Vittorio Da Rold, Il Sole 24 Ore 23/11/2012, 23 novembre 2012
GRECIA: «ZERO TASSE AI PENSIONATI CHE VENGONO DA NOI»
Zero tasse sulla pensione frutto di una vita di duro lavoro? Un sogno? Forse non più. Il ministero delle Finanze greco sta pensando di attrarre gli stranieri benestanti, e tra questi i pensionati europei, che dovessero scegliere di trasferirsi in Grecia o in una delle sue tremila isole offrendo loro l’esenzione fiscale, sulla base di normative simili già in vigore in paesi come Svizzera e Regno Unito.
Il ministro Stournaras sta elaborando, secondo fonti riportate dal quotidiano Ekathemirini, una clausola che fornirà agli stranieri, come i dirigenti d’azienda o pensionati, che scelgano il sole della Grecia per la loro residenza permanente di essere tassati solo per il reddito guadagnato in quel paese, mentre i loro redditi provenienti dall’estero (come ad esempio la pensione) saranno esenti. Un bel vantaggio fiscale a cui si somma il mite clima greco. Atene cioè vuol diventare un "paradiso fiscale" per i pensionati europei.
È un’occasione d’oro anche per il pensionato italiano che volesse migliorare il tenore di vita? In linea di principio l’esenzione vale anche per un pensionato italiano che dovesse trasferirsi in Grecia (salvo le pensioni dei dipendenti pubblici) a condizione però che ci sia un trasferimento effettivo, casa in loco, e una permanenza di almeno sei mesi in un anno, dicono gli esperti fiscali interpellati. Insomma in teoria il pensionato italiano dovrebbe aspettarsi di ricevere una pensione lorda dall’Italia, una volta trasferito in Grecia. Poi visto che Atene non tassa i redditi esteri, il gioco è fatto. Naturalmente il nostro Fisco potrebbe contestare la manovra perché solitamente cerca di colpire queste forme di "risparmio fiscale" che quindi vanno valutate caso per caso.
Intanto Atene va avanti con il progetto di legge certa di attirare frotte di pensionati europei, magari tedeschi stanchi di pagare tasse e non vedere mai un raggio di sole. Il vantaggio per la Grecia sta nell’attrarre benestanti consumatori del Nord Europa che dovrebbero rilanciare l’economia locale.
Ovviamente non si può escludere che la Ue possa vedere nella norma fiscale una concorrenza sleale e procedere per bloccarla, ma intanto Atene va avanti.