Jacopo Jacoboni La Stampa 26/11/2012, 26 novembre 2012
Si può esultare perché in uno spicchio d’Italia ha votato meno gente «dell’altra volta»? Sì, se siamo nella periferia nord oppure orientale di Napoli, quella del voto inquinato, dei capibastone, delle zone grigie politica-camorra
Si può esultare perché in uno spicchio d’Italia ha votato meno gente «dell’altra volta»? Sì, se siamo nella periferia nord oppure orientale di Napoli, quella del voto inquinato, dei capibastone, delle zone grigie politica-camorra. Il paradosso della città di Saviano e Maradò, nel giorno delle primarie, è questo: un boom di voti in via Toledo, al Vomero, a Chiaia (dove ha vinto Renzi) - elettori medio borghesi, spesso assai informati - e invece un calo netto di elettori a Barra, San Giovanni a Teduccio, Scampia, rispetto a quelle che qui chiamano «le altre primarie, quelle là», il pasticcio opaco della sfida 2011, annullata, tra Andrea Cozzolino e Umberto Ranieri, dove furono beccati a votare (due volte) cinesi che nemmeno parlavano italiano, oppure autentici boss. Ci sono però casi clamorosamente da rivedere: a Casoria Tabacci (con l’Api del proconsole locale Tommaso Casillo) su 4 mila voti ne ha presi più della metà. Ad Afragola su 1500 voti ne ha presi un terzo. A Caivano s’è pappato 600 voti su 1200; con Api si vola davvero. A Frattamaggiore, racconta Tommaso Ederoclite, già a metà mattinata c’erano trecento voti nel circolo cittadino (commissariato), più che nel circolo provinciale. Ma i voti dimezzati in altre periferie significano che i cammellamenti hanno fatto meno presa, in definitiva. Nel primo pomeriggio, a Barra, Ciro Borriello, consigliere municipale di Sel, una bella faccia pulita di (ex) ragazzo, spiega: «Nel 2011 io già in mattinata avevo visto presentarsi al seggio un noto pregiudicato barrese, oggi cose così non sono successe. Ha votato meno gente, ma libera». A Secondigliano, in un seggio con quattro fantastici scrutatori over 70, facce filosofiche da dramma di Eduardo (ma senza Tina Pica), medesimo calo rispetto al 2011. A Miano, il seggio scandalo finito sotto inchiesta per le primarie comunali, un dato clamoroso, raccontato da Pasquale Esposito, consigliere municipale: «L’altra volta vennero tipi di ogni genere, io lo dissi, a Cozzolino, “Andrè, ma qua sta venendo gente strana”. A fine mattinata erano già in 1200, numero esagerato; ieri alle cinque di pomeriggio erano 120». Pasquale nel 2011 aveva sostenuto Cozzolino (che appoggia Bersani), ora è coraggiosamente passato con Renzi; ma chi è Andrea Cozzolino, europarlamentare, che alla fine fa vincere Bersani qui? Sempre indicato come il vero leader della macchina del partito, viene da una storia di ragazzo di periferia. Nel ’90 Nanni Moretti gli diede un minuto ne La Cosa, recitava se stesso, un trentenne che ci credeva. Poi è diventato IL potente; ieri ha votato nel pomeriggio in via Aniello Falcone, Napoli borghese, comoda; ma con l’occhio teso ai quartieri duri, che un tempo lui mobilitava. E però«io ormai tengo una dimensione europea», dice ora, e poi «nel 2011 c’era un coinvolgimento fisico, ci mettevi la faccia, si sceglieva il candidato sindaco, tanti consiglieri sul territorio volevano misurare la loro forza... qui non c’è qualcosa di simile, è un voto più di testa». Insomma, Cozzolino non conta più? «Beh vabbuò, mo’ non esageriamo», sorride. E comunque raccontano di un partito napoletano un po’ moscio, sotto la guida di Enzo Amendola, e deluso con Bersani, reo di aver puntato sul testimonial Vincenzo De Luca, il sindaco di Salerno, che aveva definito i dirigenti di Napoli «anime morte»... Amendola è un dalemiano perbene, alle tre si mette in posa davanti alle telecamere del tg regionale nel seggio di via Toledo, ma non scalda i cuori, e infatti a Napoli anche Vendola fa un botto, e sottrae il secondo posto con Renzi (Bersani intorno al 50). In ogni caso i 1100 voti della sezione di San Giovanni a Teduccio (la metà rispetto al 2011), o il drastico calo di Barra e Secondigliano, sono però voti veri, lo vedi dalle facce in coda: solari, perbene, come gli scrutatori di Scampia Giovanni e Fabiola. «Non c’è stata gente che trafficava coi soldi ai seggi, ci siamo tolti questo scuorno», dice Francesco Nicodemo, rappresentante di lista renziano nella sezione assai importante di via Toledo; qui vota anche la sinistra borghese di Claudio Velardi, con cane - per Renzi - dell’attore Giulio Scarpati, del critico Philippe Daverio: e Nichi è arrivato secondo, davanti per un pelo a Renzi.