Davide Vannucci, il Venerdì 23/11/2012, 23 novembre 2012
È LA NORVEGIA LA REGINA DEI FONDI SOVRANI
A Oslo non hanno mai sentito parlare di «malattia olandese»: nessuna maledizione delle risorse, al contrario, la scoperta di ricchi giacimenti di petrolio nel Mare del Nord, avvenuta alla fine degli anni ’60, è stata la premessa di una crescita economica senza eguali in Europa. I proventi dell’oro nero sono stati trasferiti in un fondo pensioni governativo, che a ottobre è diventato il più grande fondo sovrano del Pianeta, superando l’Abu Dhabi Investment Authority: 656,2 miliardi di dollari contro 627.
Il sorpasso è dovuto alla varietà degli investimenti, concentrati soprattutto in Europa, dove Oslo detiene partecipazioni in varie aziende, tra cui la compagnia chimica tedesca Basf. Nella lista non mancano i grandi nomi della Silicon Valley americana, come Apple e Google, oltre a proprietà immobiliari, obbligazioni private e di Stati sovrani. Secondo un rapporto di Mps, quello norvegese è il fondo sovrano più attivo in Italia, con investimenti in azioni per 4,7 miliardi di euro e in bond per 6,3 miliardi, di cui 4,2 miliardi in titoli di Stato.
Il fondo di Abu Dhabi è stato abile nell’evitare i titoli tossici, come quelli legati ai mutui subprime, ma i suoi rendimenti, orientati verso il lungo periodo, sono stati inferiori a quelli di Oslo, che ha beneficiato della ripresa dei mercati azionari europei nell’ultimo trimestre.
I 57 fondi sovrani mondiali gestiscono attualmente un patrimonio di 5.135 miliardi di dollari. Un terzo dei primi venti si trova in Medio Oriente; Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Dubai. Questa classifica è lo specchio dei nuovi rapporti di forza dell’economia mondiale: emergono Cina, Corea, Hong Kong, Singapore. Ed anche l’Africa attende il proprio posto al sole: l’Angola ha appena annunciato la costituzione di un fondo sovrano per investire gli introiti del petrolio.