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 2012  novembre 28 Mercoledì calendario

MILANO, SUITE, SHOPPING E COIFFEUR: «NELLA VITA NON C’E’ SOLO IL TENNIS»

Cosa non sopporta in una donna: i ritardi. Cosa non regge di un uomo: il russare. Cosa la irrita massimamente: non trovare il numero delle scarpe che ha adocchiato in vetrina. L’ultimo libro che ha letto: l’«Alchimista» di Coelho. Il drink preferito: daiquiri alla fragola (frozen). Il suo balsamo per l’anima: le crepes con la Nutella. Le cinquanta sfumature di Maria Sharapova sono l’asso nella manica della «Grande Sfida» seconda edizione, dopo il boom del 2011 (Serena e Venus Williams, Francesca Schiavone, Flavia Pennetta), evaporato l’effetto-sorpresa che riempì il Forum di Assago all’inverosimile, il cast cambia e si affida al fattore casa (Sara Errani e Roberta Vinci), con un tocco glamour (Ana Ivanovic) e una goccia di Chanel (Sharapova).
«Cosa ricordo di Milano? Mmm... Avevo 14 anni, giocavo un torneo junior (l’Under 16 dell’Avvenire al Tc Ambrosiano, ndr), ricordo l’eccitazione di sbarcare per la prima volta nella capitale mondiale della moda» risponde Maria da New York, dove giovedì sera salirà sul volo per l’Italia, atterraggio previsto alle 9.20 di venerdì mattina con molto divismo e qualche capriccetto in valigia. Attirare la numero 2 del mondo per un’esibizione in pieno inverno, spezzandone le vacanze e la preparazione per l’anno prossimo, non è stato facile. Come le sorelle Williams, la divina andava corteggiata, blandita, sedotta, e gli argomenti a Milano non mancano. Sharapova, quindi, avrà un autista, una guardia del corpo, addirittura un parrucchiere a lei dedicato che l’aspetterà nella suite dell’Armani Hotel, in via Manzoni, per aiutarla a prepararsi allo shopping apparecchiato per lei e le altre tre protagoniste. «Conosco l’Italia, ne apprezzo la cultura, la moda e il cibo, ma ho più famigliarità con Roma, dove negli ultimi due anni ho vinto gli Internazionali — racconta Maria cinguettando al pensiero di strisciare la carta di credito per le vie del centro (6.308.296 dollari incassati in soli prize money durante la stagione, ma la russa è una donna da 20 milioni all’anno) —. A Milano torno volentieri, resto poco più di 48 ore però di certo visiterò il Duomo e sommergerò di domande il mio idolo Giorgio Armani: non vedo l’ora di conoscerlo, per me è una leggenda vivente, la moda è il mio hobby ma anche uno dei miei business, se potessi mi comprerei tutti i suoi abiti...». Come già fece con Venus e Serena, lo stilista aprirà le porte di casa all’inedito quartetto di potenziali acquirenti: alle 12.30 di venerdì aperitivo con Armani, colazione all’Emporio Armani Café, shopping selvaggio e poi via verso la bottega di Pomellato in Via San Pietro all’Orto, perché un outfit non è completo senza qualche accessorio di qualità. «È il bello delle esibizioni — gongola Maria —: giocare a tennis senza l’assillo del risultato e avere l’occasione di guardarsi un po’ intorno... Vorrei anche procurarmi qualche ricetta nuova per cucinare la pasta: non sono una grande cuoca, adoro la cucina russa e thai ma quando mi metto ai fornelli spesso mi piace sperimentare piatti italiani».
Sabato (diretta Sky dalle 16) ci sarebbe anche il tennis, nel menù, quei dritti e rovesci sparati da fondocampo con femminea violenza che diecimila spettatori (7.500 biglietti venduti, si va verso il tutto esaurito ma qualche tagliando in giro ancora si trova) applaudiranno in una formula che prevede due singolari e un doppio, Italia contro resto del mondo, annunciato vippame assortito (Cassano squalificato e Galliani di ritorno da Catania, speriamo seduti lontani, folta rappresentanza dell’EA7, la squadra di basket di Milano, e del mondo olimpico: Tania Cagnotto, Valerio Aspromonte, Martina Grimaldi), autografi, applausi, ricchi premi e cotillons. Una festa del tennis in piena regola, il giusto riconoscimento per Sara Errani e Roberta Vinci, che dagli organizzatori di Mca Events furono messe sotto contratto lo scorso maggio, prima di decollare verso la finale del Roland Garros (Sara, che sabato cercherà di prendersi una piccola ed effimera rivincita proprio contro la Sharapova, regina di Parigi) e i due titoli Slam in doppio (Parigi e New York).
Maria, che sarà accompagnata dal padre Yuri, dal manager Max e dal coach Thomas, tornata single a fine primavera dopo il matrimonio mancato con il cestista Sasha Vujacic («Un fidanzato italiano...? Ma che domande mi fai???!»), è la superstar più attraente del tennis mondiale femminile, la risposta bionda e dell’Est a Serena Williams, e per Milano avere entrambe in anni consecutivi, sia pure per uno show senza nulla in palio, è certamente un merito. «Ritrovo Sara con piacere, voi vi siete stupiti di vederla nella finale di Parigi ma io no, conosco il suo valore, merita tutto ciò che ha vinto quest’anno. E migliorerà ancora, vedrete... Quanto a me, chiuso il Grande Slam della carriera, lavoro per tornare numero 1 del ranking e conquistare altri Slam. Nel 2008, dopo l’operazione alla spalla, ho temuto il ritiro. E invece eccomi qui. Milano, arrivo: cosa prevede il meteo?». Brutto.
Cinquanta sfumature di Maria. Al grigio pensiamo noi.
Gaia Piccardi