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 2012  novembre 27 Martedì calendario

I CENTO “EROI” DEL PENSIERO CORAGGIOSO

[Da Aung San Suu Kyi a Paul Ryan: Foreign Policy incorona i protagonisti del 2012] –
Al primo posto ci sono Aung San Suu Kyi e Thein Sein, ovvero la famosa dissidente (e premio Nobel per la pace) birmana e la sua controparte, il generale- presidente che ha concesso qualche spiraglio di libertà a uno dei paesi (Myanmar, un tempo Birmania) più chiusi del mondo. Al centesimo c’è Sana Saleem, la blogger del Pakistan che ha sfidato il suo paese con una semplice verità (la libertà di parola non è blasfemia). In mezzo nomi conosciuti al grande pubblico (Bill&Hillary Clinton, Bill&Melinda Gates, Barack Obama, Angela Merkel, Salman Rushdie e altri) e quelli che dicono qualcosa solo agli esperti del ramo. Un lungo elenco di nominativi in cui compaiono anche due italiani: Mario Draghi e Luigi Zingales.
È la classifica dei “100 Top Global Thinkers” pubblicata ieri dalla rivista Foreign Policy, le donne gli uomini che nel 2012 hanno influenzato di più le vicende di un mondo sempre più globalizzato. Come tutte le classifiche pubblicate da giornali e riviste anche questa è ovviamente opinabile, forse mai come quest’anno. Per ammissione della stessa rivista a guidare le scelte non c’è stato un criterio oggettivo ma piuttosto un ideale: «In una fase in cui le idee, siano esse buone o cattive, viaggiano alla massima velocità, siamo orgogliosi di celebrare il pensiero coraggioso di coloro che sono alla testa del dibattito globale sulla libertà di espressione».
Vale dunque la pena capire chi sono (e perchè) i cento “pensatori” considerati più importanti: dopo i due birmani che sono a pari merito al primo posto, sul podio d’onore troviamo Moncef Marzouki, il presidente tunisino, nominato «per avere mantenuto vive le speranze della primavera araba». Seguito al terzo posto da Bill e Hillary Clinton («perchè ancora pensano al domani»). Al quarto troviamo Sebastian Thrun, lo scienziato tedesco della Stanford University padre della robot-car, nonché vicepresidente di Google. Che supera di un soffio il duo Bill&Melinda Gates.
Prima di Barack Obama (che è al settimo posto) si inserisce Malala Yousafzai, la coraggiosa 15nne pachistana sopravvissuta a un attacco dei Taliban (le hanno sparato alla testa) che volevano punirla per aver «insultato i soldati di Allah ». Dopo il presidente Usa completano la prima decina il candidato repubblicano alla vice-presidenza Paul Ryan (per il suo piano fiscale), il dissidente cieco cinese Chen Guangcheng e il trio di “pensatori” che ha radicalmente cambiato idea nell’ultimo anno: David Blankenhorn (un conservatore diventato attivista per i diritti dei gay), Narayana Kocherlakota (presidente della Minneapolis Federal Reserve Bank) che ha scioccato Wall Street con le sue dichiarazioni sui tassi di interesse e Richard Muller, professore di fisica a Berkeley, un tempo grande scettico sul global warminge oggi capofila degli scienziati ‘ecologisti’.
Nei ‘magnifici cento’ non mancano politici (Merkel, Barak, Netanyahu), le tre ‘Pussy Riot” russe, diverse donne che vivono in zone particolarmente a rischio (come l’attivista siriana Rima Dali), economisti, premi Nobel, politici, letterati. I due italiani della lista sono al 20esimo (Draghi) e al 96esimo (Zingales) posto: a rappresentare l’Italia della crisi sono gli economisti.