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 2012  novembre 28 Mercoledì calendario

LUCA, PIANTIAMO UN ALBERO? [E’

sposata con un uomo che molte le invidiano. A ragione. Perchè, dice Myriam Catania, Argentero è perfetto: non si arrabbia se lei gli legge gli sms, paga le bollette e la rassicura (anche se è meglio non salire in auto con lui). Ora che le radici ci sono, manca qualcuno da far crescere] –
E’ un’impresa disperata. Tirare fuori una cattiveria da Myriam Catania in Argentero – 33 anni il 12 dicembre, dal 2009 sposata con Luca – sembra impossibile. Lei ci prova, ma gli occhi azzurrissimi che brillano, i boccoli biondi, l’entusiasmo nel parlare non fanno che smentirla. E confermare quello che lui continua a dichiarare nelle interviste: è un grande amore, insieme sognano figli e famiglie extralarge, e intanto si divertono a lavorare (ritroviamo la Catania al cinema come coprotagonista di Ci vediamo a casa). Provocata, la cosa più cattiva che tira fuori è il titolo del film di cui è produttrice con il marito, e che presenterà al Noir in Festival di Courmayeur.
Partiamo dal titolo, allora.
«Cose cattive: è un horror, ed è il primo lungometraggio di cui io e Luca siamo produttori, con un regista debuttante, Simone Gandolfo».
Perché un horror?
«Perché ti dà la possibilità di girare in una sola location, e quindi con un piccolo budget. Il nostro è uno psico-thriller, e per l’uscita avevamo creato un blog con un concorso per chi faceva la cosa più cattiva: volevamo lasciare il dubbio se si trattasse di una cosa vera o di una fiction».
Dal vero, anche lei avrà un lato cattivo: quale?
«Sono cattiva con me stessa, pretendo tantissimo da me. Il mio problema è che ho tutto: una famiglia meravigliosa, un uomo che amo, un lavoro fantastico, però mi sembra di non aver mai fatto abbastanza, e non godo di ciò che ho».
Luca che cosa dice di questa sua insoddisfazione?
«È l’opposto mio, e con grande amore prova a insegnarmi ciò che lui è, mi dà un po’ della sua anima per trasmettermi la sua positività. Noi ci amiamo tantissimo, e litighiamo tantissimo».
Per che cosa?
«Perché gli dico che per lui è tutto facile: è nato semplice, io no».
È davvero così semplice? Tempo fa lei aveva detto che le sarebbe piaciuto dirigerlo in un film, per tirarne fuori il lato oscuro.
«È vero, ce l’ha anche lui».
E dove lo nasconde?
«In auto. Lì diventa un pazzo, litiga con tutti, si innervosisce e gli esce una gran rabbia in volto».
Sei anni fa lei ha avuto un grave incidente in motorino, è rimasta mesi in ospedale, ha rischiato di rimanere sfigurata. Avrà paura a salire in auto con suo marito.
«No, però il motorino nessuno dei due lo prende più».
È stata colpa sua l’incidente?
«Macché: qualcuno aveva tolto il segnale dello stop per parcheggiare e io, che venivo da destra, sono stata investita».
Quando era in ospedale, ha fatto qualche voto per uscirne bene?
«No, non ho nemmeno mai avuto paura che potesse rimanere qualche segno, ero troppo felice di essere viva».
Pensa mai che tanta fortuna forse un giorno dovrà scontarla?
«Sì, infatti con Luca abbiamo aperto una onlus, che si chiama Un caffè, e ogni giorno aiuta qualcuno. Un modo per restituire».
A proposito di caffè: com’è il risveglio in casa Argentero?
«Lui è tutto tranquillo, io sono superefficiente fin dal primo mattino. Lo aiuto a organizzarsi la vita, e a lui piace, dice che gli do l’energia. Anche se ogni tanto alle dieci di sera mi dice: “Adesso basta, calmati e siediti sul divano”».
Da molto tempo dichiarate entrambi di voler diventare genitori. Scusi la domanda molto personale, ma ci sono problemi?
«No. Ma è successo che in alcuni periodi abbiamo rimandato perché uno dei due era via per lavoro, e se devo fare un figlio Luca deve essere vicino a me, non posso stare da sola. Poi ci sono stati momenti in cui magari si poteva fare, e non è venuto. Ma sono sicura che, quando saremo pronti, i bambini arriveranno».
Con tutto il lavoro e i progetti che avete, rischiate che non sia mai il momento giusto.
«Ma adesso lo è: abbiamo avviato tutte le nostre cose, c’è una sicurezza insieme. Non voglio avere rimpianti, ho messo le radici per fare tutto. Ora devo far crescere l’albero».
Suo padre è ginecologo, al momento buono la seguirà.
«Non vede l’ora. Papà è uno dei primi ad aver importato l’inseminazione artificialedall’America, ha un reparto di fecondazione in vitro».
Lei quindi sarebbe favorevole all’inseminazione artificiale.
«Se non potessi diventare madre in altro modo, la farei di sicuro».
A volte, se una coppia è molto forte, un figlio può essere dirompente.
«Lo so, vedo i nostri amici: si creano dinamiche diverse, magari litighi di più, ma sono troppo felici».
Soprattutto con un marito come il suo.
«Luca è fuori dal normale: non ne ho mai visto uno così. Anche a livello pratico, non c’è una volta in cui non mi aiuti:
se ho bisogno e lui è via, prende l’aereo per venire da me. A volte gli chiedo perché mi ama. E lui risponde: “Non si chiede perché all’amore”».
Lei perché lo ama?
«Perché c’è sempre».
Il suo nuovo film si intitola Ci vediamo a casa: di che cosa si tratta?
«Ci sono tre diverse coppie, e il filo conduttore è la casa».
La sua vera casa com’è?
«È un loft, ma adesso abbiamo comprato due annessi per ingrandirci: vogliamo un figlio, una stanza in più. Stanno lavorandoci da sei mesi, è che voglio sia perfetta».
L’angolo su cui si è più impegnata?
«Lo studio, con una scrivania di sei metri, che condivido con Luca ed è fonte di litigi: io faccio un gran casino, lui è ordinatissimo. È un uomo molto organizzato e, essendo laureato in Economia, segue i conti, paga le bollette».
Questa ristrutturazione ha fatto parlare di una vostra separazione, quando si è scoperto che Argentero non dormiva a casa.
«È stato molto doloroso, hanno scritto che ci eravamo lasciati. Io non leggo i gossip, non mi piace soprattutto quando parlano dei miei amici: non sai mai se è vero. Ancora peggio quando hanno insinuato che la separazione fosse causata da una mia dipendenza dall’eroina. Mi guardi: come potrei avere tutta questa energia se fossi una eroinomane?».
L’amore è un’altra forma di dipendenza: è vero che Argentero sbirciava i suoi sms?
«No, ero io a farlo. Adesso però, dopo dieci anni, mi fido ciecamente».
Lui se n’era accorto?
«Sì, ma non gliene fregava niente, è veramente un puro. E poi lo sa quanto è difficile stare con lui: ha un pubblico femminile scatenato».
Mai come la protagonista di Attrazione fatale, film che lei ha doppiato da piccola. Non le sembra una storia un po’ dura per una ragazzina di 8 anni?
«Io sono sempre stata trattata come un’adulta, questo mi ha fatto crescere bene. E poi con quel film mi sono divertita, furono le prime parolacce che dissi al doppiaggio: Merda, merda, merda!».