Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 28 Mercoledì calendario

IN VENDITA GLI ULIVI (VERI) DI MONET. MA IL GIUDICE BLOCCA L’ASTA —

Gli ulivi argentati sono riconoscibili al primo colpo d’occhio: così li ha visti e dipinti Claude Monet nel 1884 quando visitò Bordighera. Il quadro, di proprietà di un privato parigino, è stato esposto alla grande mostra «Mediterraneo» l’anno scorso al Palazzo Ducale di Genova e curata da Marco Goldin. Gli alberi che ancora affondano le loro radici nel giardino di Villa Pompeo Mariani sono stati stimati dai periti del Tribunale di Sanremo 500 mila euro per il loro valore di «attrazione turistica». La perizia è stata disposta dal Tribunale perché il giardino, gli ulivi di Monet e Villa Mariani, oggi un museo privato, hanno rischiato di andare all’asta il 30 novembre.
Tutto nasce da un contenzioso fra il proprietario, Carlo Bagnasco, e l’istituto di credito nei confronti del quale Bagnasco è debitore per una cifra iniziale di 900 mila euro diventata con gli interessi oltre un milione e 200 mila euro. Nell’ultima udienza, pochi giorni fa, davanti al giudice Roberto Di Martino, il Monte dei Paschi si è dichiarato pronto a un accordo. Ieri, a due giorni dalla vendita all’asta, il giudice ha accettato la proposta degli avvocati di Bagnasco, Macaluso e Giannelli: una conversione del debito e la sua rateizzazione in un anno e mezzo.
Vendita scampata per gli ulivi di Monet? «Sono sicuro di poter far fronte ai pagamenti — dice Bagnasco — e metto a garanzia immobili a Genova per un valore di tre milioni di euro. La Fondazione Mariani è tutta la mia vita. Non potevo sopportare che tutto venisse disperso».
La villa e l’atelier, chiamato la Specola, di Pompeo Mariani, pluripremiato pittore di paesaggi rivieraschi e marine che ebbe grandissima fama a cavallo dell’Otto e Novecento, sono catalogati nell’elenco mondiale delle prime dieci «case d’artista» ottocentesche meglio conservate. Mariani era un collezionista, forse un po’ troppo eclettico (dalle tabacchiere del XVII secolo ai libretti d’opera originali, dalla prima edizione dei Promessi Sposi con dedica di Manzoni ai disegni di David), ma talmente generoso da accumulare nella sua dimora un piccolo tesoro artistico, oggi valutato, comprese le sue tele, intorno ai 30 milioni di euro. Una ventina di milioni è invece la stima degli immobili.
L’asta avrebbe riguardato la villa e l’atelier, ma non la ricca collezione che — al di fuori della sua sede — avrebbe però perso molto significato. Villa Mariani fu visitata e apprezzata da Arturo Toscanini, Charlie Chaplin, la famiglia Rothschild, i Kennedy. Fra la storia e il gossip si sussurra dell’interessamento che avrebbero avuto per la casa e la collezione prima Marcello Dell’Utri poi un magnate russo. Ed è del tutto reale la visita nel giugno di quest’anno di Vittorio Sgarbi.
«Villa Mariani e l’atelier dell’artista — dice l’assessore alla Cultura della Regione Liguria Angelo Berlangieri — sono promosse da noi in tutte le iniziative che riguardano le ville e i giardini storici, ma si tratta di un museo e di una proprietà interamente privati e più di così non possiamo fare. Comprarla se finisse di nuovo all’asta? Non se ne parla, la Regione Liguria quasi non ha i soldi per comprare i farmaci figurarsi le ville».
Erika Dellacasa