto che magari il sesso non c’è, o non è quello giusto».
Lei è un uomo di 50 anni. Che importanza ha il sesso per lei?
«Ha molta importanza, è un modo per parlare con l’altra persona. Bisogna creare sorprese, curiosità, variando i luoghi. E poi c’è una cosa importante».
Che cosa?
«Alla fine, ci vuole l’abbraccio. Tanti uomini non lo fanno. Invece sai quant’è bello, il calore della pelle, dopo?».