Avvenire 29/11/2012, 29 novembre 2012
COME FUNZIONA IL NOSTRO SISTEMA SANITARIO
Il Servizio sanitario nazionale è stato istituito con la legge 833 del 1978 e ha carattere universalistico e solidaristico. È finanziato attraverso la fiscalità generale e non, spiega Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni Italiane, «con tasse di scopo». Il finanziamento è raccolto a livello centrale e viene poi redistribuito «in funzione della quota pro capite individuata di anno in anno». Il riparto del Fondo sanitario nazionale (quest’anno di circa 106 miliardi di euro, decurtato rispetto ai circa 108 previsti inizialmente dai diversi interventi di contenimento della spesa pubblica) avviene di intesa tra Stato e Regioni, non solo sulla base della quota di spesa sanitaria attribuita ad ogni cittadino, ma anche attraverso «correzioni» ad esempio «per età, o per considerazioni legate alla conformazione dei territori » mentre la mobilità sanitaria, cioè lo spostamento dalla Regione di residenza per le cure «è compensata a monte con una tariffa unica ’calmierata’, non a pieno regime».
Le Regioni, che hanno la possibilità di legiferare in materia sanitaria nel rispetto dei principi fondamentali indicati dalla legislazione statale, a loro volta hanno poi la possibilità di «aggiungere tasse locali» per finanziare la sanità, come accade ad esempio in tutte le Regioni «in deficit di bilancio, che lo hanno fatto o aumentando l’Irap, o le accise sulla benzina, o la tassa di circolazione degli autoveicoli». Le risorse sono finalizzate a garantire i Livelli essenziali di assistenza, uniformi su tutto il territorio nazionale, e, fermi al 2001, dovranno essere aggiornati entro la fine del 2012 come previsto dal decreto Balduzzi: attualmente i Lea sono circa 6mila e individuano le prestazioni e i servizi che il Ssn è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o con il pagamento di una quota di partecipazione da parte dei cittadini con i ticket.
Il sistema di compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria potrebbe essere oggetto di una riforma per renderlo, nelle parole del ministro, «più equo, omogeneo e trasparente» il sistema, anche in vista degli ulteriori 2 miliardi di euro da recuperare attraverso questa modalità, previsti dalla manovra estiva del 2011 a partire dal 1 gennaio 2014. E non è escluso che già nelle prossime settimane ci possano essere passi avanti in questa direzione.