Paolo Bracalini, il Giornale 28/11/2012, 28 novembre 2012
Dalla tv pubblica al Csm fino alle Authority: un piccolo partito concentra un enorme potere – Chiamatelo viale Casini
Dalla tv pubblica al Csm fino alle Authority: un piccolo partito concentra un enorme potere – Chiamatelo viale Casini. Gli ultimi sondaggi Emg La7 e Swg-Agorà danno l’Udc in caduta, al 4%, percentuale da allarme «soglia di sbarramento ». Sottile come un ago, eppure sempre ago della bilancia, specie in Rai, antico feudo democristiano. Lì, l’Udc di Casini, si muove con la disinvoltura di un partito da venti per cento, piazzando i suoi nei posti chiave, ponendo condizioni e veti. Nel cda siede un casiniano della prima ora (dai tempi del Ccd), l’ex deputato Rodolfo De Laurentiis, potente consigliere dal 2009, riconfermato con la stagione dei tecnici. Lo stesso dg Gubitosi, pur non incasellabile, pare abbia particolare feeling col leader Udc. Non strettamente casiniani ma certamente affini sono altri nominati, o sul punto di esserlo, della tv pubblica. Come la figlia dell’ex ministro Dc Andreatta, Eleonora Andreatta, dal mese scorso alla guida di RaiFiction (poltronissima con budget milionario), o come il figlio dell’ex presidente democristiano Leone, Giancarlo Leone, proposto dal dg come nuovo direttore di Raiuno. In quota Udc ci sono anche il direttore del Tg2, Marcello Masi, e il direttore di RadioDue con delega sul Gr2, Flavio Mucciante. Targato Udc è anche il nuovo presidente di RaiWay, Roberto Sergio. La sua nomina è stata un salvataggio, grazie all’appartenenza casiniana, perché la Sipra, concessionaria pubblicitaria Rai di cui Sergio è stato presidente fino a settembre, ha accumulato una voragine (nel primo semestre 2012 perso il 14,6% di ricavi pubblicitari). L’ad di Sipra, Reali, è stato silurato, il casiniano Sergio spostato ad altra presidenza. In area Terzo Polo c’è anche Bruno Socillo, direttore Radio Rai, mentre si vocifera di un avvicinamento al Centro (casiniano) per il cattolico Antonio Preziosi, direttore Giornale Radio Rai e RadioUno, nonchè «consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali». Con l’arrivo alla guida del Tg1 di Mario Orfeo, attuale direttore del Messaggero (editore Caltagirone, suocero di Casini), già direttore del Tg2, l’Udc si ritroverà in mano la direzione del primo tg Rai, quella del secondo tg, la direzione della rete più importante, il secondo canale Radio Rai e Gr, la presidenza di RaiWay, più altre poltrone minori. Per un partito dato al 4%, un potere enorme. Ma la longa manus di «Pierferdy» non si limita alla Rai. Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, è un casiniano doc, già deputato Udc. Un ministro come Piero Gnudi viene dalla presidenza Enel, lì grazie allo sponsor Udc. Fino all’anno scorso e per ben otto anni, alla guida dell’Enav c’è stato un manager in quota Udc, Guido Pugliesi, finito indagato per illecito finanziamento ai partiti insieme, tra gli altri, all’ex tesoriere dell’Udc, onorevole Giuseppe Naro. Una passione per il volo, quella dell’Udc: ai vertici dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile), dal 2003, c’è Vito Riggio, ex deputato Dc, ora di fede Udc. L’amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è stato sponsorizzato dalla Lega sponda Maroni, che però si è smarcato: «Orsi? Lo stimiamo, ma è sempre stato più vicino all’Udc». In quota Udc nel cda di Finmeccanica, per sette anni fino a poche settimane fa, c’è stato Franco Bonferroni, ex deputato, «espressione dell’Udc» secondo le deposizioni del superconsulente di Finmeccanica Lorenzo Cola. Amministratore delegato dell’Acea, multiservizi del Comune di Roma dove Caltagirone ha una quota importante, è Marco Staderini, area Udc, già consigliere Rai per conto di Casini. E anche nelle Authority c’è posto per i centristi. Nel consiglio dell’Agcom è arrivato Francesco Posteraro, nominato nel 2003 vicesegretario generale della Camera dal presidente di Montecitorio Pier Ferdinando Casini. Poi, in lizza per l’Authority dei Trasporti, c’è l’udiccino Vito Riggio, attualmente all’Enac. Per un partito che sta tra il 4 e il 6%, niente male. Ma se avesse il 15%, su quante poltrone si siederebbe Casini? di Paolo Bracalini