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 2012  novembre 27 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO ILVA


TARANTO - Monta la tensione a Taranto dopo la decisione dell’azienda di chiudere gli stabilimenti e lasciare a casa cinquemila dipendenti. Questo in risposta all’attività della magistratura che ieri ha disposto sette arresti sequestrando i prodotti finiti e semilavorati. Gli uffici della direzione sono stati occupati da alcune centinaia di operai questa mattina dopo la proclamazione dello sciopero. Decisa, invece, è la risposta del governo che ha annunciato un incontro sul caso Ilva. L’allarme al siderurgico è stato oggetto di un incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier, Mario Monti. Secondo quanto si apprende in vista del prossimo consiglio dei ministri potrebbe essere presentato un decreto legge.

IL PARERE DEI MINISTRI - «Quello di giovedì - ha detto Corrado Clini, ministro dell’Ambiente - non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento, lavoriamo a un decreto per l’applicazione dell’Aia. Stiamo lavorando con Monti e i ministri ad una soluzione per l’applicazione dell’Aia, unica strada per il risanamento». Clini ha aggiunto che «le normative nazionali ed europee stabiliscono che per l’esercizio di questo tipo di impianti è necessaria l’Aia che è l’unico documento legale che ne regola l’attività. Il problema, oggi, è creare le condizioni di agibilità per cui l’azienda possa rispettarla rigorosamente. Siamo di fronte ad una situazione paradossale: c’è un rischio di convergenza di interessi per cui fra l’iniziativa della magistratura e l’interesse dell’azienda a non investire, avremmo il risultato pratico di un’area inquinata pericolosa e la perdita di lavoro per migliaia di persone. Questa convergenza negativa va spezzata» ha concluso Clini. «Il governo - ha aggiunto Renato Balduzzi, ministro della Salute - ha sempre detto che ambiente, salute e sviluppo devono stare insieme e questo è l’impegno di tutti. Siamo di fronte ad una situazione assolutamente nuova, per certi versi inedita, e cercheremo di dare come governo il nostro apporto».

I BADGE RIATTIVATI - L’Ilva ha riabilitato i badge ai lavoratori dell’area a freddo, disattivati ieri contestualmente all’annuncio che gli impianti sarebbero stati chiusi. La riattivazione è stata fatta nonostante l’attività nell’area resti in gran parte sospesa. Per ora, a quanto si è saputo, continueranno a lavorare i dipendenti dell’area Servizi e manutenzione, con una riduzione del personale al 50 per cento. Il dirigente del personale Enrico Martino, si è appreso, nell’incontro tenuto nel pomeriggio con i rappresentanti sindacali ha manifestato il rammarico per il comportamento di alcuni lavoratori che questa mattina, in concomitanza con la giornata di sciopero, hanno sfondato il cordone della vigilanza e sono entrati nello stabilimento

FERRANTE - L’Ilva ha avviato al Tribunale del Riesame il ricorso contro l’ultimo intervento della magistratura: fino al suo pronunciamento gli impianti di Taranto rimarranno chiusi. Lo ha deciso il Cda della società. «Spero in un pronunciamento rapido, entro pochi giorni», spiega il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Non mi aspettavo un intervento» della magistratura «di questo tipo: che vi fosse una produzione era risaputo a tutti. «Il Governo ha avuto grande attenzione e dall’incontro di giovedì spero vengano passi avanti», aggiunge Ferrante.

FERIE FORZATE - L’Ilva ha messo in ferie forzate i lavoratori dell’area a freddo, ma sarà riconosciuto lo stipendio anche a coloro che non hanno ferie a disposizione da smaltire, almeno fino al pronunciamento del tribunale del Riesame sul ricorso dell’azienda contro l’ultimo provvedimento della magistratura, che ha disposto anche il sequestro della produzione. È in corso nello stabilimento di Taranto un incontro tra il capo del personale Enrico Martino, i segretari generali di Taranto di Fim, Fiom e Uilm e una delegazione di lavoratori.

Gli uffici della direzione dell’Ilva di Taranto sono stati occupati da alcune centinaia di operai questa mattina dopo la proclamazione dello sciopero. Chiedono un futuro per il lavoro
I badge degli operai sono stati disattivati
Lavoratori bloccati dinanzi all’ingresso della fabbrica

LA SITUAZIONE IN AZIENDA - Gli operai dell’Ilva, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell’area a caldo sia quelli dell’area a freddo, hanno occupato tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento e ora stanno decidendo come proseguire la protesta. «Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci - dicono alcuni di loro - e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare.» Negli uffici della direzione sono entrati anche alcuni componenti del movimento dei Liberi Pensanti. Al momento gli operai non sembrerebbero intenzionati a mettere in atto blocchi stradali, anche se attendono l’esito dell’incontro con i vertici dell’azienda. «Cosa accadrà? Non lo sa nessuno - dicono - qui si naviga a vista». Alle 7 è iniziato lo sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm. La mobilitazione durerà almeno 24 ore. Dinanzi alle portinerie sono in atto sit-in di lavoratori, mentre qualche momento di tensione si è registrato tra chi voleva entrare e chi invece invitava a scioperare. Ieri l’azienda ha anche comunicato la chiusura dell’area a freddo, facendo rimanere a casa i lavoratori di quell’area. Domani si terrà il consiglio di amministrazione dell’Ilva ed è confermato, sempre per domani, l’incontro tra azienda e sindacati, già programmato per discutere della cassa integrazione annunciata per 1.942 dipendenti, prima della nuova bufera giudiziaria.

IL MINISTRO CANCELLIERI - Il ministro degli Interni ritiene che ci sia «un rischio notevole» di problemi per l’ordine pubblico in seguito alla chiusura dell’impianto a freddo da parte dell’Ilva e la messa in libertà di 5000 lavoratori. «Il rischio c’è - ha detto a margine di un convegno - ed è anche notevole. La situazione è molto preoccupante - ha detto Cancellieri - perché i posti di lavoro messi in discussione sono tantissimi, non sono solo quelli di Taranto ma riguarda anche l’indotto». Cancellieri ha sottolineato, a proposito dell’incontro di giovedì annunciato dal governo, che la «competenza è dei colleghi. Ho fiducia - ha detto - e spero che vada tutto bene. Teniamo i nervi saldi».

LA PROTESTA A GENOVA - In mattinata un gruppo di lavoratori dello stabilimento Ilva di Cornigliano ha bloccato la sopraelevata, la principale arteria stradale cittadina, mandando in tilt il traffico in tutta la città. In precedenza il corteo dei lavoratori Ilva di Genova, che da stamani manifestano contro l’ipotesi di chiusura dello stabilimento, aveva bloccato il casello di Genova Ovest. Il blocco è stato rimosso poco dopo le 13.30 e il corteo si è trasferito in azienda. «Le decisioni dei pm hanno costretto l’Ilva a chiudere da subito gli impianti a freddo dello stabilimento di Taranto - ha chiarito Giovanni Calvini, presidente di Confindustria Genova - fatto che ha determinato la messa in ferie di 5.000 dipendenti, ai quali, per motivi di sicurezza, sono stati disattivati i badge di ingresso. Inevitabilmente - ha sottolineato Calvini - la decisione di bloccare vendita e produzione causerà non solo il fermo dello stabilimento di Genova, ma di innumerevoli altre aziende che senza le forniture dell’Ilva non possono produrre. Dispiace che mentre l’azienda stava cercando di dare attuazione all’Aia chiedendo il dissequestro degli impianti, necessario per poter implementare il piano industriale, la magistratura abbia preso una decisione così drastica». Così circa 1.500 metalmeccanici dello stabilimento Ilva di Genova, dopo una breve assemblea, hanno dato vita al corteo. Con loro anche i cassa integrati dello stabilimento metallurgico. Il corteo, aperto da un caterpillar da 140 quintali e seguito da un grosso camion e da un autospurgo, si è diretto verso il casello di Genova ovest dove confluiscono la A7 e la A10. Autostrade per l’Italia ha reso noto che sull’A7 Genova-Serravalle è stato riaperto intorno alle 14 il tratto compreso tra l’allacciamento con la A10 Genova-Ventimiglia, precedentemente chiuso in entrambe le direzioni.

IL MINISTRO SEVERINO - «Quello dell’Ilva è un caso estremamente difficile e complesso, bisogna coniugare diritto al lavoro e diritto alla salute» ma in Italia «l’adeguamento alle normative ambientali è assolutamente da fare» ha detto Paola Severino a margine di un convegno. «La magistratura - ha spiegato il ministro - si è assunta la sua parte che è quella di applicare le leggi, e il governo si è assunto i suoi compiti e domani c’è una riunione importante per cercare una soluzione che contemperi i due valori». Parlando più in generale del nostro paese e di altre situazioni simili a quelle dell’Ilva, il ministro ha sottolineato che «nel nostro paese l’attenzione alla tutela ambientale è forte, ma è cresciuta nel tempo. L’adeguamento alle normative necessità di tempo ma è assolutamente da fare».