C. G., Il Sole 24 Ore 27/11/2012, 27 novembre 2012
DOPO IL CRACK LEHMAN RITORNANO I TITOLI CON CEDOLA «IN NATURA»
Con il boom dei junk bond ad alto rischio negli ultimi mesi in America si è assistito anche al ritorno di uno strumento finanziario che solo due anni fa si pensava fosse in via di estinzione. Parliamo del cosiddetto Pay-in-kind bond, o Pik-bond, un prodotto molto comune prima del crack di Lehman nel settembre 2008. Che consente all’emittente di non pagare le cedole in denaro bensì con nuove obbligazioni. Fino alla scadenza finale.
«Se un’azienda non si può permettere di pagare le cedole in contanti, non mi pare saggio accettare nuovo debito», dice Tim Gramatovich, Chief Investment Officer di Peritus Asset Management. «Quando non sono un modo per ottenere del credito che i fondamentali economici non giustificano, i Pik-bond servono ad aumentare la leva finanziaria senza far scattare le clausole di copertura. In ogni caso, un investitore prudente dovrebbe tenersene alla lontana».
Eppure quest’anno ci sono state ben 13 emissioni di Pik-bond. Per un totale di 4.669 milioni di dollari.
Caso esemplare quello della catena di negozi Jo-Ann Stores, che ad ottobre con il supporto di JPMorgan Chase, Bank of America Merrill Lynch e Barclays ha emesso obbligazioni Pik settennali per 325 milioni di dollari. Gli analisti non hanno accolto l’operazione affatto bene.
Nell’attribuire a Jo-Ann Stores la tripla C Standard & Poor’s ha spiegato che a suo giudizio «la nuova emissione peggiorerà la situazione finanziaria, con un debito che arriverà a essere di sette volte superiore al margine operativo lordo». E ha aggiunto: «Riteniamo la politica finanziaria della società molto aggressiva, soprattutto per scelta del suo azionista di maggioranza, il fondo di private equity Leonard Green & Partners Lp, che evidentemente preferisce dare priorità a dividendi e rendimenti finanziari anzichè al rientro del debito». Il riferimento era al fatto che i 325 milioni di nuovo debito andranno tutti a finanziare un dividendo straordinario per gli azionisti di Jo-Ann. Fondo Leonard Green & Partners in testa.