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 2012  novembre 28 Mercoledì calendario

ECCO LA SCUOLA PERFETTA COSTRUITA GRAZIE AI RIFIUTI


SEMBRA di essere dentro un film. Il titolo potrebbe essere “La scuola perfetta”, oppure “La scuola più bella d’Italia”. I bambini in grembiule azzurro e le bimbe in rosa attraversano corridoi dove anche i muri parlano, entrano in classi ordinate e attrezzatissime, studiano storia e matematica e scrivono
anche un rap.

«Se devo dirla tutta / qui sono in paradiso / per venire in questa scuola / mi sveglio col sorriso». Claudio e Maria, quinta C, non hanno molto tempo per parlare, perché stanno già preparando «lo spettacolo di Natale». «Lo sa che questa scuola è magica? Quando entriamo le luci si accendono da sole, non tutte, solo quelle che servono. Quando usciamo si spengono. E ha visto i tetti? Non ci sono tegole ma prati e giardini». Il rap continua e spiega. «Se guardi sopra il tetto / esclami mamma mia / con tutti quei pannelli / facciamo
ecologia».
La frazione Moie è un pezzetto d’Italia dove i bambini della Martin Luther King cantano «mi sento fortunato» e hanno ragione. In 326, divisi in 15 classi dalla prima alla quinta elementare, vanno ogni giorno in una scuola nella quale anche i genitori vogliono entrare, per controllare che i racconti fatti a casa dai loro figli non siano fantasie. Un pezzetto d’Italia fortunato perché ciò che altrove è un problema e a volte un dramma qui è diventato una risorsa. «Abbiamo una discarica — racconta il sindaco Giancarlo Carbini — che ci permette di investire nel futuro del nostro paese.
Ripeto: nel futuro. Potremmo usare i soldi per annullare le tasse e dare servizi gratis ai cittadini. Invece aiutiamo chi ha davvero bisogno, ma chi ha un reddito medio o alto continua a pagare. Ci siamo chiesti: quando finirà la discarica, che faremo? Per questo investiamo nella scuola e nella cultura, il vero futuro».
Ci sono Comuni che spendono milioni di euro per spedire lontano i rifiuti e qui si raccolgono i frutti di queste assurde scelte. Nel bilancio 2011 di Maiolati Spontini (6.300 abitanti) ci sono 12.764.517 euro di entrate e ben 3.731.900 arrivano dalla discarica. Con questi soldi è stato possibile spendere 3,4 milioni per la scuola elementare, e altri 9 sono pronti per le nuove scuole medie. Una vecchia fornace già dal 2007 è stata trasformata in una splendida biblioteca (costata 2.751.170 euro) che ospita 178 incontri all’anno, ha 2.705 iscritti e presta più di 40.000 volumi.
Fa quasi impressione, la scuola bella. Sui muri che parlano ci sono scritte e disegni, preparati dallo studio Mlk di Pesaro, lo stesso che ha disegnato la comunicazione visiva per il Maxxi di Roma. «Gli spazi comuni, le pareti, i corridoi — raccontano i grafici Monica Zaffini e Massimiliano Patrignani — diventano grandi superfici comunicative, capaci di veicolare messaggi importanti ed educativi in modo ludico e contemporaneo. Con il linguaggio dei bambini si parla di ambiente, di integrazione, del rispetto degli altri, e anche dell’alimentazione ». All’ingresso, una scritta su una porta a vetri: «Vado a scuola perché». Queste le risposte
già preparate: non ci si annoia mai, le maestre sono fortissime, ho fatto tutti i compiti e sono preparato, sono secchione e me ne vanto, mi ci portano mamma e papà… Ma anche i bambini possono scrivere le loro risposte. Due bacheche raccolgono foglietti, disegni, messaggi d’amore, sogni, ecc. su “la scuola che vorrei, il mondo che vorrei”. Anche un’intera parete, in ogni classe — in questa scuola aperta da due mesi non c’è nessun graffito, nemmeno fatto a matita — raccoglie su materiale adesivo messaggi e disegni degli alunni. In una classe c’è una lavagna multimediale (per collegarsi a internet, vedere film, scrivere…) e presto altre arriveranno in tutte le classi.
«Già il primo giorno — dice Nicola Brunetti, il dirigente dell’istituto comprensivo dedicato a Carlo Urbani, il medico che ha scoperto la Sars e ha perso la vita per curare gli altri, di cui fa parte la Martin Luther King — i bambini ci hanno promesso che non faranno nessun segno sui muri. “Sono già troppo belli”, ci hanno detto. Le scritte del percorso grafico sono in italiano, inglese, spagnolo e francese, le stesse lingue che gli alunni troveranno poi alle medie. Si insegna anche la musica: abbiamo l’orchestra di istituto, dove si imparano pianoforte, violino, chitarra e flauto traverso. Per gli altri strumenti, collaboriamo con la banda musicale l’Esina, che “assume” altri nostri ragazzi. Alla fine dell’anno, un bel concerto tutti assieme».
A gennaio inizieranno i lavori per la scuola media, che in comune con le elementari avrà sette laboratori (dalle scienze alle lingue straniere, dall’informatica all’interculturalità) un’aula
magna e una palestra. «La scuola elementare — dice l’architetto Nazzareno Petrini, che l’ha progettata — è fatta di due braccia che sembrano conficcate nella collina. L’impatto è minimo, anche perché i tetti sono coperti da 770 metri quadri di giardini pensili. Con l’impianto fotovoltaico, siamo autonomi anche per l’energia. Non ci sono termosifoni, il calore — regolato da un computer — arriva dal soffitto».
La sala mensa sembra un ristorante. Risotto, arista, patate e mele. «Qui ci possiamo permettere — dice il sindaco Giancarlo Carbini — di usare solo prodotti di stagione. Non ci sono surgelati. Facciamo di tutto, per aumentare la voglia di andare a scuola». L’obiettivo sembra raggiunto. La scuola — secondo il rap di questi cantautori in grembiulino — «è bella come il sole / e dentro questo sole / son bello da morire».