Riccardo Barenghi, La Stampa 27/11/2012, 27 novembre 2012
ROSSANDA, ADDIO POLEMICO AL MANIFESTO
[«Io non sono per l’antipolitica Con il giornale che ho fondato non c’è più dialogo» Scriverà sul sito Sbilanciamoci] –
Non è l’ultimo pezzo raro che perde ma certo si tratta di un abbandono pesantissimo. Parliamo di Rossana Rossanda che lascia il manifesto , giornale che ha fondato nel 1969 (come rivista) e poi nel 1971 come quotidiano. Non è l’ultimo perchè in redazione c’è ancora Valentino Parlato anche lui fondatore di quella originale impresa politicogiornalistica. Ma a scorrere questi quattro e più decenni di storia del manifesto balzano agli occhi i tanti che se ne sono andati (qualcuno per sempre, come Luigi Pintor nel 2003 e Lucio Magri pochi mesi fa), altri a lavorare altrove, i più recenti sono Vauro, Marco d’Eramo e Joseph Halevi, e che hanno lasciato quel giornale sempre più povero di idee e di energie.
Rossanda ha 88 anni, da sei vive a Parigi, ma non ha mai mancato di far sentire la sua voce scritta sul suo giornale. Negli ultimi tempi però i rapporti con la direzione, composta da Norma Rangeri, che lavora lì da poco dopo la fondazione e che con Rossanda ha sempre avuto un rapporto molto stretto, e il relativamente giovane Angelo Mastrandrea, si sono deteriorati. Tanto che la fondatrice, circa un mese e mezzo fa, ha scritto un articolo in cui dettava quella che considerava la giusta linea politicoeditoriale. «Ma nessuno mi ha degnato di una risposta», ci dice al telefono. E così venerdì scorso ha spedito una letterina che verrà pubblicata oggi: «Preso atto della indisponibilità al dialogo della direzione e della redazione del manifesto, non solo con me ma con molti redattori che se ne sono doluti pubblicamente e con i circoli del manifesto che ne hanno sempre sostenuto il finanziamento, ho smesso di collaborare al giornale cui nel 1969 abbiamo dato vita. A partire da oggi, un mio commento settimanale sarà pubblicato, generalmente il venerdì, in collaborazione con Sbilanciamoci e sul suo sito». Non è uno scherzo per un giornale che da mesi sta lottando tra la vita e la morte e che il 31 dicembre prossimo rischia di trovarsi messo in vendita dai liquidatori inviati per verificare se l’impresa può ancora stare in piedi di fronte a un congruo calo delle vendite e una pubblicità che è sempre stata scarsa. Potrebbe essere l’ultimo atto di una storia gloriosa oppure, chissà, magari una nuova cooperativa composta dagli stessi redattori potrebbe rilevare la testata impegnando le loro liquidazioni.
Si vedrà. Intanto la lettera di Rossanda ha lasciato tutti sotto choc. Norma Rangeri, che oggi le risponderà con un editoriale, spiega che «sono accuse ingiuste e ingiustificate. Ma la decisione di Rossana ci addolora anche perché arriva nel momento più difficile della storia del giornale. Il problema non è la mancanza di dialogo, bensì che non siamo d’accordo. Rossanda e Valentino e altri hanno ancora in testa uno schema vecchio di 40 anni, che oggi non ha più senso. Noi invece cerchiamo di fare un prodotto che viva in rapporto stretto col mondo che cambia. Un giornale autonomo e plurale, di sinistra, ma non un giornale-partito».
Rossanda al telefono ha la voce stanca, ha ricevuto decine di chiamate: «Non voglio condividere più la responsabilità di quanto viene scritto. Ho diritto di esprimermi dove e quando voglio senza dover partecipare a un progetto politico che non è il mio». Non vuole gettare altra benzina sul fuoco, però una mezza frase la dice: «Io non sono per l’antipolitica». Dunque, il manifesto è accusato di strizzare l’occhio a Grillo. Un fatto che per una persona cresciuta nel Pci di Togliatti, di cui è stata anche responsabile della cultura, non è tollerabile. Chi conosce la storia di quel giornale sa che non è certo questo il primo abbandono di Rossanda. Tanti ce ne sono stati. E tanti sono stati gli scontri con Pintor. Lei che vedeva il giornale come strumento di una battaglia politica organizzata, lui che invece lo considerava una forma originale della politica. Ma tra i due non ci fu mai una rottura definitiva, avevano lavorato insieme per decenni, insieme erano stati cacciati dal Pci, insieme sono rimasti fino alla morte di Pintor. Ma adesso, Rossanda, il tuo è un addio per sempre? «Ho un’età tale che...».