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 2012  novembre 24 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LE PRIMARIE DEL PD


ROMA - Si chiude la campagna elettorale dei candidati alle primarie del centrosinistra. Nelle ore che separano dal voto, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, Bruno Tabacci, Laura Puppato e il leader di Sel Nichi Vendola sono ancora in giro per l’Italia, per le ultime battute di una lunghissima sfida, dai toni anche aspri, passato attraverso un seguitissimo confronto televisivo e l’ultima polemica per un’intervista del Tg1 a Bersani.

Domani, dalle 8 alle 20, la parola passerà al voto dell’elettorato di riferimento, un milione e mezzo quanti si sono registrati, di cui 850mila online. Si potrà esprimere la preferenza per un unico candidato. I seggi sono 9.239 con altrettanti uffici elettorali annessi, coperti 7.949 comuni su 8.215, centomila i volontari impegnati. Ci sono anche i seggi esteri: 135 in 19 Paesi (6mila sono invece i concittadini all’estero che hanno chiesto di votare online) in cui lavorano 1281 volontari. Tra questi, Charleroy, Il Cairo, Tunisi, Aman, New York.

VIDEO Come si vota

Ultimi scambi di colpi. Ma non è ancora tempo di tacere. E i candidati continuano a scambiarsi colpi a distanza. "Io ho già vinto - dice Nichi Vendola a Skytg24-, lo dice la partecipazione spontanea in ogni piazza in Italia. Ed io non ho alle spalle la macchina dei soldi di Matteo Renzi e quella degli apparati di Pier Luigi Bersani". Poi al Tg1 invoca un "investimento forte e robusto per scuola" e la necessità di "rompere la gabbia della precarietà". Vendola critica "l’agenda Monti. Un’operazione politico culturale particolarmente raffinata: fare cose di destra e chiamarla tecnica". Quanto alle primarie, "non c’è un esito scontato, c’è un campo di battaglia. E’ quello in cui a noi tocca il compito, qualunque sia il sentimento o il risentimento che ci portiamo addosso, di provare a rompere il recinto delle culture liberiste".

Sul lavoro e in particolare sulla produttività, Vendola contesta a Bersani di non aver sostenuto la Cgil "nella battaglia per difendere la civiltà del lavoro e il ruolo, simbolico ed economico dei contratti nazionali". "Temo che la realpolitik porti Bersani a fare cose che non pensa". Il leader di Sel invita Monti: "Venga a scuola in Puglia, dove non abbiamo sperperato risorse, come invece ha fatto il Ministero di Giustizia disperdendo un miliardo di euro per processi di informatizzazione che non hanno informatizzato nulla".

Al leader di Sel, Matteo Renzi rinfaccia nuovamente di "aver mandato a casa Prodi, lui che l’altro giorno mi dava lezioni su cosa vuol dire essere di sinistra". "Se vinciamo - promette Renzi -, le cose le faremo veramente, nei primi 100 giorni. Riduzione dei parlamentari, abolizione del finanziamento ai partiti, modernizzazione di un Paese, sburocratizzazione e tanto altro, come il lavoro ai giovani. Se si vince, la politica italiana cambia per sempre". Poi, rivolto a Bersani, dice "no" a qualsiasi "inciucio con Casini" e garantisce: "Bersani dice che non ha paura del ballottaggio? Nemmeno noi". E, in caso di ballottaggio, Renzi annuncia nuovi impegni per la prossima settimana: ad esempio, la visita a un carcere, insieme al consigliere regionale toscano del Pd Enzo Brogi, "come segno di attenzione a quel mondo".

Ma Renzi ne ha anche per il suo elettorato. "Nessun sondaggio può negare che noi siamo già la maggioranza. Ma la partita è convincere non tanto gli incerti per Bersani, ma quelli convinti di votare per noi che però, per qualche motivo, non sono intenzionati ad andare ai seggi. Bisogna prendere le persone una per una, portarle a votare ai seggi e fargli fare la fila". Nel tardo pomeriggio, a Montevarchi, Renzi ribadisce: "Ora è il momento di vincere le resistenze: invito tutti ad andare a votare, votate per chi vi pare ma votate" perché "chi non vota non conta, è inutile che dopo si lamenti". Infine, una volta appreso del milione e mezzo di iscritti per il voto di domani, Renzi scrive su Facebook: "Mi pare un dato fantastico (...). Se questi sono i dati possiamo arrivare a oltre tre milioni di persone. E con tre milioni di persone, ci divertiamo".

Più che rispondere a Renzi su Casini, Bersani riapre all’Idv. "Un’alleanza con l’Idv? Sì, con molti se. Da parte nostra - dice Bersani - non c’e mai stata nessuna preclusione, ma di fronte alle posizioni che ha preso l’Idv su quasi tutta la batteria dei temi che abbiamo affrontato quest’anno, dalle posizioni sul Presidente della Repubblica a quelle sul Pd, bisogna che ci siano dei gesti politici significativi che correggano. Con meno di questo non basta dire ’ci siamo’. La mia preoccupazione è sulla credibilità che dobbiamo avere nei confronti degli italiani" perché "non si può dire che andiamo d’accordo se poi litighiamo. Il problema è troppo serio".

In Liguria, il segretario del Pd prende ispirazione da Pertini, "presidente partigiano" simbolo di una generazione che "ha avuto coraggio, gente che non è mai invecchiata rimanendo giovane dentro. Adesso tocca a noi avere coraggio". "Noi dobbiamo metterci tra l’esigenza di governo e di cambiamento - dice Bersani -. Moralità e lavoro sono le parole che dovranno ispirare la prossima legislatura". Poi ripete la formula già sentita durante il duello tv: "Se tocca a me io dirò agli italiani: non intendo piacervi, intenderei essere creduto per dire le cose come sono".

Quanto a Monti, Bersani ribadisce il suo pensiero: "Sulla questione del bilancio europeo Monti ha fatto bene a puntare i piedi", perché, così come sul fronte interno, "le politiche dell’austerità da sole non risolvono i problemi". Secondo Bersani "l’Europa ha una sola carta da giocare, quella del progetto comune, della solidarietà, in modo da fare valere la sua forza enorme".

Al Tg1, Bruno Tabacci attacca Vendola: "Dovrebbe ispirarsi alla funzione di governo espressa a Milano da Pisapia". Replica del leader di Sel e governatore della Puglia: "Pisapia vota per me perché io ho incarnato l’esperienza più stabile di governo".

E’ Monti, invece, l’unico bersaglio nel mirino di Laura Puppato, che ancora al Tg1 dichiara: "La sua è stata un’agenda emergenziale: ora serve più politica e un nuovo metodo. Se vogliamo cambiare l’Italia serve un grande Risorgimento nazionale. Lo dobbiamo avviare cambiando noi stessi e lo stile della classe dirigente".

Le manifestazioni di chiusura. Bersani chiude la sua campagna in Liguria: alle 12 a Stella San Giovanni (Savona), per rendere omaggio alla memoria di Sandro Pertini, alle 16.30 a Genova per la manifestazione conclusiva. Renzi orbita nella sua Toscana, da Villa Montalvo a Campi Bisenzio (FI), poi a Pistoia, Montevarchi (Arezzo) e Greve in Chianti (Firenze), chiusura in serata a Siena. Anche Nichi Vendola conclude la sua campagna giocando in casa: alle 19, appuntamento in piazza Prefettura a Bari. Laura Puppato chiude alle 19 a Padova. Nessuna piazza per Bruno Tabacci, la cui agenda prevede solo passaggi televisivi.

Probabile il ballottaggio. Per il popolo del centrosinistra, il rito delle primarie, con ogni probabilità, non si esaurirà domani. Visto che secondo i sondaggi nessuno dei candidati riuscirà a superare la soglia del 50 per cento dei voti necessaria per la vittoria al primo turno, i militanti potrebbero essere chiamati nuovamente a votare domenica 2 dicembre per decidere il vincitore con il ballottaggio, che stando alle previsioni sarà tra Bersani e Renzi.

Sondaggi. Duello accreditato, in particolare, dai sondaggi. Il più fresco è quello dell’istituto di ricerca Tecnè, che vede le intenzioni di voto orientate su Pier Luigi Bersani per il 47,4% degli interpellati. A seguire Matteo Renzi al 30,5%, terzo (seppur in crescita) Nichi Vendola al 18,2%. Notevolmente distanziati Laura Puppato al 2,1% e Bruno Tabacci all’1,8%.

Blogmeter: Renzi vince sul web (FOTO). Ulteriori aggiornamenti dalla ricerca Blogmeter - Politecnico di Milano sulle primarie del centrosinistra viste dai social network, con l’88% degli oltre 600.000 documenti analizzati provienti da Facebook e Twitter. La fetta più consistente, pari al 38%, riguarda Matteo Renzi. Pierluigi Bersani è secondo con il 29%, seguono Nichi Vendola al 23%, Laura Puppato e Bruno Tabacci al 5%. Si segnala dall’istituto la forte crescita di Renzi nell’ultimo mese: a un ritmo di 662 fan e 1.225 follower al giorno. Più di Vendola, 561 follower e 172 fan al giorno e Bersani, 426 follower e 72 fan al giorno.

Piuttosto differenziata è la capacità dei candidati di coinvolgere gli utenti dei social network. In questo, il sindaco di Firenze risulta essere il più bravo: negli ultimi giorni, mediamente ogni suo tweet riesce ad ottenere 107 reazioni (retweet e risposte), e per ogni post su Facebook 1.451 tra like, commenti, condivisioni. Al secondo posto, Bersani se si guarda a Twitter (per ogni tweet genera 77 reazioni) e Vendola considerando Facebook (per ogni post ottiene 1451 reazioni). Puppato batte Tabacci in entrambi gli ambienti.

Utilizzando la "sentiment analysis", per indagare le opinioni espresse verso i candidati in oltre 110 mila tweet negli ultimi cinque giorni, si scopre che Bersani fa registrare il miglior rapporto tra positivi, 46%, e negativi, 54%. Renzi presenta il 44% di positivi contro il 56% di negativi, Vendola 37%-63%. Rispetto alla rilevazione di ieri, peggiorano Bersani e Vendola in termini di giudizi positivi (si attestavano rispettivamente al 49% e al 40%); migliora Renzi di 2% (ieri vantava un 42%).

CORRIERE.IT
I FAVORITI SECONDO LA RETE
BERSANI 47,6
RENZI 29,7
VENDOLA 17,9
PUPPATO 2,8
TABACCI 2,1

L’attacco è a freddo. Contro l’avversario del Pd, che ritiene probabilmente, in prospettiva il più pericoloso. Beppe Grillo entra a piedi uniti nelle primarie del centrosinistra con un duro attacco al sindaco di Firenze Matteo Renzi. «Chiunque sia eletto a una carica pubblica la deve onorare fino in fondo. Non può usarla come trampolino di lancio per una posizione più importante e poi un’altra ancora, come in un domino del perfetto carrierista politico. Questo va vietato per legge» scrive il comico genovese ispiratore del Movimento 5 stelle, sul suo blog.
TONI - Ma i toni di Grillo non si ammorbidiscono sicuramente nelle righe successive. «Ti fai eleggere sindaco? Fai il sindaco! Ti fai eleggere europarlamentare? Fai l’europarlamentare! Non hai più la volontà di esercitare l’incarico? Torni all’occupazione precedente, se ne avevi una, o a fare il disoccupato, l’importante è che ti togli dai coglioni per aver tradito le attese degli elettori -scrive il fondatore del Movimento 5 stelle-. Tra le facce di bronzo che si dilettano nello sport dell’arrampicatore istituzionale, quella di Renzi, l’ebetino di Firenze, è la più fenomenale, incredibile, paradigmatica del momento che attraversa l’Italia».
LA LETTERA DI VIGNA - Per Grillo, «Renzi premier è come curare un infarto con la crema abbronzante. L’ebetino di Firenze imperversa a tutte le ore in televisione a pontificare sul nulla invece che occuparsi della sua città sommersa dai debiti. Gliela si legge in faccia a Renzi l’ansia da prestazione, l’arrivismo di chi non vede l’ora di lanciarsi dal trampolino». Grillo, inoltre, pubblica stralci della lettera critica che Pier Luigi Vigna scrisse a Renzi al momento delle sue dimissioni da consigliere speciale per la sicurezza a Firenze.

SONDAGGI CORRIERE.IT
Hanno già superato il milione e mezzo le registrazioni per votare alle primarie del Pd. Lo ha reso noto il responsabile della macchina organizzativa delle primarie Nico Stumpo. Per votare i seggi saranno aperti da domenica mattina alle 8,00; ci saranno 9.239 seggi ed altrettanti uffici elettorali ma la macchina organizzativa del centrosinistra, a pieno regime grazie al lavoro di oltre 100 mila volontari, ha previsto anche seggi itineranti e voto a domicilio.
L’ESTERO - Si vota anche all’estero, in 19 paesi. Le operazioni di voto saranno accelerate grazie alle pre-registrazioni che hanno già superato quota 1,5 milioni, di cui 550 mila on-line: gli altri si sono recati fisicamente agli uffici elettorali per registrarsi. I seggi sono stati previsti in quasi tutti i comuni d’Italia (7.249) tranne quelli più piccoli ma sono previsti alcuni seggi itineranti e il voto a domicilio per le persone impossibilitate, per motivi di salute, a muoversi. Inoltre potranno votare nel luogo dove si trovano anche gli studenti e i lavoratori fuori sede. Il voto, come già dal 2005, è previsto anche per gli italiani all’estero: si vota in 19 paesi in 135 seggi. Oltre 6 mila cittadini italiani residenti o presenti all’estero in questi giorni si sono inoltre già registrati per votare on-line.
LA PAGINA INTERNET - L’interesse c’è: la pagina internet dedicata al voto all’estero ha infatti raggiunto gli 89 mila contatti. E i registrati on-line sono già il triplo di quanti hanno votato nel 2009. In alcuni seggi all’estero, per questioni di fuso, le operazioni di voto sono già in corso e finiranno prima ma i dati verranno comunque comunicati domani alle 20,00. Ai seggi italiani, prevedono gli organizzatori, ci saranno inevitabilmente file: «è normale che ci siano e sarei preoccupato del contrario» avverte Stumpo ricordando che sono state previste le registrazioni on-line proprio per velocizzare le operazioni che è previsto si chiudano alle 20.00 di domani. Salvo lo smaltimento delle code già nei seggi che potrebbe dunque far durare un po’ di più le operazioni di voto.
COMUNICAZIONI - Le comunicazioni dei dati scrutinati avverrà con procedure telematiche che dovranno sottostare a vari livelli di controllo di sicurezza prima di confluire nel data-base che elaborerà il dato generale. Queste comunicazioni non sostituiranno comunque le normali procedure cartacee. La macchina organizzativa è costata al comitato elettorale 1,5 milioni di euro a cui vanno aggiunte le spese effettuate a livello territoriale: per contribuire alle spese è prevista la donazione di un contributo di almeno 2 euro per votare. Se avanzeranno risorse è previsto dal regolamento che saranno impiegate per la prossima campagna elettorale.
L’APPELLO DI RENZI - «Ora è il momento di vincere le resistenze: invito tutti ad andare a votare, votate per chi vi pare ma votate» perchè «chi non vota non conta, è inutile che dopo si lamenti». È l’appello al voto di Matteo Renzi, che da Montevarchi (Arezzo) ricorda che «c’è la possibilità concreta di decidere il futuro del Paese» e che domani ai seggi per le primarie del centrosinistra «possono votare tutti, anche quelli non iscritti al partito».
IL FUOCO AMICO - Il Pd non ha bisogno di «fuoco amico», perché gli «avversari» non mancheranno, «c’è un sacco di gente che non ci vuole». Lo ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani parlando a Genova. «Non abbiamo bisogno di fuoco amico, perché di avversari ne avremo un bel pò, quando arriveremo sotto. Ne avremo un bel pò. C’è un sacco di gente che non ci vuole a noi, nei sottoscala, all’estero, all’interno. Perché ri-affermiamo l’autonomia della politica, amici di tutti e parenti di nessuno».
IL SONDAGGIO - Pier Luigi Bersani in testa con il 47,4% dei favori. A seguire, con un certo distacco, Matteo Renzi al 30,5%. Terzo, seppur in crescita, Nichi Vendola al 18,2% seguito, a notevole distanza, da Laura Puppato al 2,1% e Bruno Tabacci all’1,8%. Così il monitoraggio delle intenzioni di voto per le elezioni primarie di domenica 25 novembre da parte dell’istituto di ricerca Tecnè.