Paola Jacobbi, VanityFair 21/11/2012, 21 novembre 2012
ASIA – MIA FIGLIA NON AVRÀ UNA SORELLASTRA
Negli ultimi dieci anni, la cronaca ha scritto, un capitolo dopo l’altro, il feuilleton punk intitolato «Asia & Morgan», storia del tormentato amore fra l’attrice ribelle (figlia di regista horror, oh, che dettaglio gotico) innamorata di un cantante alternativo dall’aspetto sulfureo. Un po’ Courtney Love e Kurt Cobain di casa nostra,
i due piacciono perché lo fanno strano (o almeno così il lettore è autorizzato a immaginare) e per le solite ragioni per cui il «maledettismo» altrui ha un benefico effetto consolatorio rispetto al conformismo proprio.
«Asia & Morgan» non delude: alla passione segue l’abbandono da parte di lei, con tanto di fuga in America (svolta narrativa on the road) e lo strazio da parte di lui che, rimasto in Italia, l’accusa di tenerlo lontano dalla loro figlia. Poi Asia torna, ma non per Morgan. Anzi: sposa un altro (Michele Civetta, regista), fa e dice di tutto per dimostrare che non è più la pischella irresponsabile di un tempo ma una giovane signora con la testa sulle spalle. Ha da Michele un secondo figlio (Nicola) e, intanto, la questione dell’affido condiviso della primogenita Anna Lou avuta con Morgan finisce addirittura in tribunale. Insomma, è la versione psichedelica di Kramer contro Kramer.
Nel frattempo, un dettaglio (molto contemporaneo!) vivacizza il quadro: Morgan diventa una star nazional-popolare come giudice del talent show X Factor. Non solo: si innamora, ricambiato, di una delle concorrenti del programma, la giovane Jessica Mazzoli, 21 anni, che a molti sembra vagamente la copia di Asia com’era prima della svolta borghese. Tra poco Jessica avrà una bambina. E, a questo punto, il pubblico del feuilleton si domanda: potranno mai essere una famiglia allargata e felice?
Lo scopriremo vivendo, si capisce. Ma, intanto, abbiamo parlato con Asia di questo e altro, incontrandola alla vigilia dell’uscita del suo ultimo film, Dracula 3D, che esce il 22 novembre ed è diretto da suo padre, l’indomito Dario Argento.
Ci vediamo a Roma, sul set del servizio fotografico per questa cover story di Vanity Fair. Qui, tra un cambio d’abito e l’altro, Asia mi mostra quel che rimane del suo più grande e famoso tatuaggio: un angelo che occupava tutto il ventre e di cui oggi restano solo delle righine grigie. «Certo che così, mezzo cancellato, bello a vedersi non è. Forse dovrò riscriverci sopra qualcos’altro».
La natura ostinata dei tatuaggi è la più chiara metafora del suo stato d’animo. «Ho 37 anni e mi trovo a combattere ancora con quello che sono stata da ragazzina. Lo vedo dal tipo di parti che ancora mi offrono al cinema, non c’è fantasia. Sì, è vero, ho provocato, ho detto e fatto cose nei film e nella vita considerate scandalose, ma se fossi stata il figlio maschio di Dario Argento e non una donna, la gente si sarebbe spaventata molto meno, e ci sarebbero state meno critiche».
Per Dracula 3D è tornata a lavorare con suo padre. Anche in questo, un’Asia normalizzata.
«Solo nove giorni sul set, però è stato bello, l’ho fatto molto volentieri».
Che tipo di nonno è suo padre?
«Poco presente. Non vede spesso i bambini. Per tradizione, però, una volta all’anno li porta al circo. Quest’anno lo avevo avvertito che avrebbe dovuto aiutare il piccolo a fare pipì perché erano le prime volte che andava in bagno da solo, ed è entrato in paranoia. No, non ha sviluppato i sentimenti da nonno».
Anna Lou, la bambina al centro di tante discussioni con Morgan, ormai ha undici anni. Che tipo è?
«Educatissima e sensibile, va bene a scuola anche in matematica, cosa che mi inorgoglisce molto. Dice che da grande vuole fare la rapper e va pazza per Nicky Minaj».
Ma come? Mi aspettavo che a quell’età fosse una «One Directioner» scatenata.
«Non li ascolta, ma poiché erano ospiti a X Factor, ha voluto andare a conoscerli, assieme a una sua amica che invece era già fan. Morgan le ha portate e loro si sono fatte foto assurde in cui strillano e piangono. Si è fatta contagiare da questa neo Beatlemania delle sue coetanee».
Chi sono stati i suoi One Direction a quell’età?
«Per me furono i Tears For Fears: ricordo che mio padre mi portò a un loro concerto a Milano, ma io non mi misi certo a piangere!».
Tra poco Anna Lou avrà una sorellina. L’ha preparata a quest’idea?
«Ho lasciato che lo facesse suo padre. Ma mi sembra molto felice, tranquilla».
Molti sarebbero preoccupati all’idea di una famiglia che si allarga in ogni direzione.
«Anna sta vivendo la stessa situazione che ho vissuto io che ho avuto una sorella “extra” da parte di padre e una da parte di madre. Sorelle e non sorellastre, parola odiosa e che non ho mai sopportato».
A volte, però, le famiglie allargate sono moltiplicatori di tensioni.
«Lo so. Ci sono matrigne e patrigni che non amano allo stesso modo i figli non loro, e in quei casi può essere difficilissimo andare avanti. Le tensioni ci sono se, di fronte a questi cambiamenti, ci si pone con pensieri negativi, gelosie, ri-
picche, prevaricazioni. Amo mio marito Michele anche perché ha saputo inserirsi nella mia vita con Anna in maniera delicata senza cercare di prendere il posto di Marco (Marco Castaldi è il vero nome di Morgan, ndr) ma semplicemente portando amore e attenzione. Del resto, se penso al modo “giusto” di comportarsi, mi viene subito in mente mia madre: anche quando dava da bere la Coca-Cola a me e alle mie sorelle stava sempre molto attenta a che nessuna di noi avesse una goccia di più o di meno rispetto alle altre due».
Crede che Jessica saprà cavarsela?
«Ne sono sicura. L’ho conosciuta e mi piace perché è dolce e carina. La giovane età non c’entra niente: si sente pronta a diventare madre e tutto andrà bene».
In passato, lei ha accusato Morgan di essere poco adatto alla paternità.
«Non lo nego, ma proprio per questo penso che per lui sia un’occasione meravigliosa. È una seconda chance che la vita gli sta dando per diventare un padre migliore. Lo scriva, mi raccomando, ci tengo e me lo auguro con tutto il cuore».
Non tutte le donne sarebbero così zen nel commentare la nuova paternità di un loro ex.
«Insomma, se una donna è ancora innamorata, certo che può essere una prova dolorosa da affrontare. Ma se, come nel nostro caso, è passato tempo e le rispettive vite hanno preso un altro corso, allora non si può far altro che accogliere e amare. I bambini portano nuova forza e nuovi progetti e, anche nella famiglia più strampalata, più ce ne sono meglio è».
Lei e Michele intendete fermarvi o pensate di averne altri?
«Già con due è molto difficile gestire il lavoro e tenere insieme il resto, quindi per ora va bene così».
L’estate scorsa si era detto che eravate in crisi. Vero o falso?
«Non ho intenzione di parlarne. Comunque adesso va tutto bene, grazie».
Avete progetti di lavoro in comune?
«Lui ha per le mani due film che potrebbero partire a breve, e in entrambi ci sarebbe una parte per me. Io ho scritto una sceneggiatura con Barbara Alberti per un film che vorrei dirigere senza recitarci. Vediamo che cosa va in porto prima».
In una coppia che svolge professioni simili o attigue, quanta competizione c’è?
«Nella mia esperienza, sempre troppa. Gli uomini ancora oggi, anche se non lo ammettono, covano dentro un serpentello d’invidia. Non ho mai avuto la sensazione che un uomo fosse davvero completamente e sinceramente felice dei miei successi. Credo che in loro prevalga ancora la smania di controllarci, e quindi di voler essere gli unici a portare il pane a casa».
Sono passati nove anni dal suo ultimo film da regista, Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa.
«Quella vicenda mi ha un po’ traumatizzato (J. T. Leroy, l’autore del libro da cui Asia trasse il film, non esisteva, era una specie di bluff mediatico, ndr). Ma adesso mi sento pronta a tornare dietro la macchina da presa. In questi ultimi anni, la priorità è stata essere indipendente economicamente, garantire una casa per il futuro dei miei figli».
Asia che lavora per pagare il mutuo: c’è chi crede che questi discorsi «borghesi» siano una posa tanto quanto gli atteggiamenti trasgressivi di un tempo.
«Ero sincera allora e sono sincera adesso. Lavoro da quando ero bambina, sono madre e voglio essere responsabile. Mi piacerebbe potermi concedere il lusso di girare solo i film che mi interessano davvero ma accetto anche qualche occasione più “mercenaria” senza pormi troppe domande, e cercando di divertirmi. Negli ultimi tempi, ho diretto un video per una giovane stilista, fatto un dj set a Istanbul, poi un concerto a Mosca con un gruppo che si chiama Fortuna, ed è appena uscito in Francia un film – Do Not Disturb – in cui recito con Charlotte Gainsbourg. Fare cose diverse mi piace, anche se il sogno resta quello di dirigere film scritti da me».
Quanto è ambiziosa, Asia?
«Per niente. L’ambizione è una fame, una cosa che ti consuma, una cosa brutta che ha a che fare con l’invidia e la gelosia. Però credo nei sogni. Penso che quando sogni di portare a termine una cosa, lo stai già facendo. Nei sogni è il nostro futuro. Oddio, aiuto, non è che sembro Marzullo? Andiamo di là a finire di scattare le foto, che è meglio».