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 2012  novembre 24 Sabato calendario

MAI fatto prima: invito i lettori di Cremona o di passaggio per Cremona a bere caffè o altro, mangiare panini o cornetti, giocare schedine, comprare sigarette, se fumano, al bar Giò, via Mantova 81, Cremona

MAI fatto prima: invito i lettori di Cremona o di passaggio per Cremona a bere caffè o altro, mangiare panini o cornetti, giocare schedine, comprare sigarette, se fumano, al bar Giò, via Mantova 81, Cremona. E ringrazio in anticipo chi lo farà. Io ci andrò appena posso. Come cittadino, sento il dovere di sdebitarmi con la sua proprietaria, Monica Pavesi, che ha fatto un gesto molto semplice e molto significativo. L’unico, in settimana, che mi ha trasmesso calore e sensibilità. Monica Pavesi è una barista, non una tecnica come quelli del famoso governo tecnico, che spingono in piazza i malati di Sla a sbandierare il loro male ma anche la loro dignità contro il taglio dei fondi e poi oplà, i fondi saltano fuori. Se il responsabile è un tecnico, chissà come dovremmo chiamare un cialtrone. In breve, nel bar Giò c’erano due slot-machines molto attive: “Italiani e stranieri, molti anziani ma anche giovani, forse più donne che uomini, gente che non se la passa bene e s’aggrappa al videopoker. Le ho spente perché non sopportavo più di vedere persone che si rovinavano in quel modo”. È accaduto più d’un mese fa e le slot sono ancora staccate. Incassavano 40-50 mila euro al mese, un’inezia rispetto ai 60 miliardi di euro spesi nei primi 10 mesi dell’anno dagli italiani. Il bar ci rimette la percentuale (3mila euro al mese) e probabilmente dovrà affrontare una causa onerosa, perché il contratto con la concessionaria era fino al 2015 e quelli dei giochi (pericolosi) hanno spalle larghe e protette. Dicono: ma lo Stato incassa, dal gioco, 12,5 miliardi annui. Certo, infatti la pubblicità martella indisturbata a tutte le ore del giorno e della notte, infatti molte famose squadre di calcio sono sponsorizzate da agenzie di scommesse. In questo quadro, il gesto di Monica Pavesi (9,5) è grandioso, è l’urlo di Munch per tutti quelli che non possono urlare. Tecnici sono gli allenatori. Avvenire ha raggiunto Corrado Orrico (“Sono rimasto povero e solo, unici amici i libri”) nella sua casa-torre nei boschi sopra Massa. «Io sono uno normale, mentre il calcio di oggi è popolato di “originali” accovacciati ai piedi di cinici padroni». Anche Giovanni Stroppa dev’essere uno normale. Ha fatto come Orrico, che una ventina d’anni fa si dimise da quarto in classifica, “una partita da recuperare con la Cremonese e un derby pareggiato col Milan degli olandesi che era nettamente superiore”. Dimissioni che comportarono la rinuncia a 400 milioni. “Ma la dignità di un uomo vale molto di più”. Stroppa s’è dimesso dopo la sconfitta di Siena. Ha ottenuto gli stessi punti di squadre con organico più forte, il Pescara ha perso Immobile, Insigne e Verratti. Col Parma vinse 2-0, contestato per tutta la partita, ed era una sfida-salvezza. L’inviato di Sw gli chiede come abbia reagito, e lui: “Sono stato male. Mai ricevuti tanti vaffanculo in una volta sola”. Come Orrico, anche Stroppa non ha mercanteggiato: “Nel nostro mondo la prima regola è: mai rinunciare ai soldi. Ma io sono fatto alla vecchia maniera: testa alta e schiena dritta”. In un’Italia in cui non si dimette più nessuno nemmeno a mandargli la Celere (senza numero di identificazione) 7,5 a Stroppa che non s’accovaccia oggi e ad Orrico che non s’è accovacciato ieri. Altri tecnici. Il Baku, penultimo in classifica nel campionato azero, ha esonerato il tecnico Bandovic. La panchina passa a un giovane (21 anni) dalle lunghe generalità (Vugar Guloglan Oglu Huseynzade, da qui in avanti Vgoh) e dalle poche presenze in panchina (zero, a dirla tutta). I dirigenti del Baku lo hanno preferito a Jean Pierre Papin, che qualche squadra in Francia l’aveva pure allenata. Quali le credenziali di Vgoh? Pare sia imbattibile al computer, da quando ha 12 anni si esalta con Football Manager, un videogioco che consente di gestire la squadra come i tecnici-manager inglesi: fanno il mercato e poi si occupano del campo. Dev’essere un cervellone, Vgoh, se è vero che s’è già laureato in Business management all’università di Boston. E non gli manca la sicurezza nei propri mezzi: “Ho sempre voluto lavorare nel mondo del calcio. Entro tre anni porterò il Baku in Europa league’. Salvarlo dalla retrocessione, a quanto pare, è scontato. Mi sembra un episodio interessante: dalla realtà virtuale alla realtà senza aggettivi. Auguri a Vgoh, ma prevedo grandi voli di corvi sopra Baku. Meno male che c’è Mourinho. “Ultimatum a Perez”, leggo sulla Gazzetta. Basta con i presidenti che danno l’ultimatum ai tecnici, ecco un tecnico che capovolge la situazione. Tra le richieste a Perez, la cessione di tutti i giocatori non fedeli alla linea- Mourinho e l’assunzione di un portavoce più battagliero, che difenda a spada tratta le sue crociate antiarbitri e antiavversari. Dev’essersi stancato di farlo da solo, pobrecito. Più che un tecnico, si sa, Mourinho è una fede. Prendere o lasciare. Lascio.