Grazia Longo, La Stampa 25/11/2012, 25 novembre 2012
NEI TRIBUNALI TORNANO I VERBALI SCRITTI A MANO
[Taglio alle spese, il ministero cancella i contratti per registrare e trascrivere gli atti] –
Mentre il resto del mondo continua a velocizzare ogni forma di comunicazione grazie alle nuove tecnologie - Internet in testa - nei tribunali italiani si tornerà all’antico.
Dal primo dicembre debutteranno gli amanuensi della giustizia: i verbali saranno scritti a mano. La scure della spending review si abbatte anche sui processi: se non arriveranno i fondi, il ministero della Giustizia «dovrà rescindere i contratti» stipulati con le ditte che svolgono il servizio di registrazione e trascrizione (stenotipia) «e, pertanto, a decorrere dal primo dicembre 2012, lo stesso potrebbe essere interrotto». Un’attività finora svolta dai dipendenti di ditte esterne, che prima registrano le udienze - in audio o in video e poi le sbobinano, trasformandone il contenuto in file. Un piccolo esercito di 1.200 stenotipisti che, se non si trova una soluzione, potrebbero perdere il posto di lavoro. Il salto indietro nel tempo nelle modalità di verbalizzazione viene annunciato in una circolare ministeriale che ha già scatenato la preoccupazione di giudici e avvocati.
Il motivo? Il rischio di una giustizia ancora più lumaca per le difficoltà di trascrizione a mano. Non a caso la verbalizzazione manuale non è, almeno per il momento, consigliata quando si tratta di «udienze penali nei processi con rito direttissimo, con imputati in stato di fermo o detenzione, ovvero nei procedimenti in cui si decide in merito a provvedimenti restrittivi della libertà personale». Anche la logica del risparmio, insomma, ha un limite. Ma com’è possibile che ci sia dovuti ridurre a tanto? In realtà la direzione generale del ministero della Giustizia, lo scorso maggio, ha sollecitato il ministero dell’Economia e delle Finanze a intervenire economicamente, ma invano. Come si legge nella circolare ministeriale, è stato chiesta «l’integrazione ai fondi inizialmente stanziati sui vari capitoli di spesa che sono risultati insufficienti alle effettive esigenze, anche in relazione al capitolo di spesa per i costi relativi al servizio di documentazione degli atti processuali penali». Fiato sprecato. E poiché il ministero dell’Economia «non ha ritenuto di dover effettuare l’integrazione richiesta» al ministero della Giustizia «si è presa in considerazione la possibilità di sopperire alla mancanza di risorse con gli stanziamenti provenienti dal Fondo Unico Giustizia della cui ripartizione, tuttavia, ad oggi non è ancora pervenuta notizia certa».
Agli amanuensi della giustizia, tra l’altro, potrebbero aggiungersi altre drastiche misure come, ad esempio, tagli alle spese per il trasporto degli atti giudiziari. Dal ministero giungono però rassicurazioni. Innanzitutto perché già in passato si è limitata la verbalizzazione con gli appalti agli stenopitisti e poi perché la restrizione attuale è consigliata solo a livello precauzionale. L’obiettivo è infatti quello di scongiurare scoperture temporanee del servizio in attesa del via libera della DigitPa (l’Ente nazionale per la digitalizzazione della pubblica amministrazione) per il rinnovo della convenzione con le ditte di stenotipia.