Elizabeth Day, Gioia 22/11/2012, 22 novembre 2012
VALÉRIE TRIERWEILER NON SONO LA STILISTA DI HOLLANDE
IL PRESIDENTE francese François Hollande non è rinomato per la sua eleganza. Così è comprensibile, forse, che per la sua prima fotografia ufficiale con il governo Hollande si sia rivolto alla sua compagna per un consiglio su che cosa indossare.
Valérie Trierweiler, 47enne ex giornalista politica e conduttrice di talk-show, sua compagna da sette anni, sa come ci si deve vestire davanti alle telecamere. Accettò di dare una mano a Hollande nella scelta di un abito e di una cravatta, ma in proposito mise subito in chiaro: «Non pensare che intenda farlo da qui in avanti».
È un aneddoto che descrive con precisione la nuova première dame di Francia. Sotto le squisite apparenze – i capelli pettinati in modo impeccabile, il trucco leggero, le camicette con il numero giusto di bottoni aperti – si cela la volontà ferrea di non essere solo la consorte presidenziale. «Lei», spiega Alix Bouilhaguet, coautrice di La frondeuse (La piantagrane), una recente biografia della Trierweiler, «è una persona che ha sempre vissuto contando sulle proprie forze». Un sondaggio uscito da poco per la rivista Vsd ha rilevato che il 67 per cento dei francesi la considera negativamente.
In parte, Valérle è vittima del suo stesso status incerto. Lei e Hollande non sono sposati e lui ha dichiarato di considerare il matrimonio un’istituzione "borghese". Stando così le cose, lei non ha nessuna posizione ufficiale come première dame, pur essendo stata costretta a lasciare il suo lavoro di giornalista politica a Paris match per evitare accuse di parzialità. Per la rivista scrive oggi recensioni librarie, insistendo che deve continuare a mantenere i suoi figli (tre adolescenti avuti dal secondo matrimonio con il collega e accademico Denis Trierweiler). Tuttavia l’editore ha annunciato che alla fine dell’anno non le rinnoverà il contratto. In tutto questo, Valérle continua ad avere il suo ufficio all’Eliseo e cinque assistenti personali, causa principale delle lamentele comparse sulla stampa, in un periodo di drastici tagli alle spese. L’ex première dame Carla Bruni-Sarkozy ha da poco consigliato la coppia di sposarsi per semplificare le cose.
«È una bella donna, attraente, con classe e senso dell’umorismo», commenta il romanziere Laurent Binet, che ha seguito Hollande e la sua compagna durante la campagna elettorale per scrivere il suo libro di attualità Rien ne se passe comme prévu (Niente va come previsto). La sua impulsività però le ha creato non pochi problemi. A giugno, la Trierweiler sollevò il pubblico clamore, allorché scrisse un tweet, nel quale esprimeva il suo sostegno al candidato socialista dissidente, Olivier Falorni. Quest’ultimo era impegnato in una battaglia elettorale nella circoscrizione di La Rochelle contro la ex di Hollande, Ségolène Royal. Secondo una fonte, il tweet era stato inviato in un impeto di rabbia dall’Eliseo dopo che la Trierweiler aveva scoperto che Hollande aveva supportato la sua ex compagna di nascosto. Si raccontò che una Trierweiler schiumante di rabbia avesse chiamato il presidente, impegnato in una riunione, e gli avesse urlato al telefono.
La Royal poi quelle elezioni finì per perderle. Di conseguenza i suoi figli, furibondi, non parlano più con la fidanzata del padre, nonostante Valérle abbia presentato pubblicamente le sue scuse. «Se Hollande ama Valérie Trierweiler è perché lei incarna un certo tipo di libertà e trasgressione che lui non concede a se stesso», commenta Bouilhaguet. «Lui è discreto e introverso. Lei è esplosiva. Come coppia si completano a vicenda».
Parte del problema deriva dal fatto che Hollande, con la sua reputazione di fermezza e imperturbabilità, in pubblico è molto controllato. In Entre deux fens (Tra due fuochi), un libro pubblicato all’inizio dell’anno dalle giornaliste investigative Anne Rosencher e Anna Cabana, le autrici scrivono che i colleghi di Hollande «lo pregano di "rassicurare Valérie". Lui non la conforta mai mostrandole il suo affetto in pubblico. Troppa modestia, troppo autocontrollo. Con lui, è tutto ben recintato. Con lei è il contrario».
A un comizio di festeggiamento del trionfo elettorale di Hollande, lei fece in modo che la "loro" canzone La vie en rose di Edith Piaf venisse eseguita sul palco a sorpresa. Quando Hollande le diede un bacetto sulla guancia, lei insistette perché fosse sulle labbra. Le fotografie dell’imbarazzato abbraccio "appassionato", il giorno dopo riempirono le prime pagine dei giornali. La percezione che l’opinione pubblica ha di lei oscilla tra l’arpia paranoica ossessionata dal fantasma della ex di Hollande e la seduttrice manipolatrice che va a letto con uomini potenti per ottenere ciò che vuole. E lo scandalo del tweet fa sentire ancora i suoi effetti.
Secondo Lucy Wadham, autrice di The secret life of France (La vita segreta di Francia), l’episodio ha messo la Trierweiler sotto la luce peggiore: «Lei afferma di essere una giornalista seria, eppure non solo infrange tutte le regole di neutralità e discrezione, ma passa per un’isterica agli occhi dell’opinione pubblica francese».
Anna Cabana concorda: «Ha avuto l’occasione di essere la prima first lady davvero moderna della Francia. Avrebbe potuto mantenere il suo lavoro, la sua indipendenza e rifiutarsi di interpretare il ruolo della moglie trofeo... Invece, regna la confusione. E una first lady e una giornalista che confonde i due ruoli, una donna che non è disposta a mollare niente».
Le sue azioni hanno macchiato la reputazione di Hollande come persona affidabile. Il presidente viene sempre più percepito come debole e maltrattato: un uomo incapace di tenere sotto controllo le sue vicende familiari, figuriamoci un intero Paese. Nella popolare trasmissione satirica Guignols de l’info, la Trierweiler viene ritratta come caustica e dominatrice; Hollande come uno sciocco maldestro. Ma in alcuni ambienti si registrano segnali di un certo ammorbidimento dei toni. Matthew Fraser, professore dell’American university di Parigi, sostiene che la Trierweiler è una vittima della «cultura maschilista presente nelle élite francesi».
Valérie è vista da molti come l’esatto opposto di Hollande, non solo da un punto di vista emotivo, ma anche per le loro differenti radici. Mentre il presidente è un tecnocrate della classe medio-alta, il cui primo lavoro, finita l’università, è stato quello di assistente di Francois Mitterrand, la sua compagna è nata in una povera famiglia della provincia, ad Angers, quinta di sei figli. Sempre brava a scuola, una laurea in Storia e Scienze politiche alla Sorbona, nel 1988 aveva già cominciato a lavorare come giornalista alla rivista Profession politique e poi per Paris match, dove cominciò a fare la cronaca delle fortune del partito socialista. Nel 1992 intervistò il ministro dell’Ambiente, una giovane politica promettente, tale Ségolène Royal, che aveva appena dato alla luce il suo quarto figlio con Hollande. I tre diventarono amici: in seguito la Trierweiler confessò di avere condiviso numerose opinioni politiche con Hollande e che lui la faceva ridere, ma che solo molto tempo dopo divennero amanti. A quel punto, Valérie era sposata con il suo secondo marito (dal primo, Franck, un amico d’infanzia, aveva divorziato presto) e stava destando ottima impressione nei circoli politici.
Nel 2005, la Trierweiler e Hollande erano amanti. Due anni dopo, la Royal e Hollande annunciarono la separazione. La Trierweiler e il suo amante si trasferirono in un appartamento al XV arrondissement e Paris match, trovatesi d’un tratto alle prese con un possibile conflitto d’interessi, le cambiò incarico togliendole la copertura delle vicende politiche.
Per cominciare, Valérie si convinse che la vita avrebbe potuto procedere normalmente, dopo essere diventata pubblica con Hollande, e che lei sarebbe stata in grado di tenere insieme la sua carriera di giornalista politica con la sua vita privata ma, dice Matthew Fraser, «sembrava le mancasse la maturità di tenere le due cose separate. Era sempre al telefono, impegnata a costruire la sua base di potere nel sistema, confondendo i due ruoli».
I francesi non giudicano la Trierweiler per la sua condizione di donna non sposata, ma per quella che percepiscono come una mancanza di decoro. Per molti versi, la presidenza ha rimpiazzato la monarchia, in una nazione che sta ancora faticando a fare i conti con le conseguenze del suo passato rivoluzionario. Perciò ci aspetta che la première dame si comporti con padronanza di sé.
«La donna che sta dietro il presidente francese (perché è questo il posto della première dame in Francia) dev’essere bella (se possibile) ma, soprattutto, discreta e paziente, come le donne in tutte le patriarchie», spiega Lucy Wadham. Per una donna intelligente, autosufficiente ed emancipata come la Trierweiler, le costrizioni legate a questo ruolo sono soffocanti. A questo punto resta da vedere se Valérie si dimostrerà un aiuto o un ostacolo per Francois Hollande. Per ora, lui ha il poco onorevole primato di essere il presidente francese più impopolare al traguardo dei sei mesi di mandato: secondo l’ultimo sondaggio commissionato da Le figaro, solo il 36 per cento dei francesi ha fiducia in lui. La Trierweiler non sta andando meglio. Ma qualunque cosa le riserverà il futuro di première dame, sarebbe una vergogna se si riducesse tutto alla scelta del vestito da indossare per il suo uomo.
(Traduzione di Stefano Stogl)