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 2012  novembre 25 Domenica calendario

LA CRIMINALITÀ VALE 170 MILIARDI E NE RUBA 75 SOLO DI IMPOSTE

[La Cgia di Mestre: ogni anno viene riciclato denaro sporco per un importo pari al Pil del Lazio. Una mazzata per l’erario] –
Sono numeri che fanno pau­ra. Cifre che esprimono la forza della criminalità nel nostro Pae­se. E fanno capire impietosa­mente come una parte consi­stente dell’economia italiana sfugga ad ogni censimento. E ad ogni tassazione. Dunque, la Cgia di Mestre ci spiega che il gi­ro d’affari illegale ha raggiunto la stratosferica quota di 170,5 miliardi di euro. Una monta­gna di soldi che sulla carta do­vrebbe valere 75 miliardi di im­poste. E invece lo Stato non ci guadagna nemmeno un cente­simo. Stiamo parlando di una massa d’urto che equivale alPil di una regione come il Lazio. So­lo che a far girare quei 170 mi­liardi sono principalmente tre business: traffico di droga, ar­mi, prostituzione. La Cgia, che ha rielaborato dati provenienti da una fonte autorevole come la Banca d’Italia,ci tiene a preci­sare che la fotografia scattata non considera i reati volenti: ra­pine, estorsioni, usura. Accen­dere i riflettori su quel mondo tenebroso è ancora più difficile e dunque ci si ferma prima.Sul­l’abisso di una realtà che è co­munque devastante perchè dà la dimensione della diffusione del cancro mafioso. «Molti di quei denari - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia-fra l’altro vengono ricicla­ti e investiti in attività lecite. Con i proventi della droga si ac­quistano autosaloni, ristoranti, bar, alberghi, complessi turisti­ci, e tante altre cose. Così alla fi­ne il nero criminale entra nel cir­cuito della buona finanza e lo alimenta, creando una perico­losa connessione fra la parte sporca del business e quella pu­lita ». Dove inizia l’economia sommersa e dove finisce quella in chiaro? Oggi i dati sul nero, quello che nasce da attività leci­te, sono altrettanto impressio­nanti: si stima che sfugga all’era­rio un imponibile valutato cir­ca 250-275 miliardi l’anno, con una mancata tassazione nell’or­dine dei 100-120 miliardi. A questi numeri, disastrosi, van­no sommati, e in parte forse so­vrapposti, quei 170 miliardi ma­ledetti che testimon­iano il radi­camento della criminalità in in­tere aree del Paese.
Certo, le ma­fie, intese nel senso più ampio della parola, condizionano pe­santemente tutto il sistema Ita­lia. E provocano danni gravissi­mi al tessuto produttivo, ad esempio con la piaga della con­traffazione di tanti prodotti. La «pirateria» distorce il mercato, spinge la concorrenza verso l’evasione, e l’illecito ha riflessi drammatici sui livelli di occupa­zione delle persone oneste. Me­no criminalità vorrebbe dire an­che meno nero e meno evasio­ne. Diventa più difficile fare le cose in modo corretto se si ha sul collo il fiato di chi opera al di là delle regole. Certo, siamo inondati da operazioni sospet­te di riciclaggio dei capitali ac­cumulati violando la legge. Le segnalazioni hanno avuto un’impennata impressionante negli ultimi anni, con una au­mento esponenziale del 303 per cento fra il 2007 e il 2011. Non solo: nel 2011 le transazio­ni su cui sono stati accesi i riflet­tori, perchè forse nascondeva­no altro, sono state la bellezza di 48.344. Tocca all’Uif, l’Unità d’Informazione finanziaria del­la Banca d’Italia, dare profondi­tà ai sospetti girando le proprie analisi al Nucleo Valutario del­le Fiamme gialle e alla Dia, la Di­rezione investigativa antima­fia.
Senza il nero, e il nero genera­to dalla grande delinquenza, l’Italia sarebbe un paese diver­so. Con un’economia più libera e dinamica, meno bloccata da­vanti a interessi obliqui; soprat­tut­to sarebbe più facile far dimi­nuire la pressione fiscale.
Quel­la­mano gigantesca che schiac­cia famiglie e imprese.
Quel pe­so insostenibile diventerebbe più leggero e sopportabile. E for­se l’Italia troverebbe più facil­mente la strada che porta lonta­no dalla recessione. Ma al peg­gio non c’è limite: la Cgia ha mo­nitorato solo una parte della piovra. Quella che comunica con le minacce e impugna le pi­stole sfugge non solo all’erario ma pure a questi calcoli.