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 2012  novembre 24 Sabato calendario

Fabbriche di insetti per i cinesi I cinesi mangeranno insetti al posto della carne. Compresi gli scorpioni, che vengono allevati per essere dati in pasto agli umani

Fabbriche di insetti per i cinesi I cinesi mangeranno insetti al posto della carne. Compresi gli scorpioni, che vengono allevati per essere dati in pasto agli umani. È questa la nuova frontiera dell’alimentazione. Tecnicamente si chiama entomofagia e significa nutrirsi di insetti. Molti imprenditori ci credono e investono nel settore. È il caso di Li Jinsui, 45 anni, che nei pressi di Kunming, capitale della provincia sud-occidentale di Yunnan, ha investito 250 mila euro depositando sette brevetti. La sua azienda si chiama Yunnan Insect Biotechnologies e produce larve essiccate, polvere di proteine estratta dagli scheletri di insetti, oltre a insetti presi interamente. A prima vista potrebbe sembrare una scommessa azzardata. Eppure sempre più esperti della Fao, l’agenzia alimentare delle Nazioni Unite, vedono nello sviluppo di questo settore un’alternativa alla carne e al pesce. A New York ritengono che le qualità nutritive degli insetti siano considerevoli e che essi presentino, a livello di allevamento, un rendimento migliore rispetto al bestiame tradizionale. Intanto serve molta meno acqua. Basti pensare che attualmente il 70% delle terre coltivabili e il 9% dell’acqua dolce sono consacrati all’allevamento. Un meccanismo che è ritenuto responsabile del 18% delle emissioni di gas serra. Jinsui sostiene che il mercato ormai è pronto a questo salto perché c’è mancanza di proteine in Cina. Perciò il paese è costretto a importare pesce dal Cile o dal Perù. La sua azienda si è focalizzata sulla specie delle mosche, ritenuta la chiave di volta dell’intero sistema. Questo insetto è particolarmente diffuso, non è nocivo per il suo ambiente, è commestibile per l’uomo e gli animali ed è utile anche all’industria farmaceutica. Inoltre la sua chitina, sostanza che ricopre lo scheletro, rafforzerebbe le difese immunitarie. Per ora l’uomo d’affari dice di consegnare quotidianamente 150 chilogrammi di larva di mosca, ma egli assicura che l’ulteriore fase di sviluppo aziendale lo porterà ad arrivare a 10 tonnellate al giorno a partire dal 2015. Ma neppure in Cina tutto è scontato. Li Jinsui ammette che anche il palato cinese è reticente a nutrirsi di larve. E allora ecco la sua ricetta: investire nell’educazione e convincere la gente del valore nutritivo degli insetti. Un lavoro arduo, ma di cui bisogna farsi carico. Oltre 200 specie, insiste l’imprenditore, sono commestibili, e non resta che cominciare a produrre su scala industriale. Secondo Philippe Le Gall, entomologo e ricercatore a Yaoundé, capitale del Camerun, gli insetti fanno parte del futuro nutrizionale di una parte dell’umanità, specialmente delle popolazioni rurali dei paesi in via di sviluppo che già li consumano. In Africa centrale, Camerun, Mozambico, Congo e Zambia gli abitanti mangiano ogni anno migliaia di tonnellate di bruchi. Un’abitudine che si diffonde alle nuove popolazioni urbane povere. In Europa, per il momento, difficilmente l’idea riuscirebbe ad attecchire.