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 2012  novembre 23 Venerdì calendario

BERSANI RE DEI TG, RENZI CORRE NEI TALK

Il giorno dopo il confronto tra i «Fantastici cinque» candidati alle primarie del centrosinistra, Paolo Guzzanti ha scritto un ironico commento sulla fine della democrazia, uccisa, a suo dire, dalla critica televisiva, «succedanea del popolo sovrano». Il ne croyait pas si bien dire, meglio di così non poteva dire. Nel 2012, imperante Internet, la politica si fa ancora in tv, principalmente in tv. Dopo quasi tre mesi di campagna elettorale, la tv resta regina della comunicazione politica italiana. Alla faccia di Twitter e social network d’altra specie.
Persino Beppe Grillo, che gioca tutto sul non andare in tv, raccoglie nel periodo ben 13 ore e 42 minuti di visibilità, grazie soprattutto a servizi che parlano di lui.
La tv, non molto diversamente dai sondaggi che circolano in queste settimane, ha già decretato i suoi vincitori: Pier Luigi Bersani, che partiva dalla vantaggiosa posizione di candidato in pectore e segretario del principale partito della coalizione, e Matteo Renzi, che proprio grazie alle doti televisive s’è tramutato da sindaco di Firenze in un contendente con ottime chance. Al contrario di quanto immaginato da George Orwell, non è all’opera il Grande Fratello, non si sta attuando un’utopia negativa.
Semplicemente, la tv ha scommesso sui candidati che, per ragioni diverse, le risultavano più congeniali.
Un dato emerge chiaro dal monitoraggio condotto sulla presenza tv dei candidati alle primarie nel mese e mezzo dall’ufficializzazione delle cinque candidature (ovvero, dal 2 ottobre, quando è sceso in campo, per ultimo, Nichi Vendola). La sproporzione di visibilità televisiva fra i «Fantastici cinque» è grande, molto grande.
Il più presente è appunto il segretario pd Bersani che, nel periodo monitorato, raggiunge 36 ore e 14 minuti di televisione. Segue a ruota il «rottamatore» Renzi, perfetto animale catodico, capace di raggranellare un «tempo d’antenna» di 28 ore e 15 minuti. Simbiotico al mezzo anche Vendola che arriva in terza posizione, con 23 ore e 25 minuti. Decisamente distaccati sia Laura Puppato che Bruno Tabacci.
Molto diversa, invece, è la «qualità» del tempo televisivo dei cinque candidati. Il monitoraggio distingue fra «tempo di notizia» (quando il personaggio viene citato, per esempio in un servizio di un tg), «tempo di parola» (quando il personaggio parla direttamente, per esempio rilasciando una dichiarazione o partecipando a un talk show) e «tempo d’antenna» (che è la somma dei primi due dati).
Ebbene, Bersani è forte soprattutto nel tempo di notizia, mentre Renzi e Vendola recuperano col tempo di parola. Ciò significa, traducendo un po’ i numeri, che il segretario è stato ovviamente visibile nei telegiornali, proprio in virtù della sua carica e del suo ruolo politico. Al contrario, Renzi (comunque capace di farsi «notiziare», per la questione della «rottamazione», per le polemiche sulle regole delle primarie, per i battibecchi con Sergio Marchionne su Firenze…) e Vendola recuperano molto terreno sia nei talk (da Ballarò a Piazzapulita e Che tempo che fa) sia nelle reti all news. L’oratoria barocca di Vendola, in particolare, porta il leader di Sel a ribaltare il rapporto fra notizia e parola: anche se poco «notiziato», il governatore parla tantissimo.
Infine un dato molto interessante che riguarda le reti. Fra quelle generaliste, secondo previsione, è stata Raitre quella che ha dato maggior spazio ai candidati, «incoronando» Bersani: 3 ore e 22 minuti d’antenna per il segretario, con molto spazio sia nel tg sia nei programmi (In 1/2 ora, Agorà, Ballarò, Che tempo che fa…).
Segue La7, che invece ha prediletto Renzi, che tra Tg7, Piazzapulita, L’Infedele, Servizio Pubblico e gli altri programmi di rete, ha raggranellato un gruzzolo di 2 ore e 10 minuti di visibilità.
Aldo Grasso



lL LEADER «SBANCA» CON L’INTERVISTA A VOLO - Pier Luigi Bersani: più «notiziato» che ospite. Insomma, Bersani è più «parlato» che «parlante». Leader incontrastato, fra i «Fantastici cinque», nella ripartizione dei tempi, il segretario pd deve la sua supremazia soprattutto ai servizi dei telegiornali, specie Tg3 e Tg1 e, fra i canali all news, ai servizi e agli spazi di RaiNews (come il Caffè e il Transatlantico).
Nei dieci giorni che sono seguiti al confronto in diretta fra tutti i candidati organizzato da Sky, Bersani ha puntato soprattutto alla conquista dei giovani, presentandosi in modo informale: cardine della strategia del segretario, l’intervista «in macchina» a Fabio Volo, realizzata per il programma di Raitre Volo in diretta del 13 novembre, e ripresa da altre trasmissioni informative (come L’ultima parola del 16 novembre). Con 1.279.000 spettatori, l’intervista a Volo è stata la performance più fruttuosa, in termini di ascolti, nella volata finale del segretario. Qui il candidato leader ha raggiunto mezzo milione di spettatori con età inferiore a 54 anni.

LO SPRINT DEL SINDACO SU RAITRE E LA 7 - Raitre e La7 sono le reti che più hanno dato spazio a Matteo Renzi: ma mentre la terza rete Rai si è occupata molto delle primarie e di tutti i candidati, è su La7 che il sindaco di Firenze sorpassa addirittura il segretario Bersani. La sua forza è soprattutto la parola: presente come ospite nella puntata dell’Infedele di Gad Lerner del 5 novembre, Renzi riesce a parlare per oltre 38 minuti. Non si fa mancare Servizio Pubblico, di Michele Santoro, dove, il 25 ottobre, tiene banco per 28 minuti.
Nel rush finale, seguito al confronto Sky, il sindaco è veramente attivissimo nei talk show: va da Bruno Vespa a Porta a porta, su Raiuno, si sveglia presto per approdare all’Agorà di Andrea Vianello, su Raitre, passa da Otto e mezzo, con Lilli Gruber, a Ballarò, con Giovanni Floris. Ha il problema opposto di Bersani, conquistare adulti e anziani: a questo fine lo aiuta soprattutto la platea di ultra 65enni di Vespa, oltre un milione e mezzo di persone, di cui la metà anziane. Le sue lamentazioni sul poco spazio ottenuto in tv sono, alla luce dei dati, poco attendibili.


NICHI IL GRAN LOQUACE BATTE IL ROTTAMATORE - Nichi Vendola è il gran loquace: Vendola batte Renzi, e s’avvicina a Bersani, per la capacità di riempire lo spazio della tv con le sue parole.
Dichiarazioni e, soprattutto, ospitate sono la sua specialità. Molto meno «notiziato» dei suoi avversari, Nichi rincorre con l’eloquio prorompente. A fornirgli un uditorio sono soprattutto Raitre (Agorà e Che tempo che fa del lunedì, dove è ospite il 29 ottobre), La7 (prende la parola a In Onda, a Otto e mezzo, a Piazzapulita, ieri a Servizio Pubblico), e Rainews. Nella volata finale il governatore della Puglia ha soprattutto un problema: convincere e rassicurare gli elettori di sinistra più tradizionalisti, quelli che potrebbero guardarlo con sospetto. Ed ecco allora che Vendola si tuffa fra la casalinghe di Uno Mattina dove, il giorno dopo il confronto su Sky, parla a una platea di oltre un milione di persone, in gran parte donne con più di 65 anni. La sera stessa va a Ballarò, dove parla a una platea più ampia: oltre 4 milioni e 200 mila persone. E la domenica va a farsi vedere da Lucia Annunziata, In 1/2 ora. Anche lui, come Renzi, non può certo lamentarsi della copertura mediatica.


TABACCI PREFERISCE GLI SPAZI ISTITUZIONALI - Per Bruno Tabacci, come per Laura Puppato, il tempo televisivo si guadagna solo con la presenza fisica: poca attenzione per lui nei servizi dei tg, solo parzialmente riequilibrata dal tempo di parola nei programmi di approfondimento. L’ex presidente della Regione Lombardia riesce a farsi largo soprattutto grazie alle reti all news, come Rainews (Il punto alle 20) e TgCom24 (Check Point). Sulle reti generaliste s’infila nei meandri dei palinsesti: di notte compare a Linea Notte, su Raitre, la mattina a Coffee Break, su La7, e la sera a Otto e mezzo, sempre sulla rete Telecom. Tabacci non ha la telegenia di Renzi né la prosopopea di Vendola, e preferisce decisamente spazi istituzionali, dove si trova più a suo agio. Porta a porta, che lo ospita il 15 novembre, gli offre una platea di 1.200.000 spettatori; Ballarò, il 20 novembre, lo fa approdare in quasi 4 milioni di case, e L’infedele di Gad Lerner, lunedì scorso, lo affianca a Laura Puppato davanti a 815 mila spettatori. È probabilmente il meno stratega: vuole andare sul sicuro, rivolgendosi a un pubblico che è in grado di seguire i suoi ragionamenti da politico navigato.

PUPPATO FA L’OSPITE E GIOCA DI SPONDA - Laura Puppato. In fondo alla classifica dei visibili assieme a Bruno Tabacci, cui spesso s’affianca come outsider, Laura Puppato non genera notizia sui tg, e tutta la sua presenza catodica dipende dalle ospitate. A puntare sull’unica donna candidata sono soprattutto le reti all news, che le danno parola in spazi pomeridiani e serali (SkyTg24 pomeriggio e Il punto alle 20 di RaiNews). Sulle generaliste guadagna terreno soprattutto grazie a La7 e Raitre: frequenta Omnibus notte, In onda, Coffee Break e Ballarò. Anche lei si agita molto negli ultimi giorni di campagna, puntando in particolare sulle elettrici, da donna a donna. Il giorno dopo il confronto Sky, quando un po’ tutti i candidati sono in giro per programmi, approda ospite da Cristina Parodi, nel Live di La7. Ma non si fa mancare L’Arena di Giletti, Uno Mattina, Volo in diretta e, lunedì scorso, L’Infedele di Gad Lerner, dove è appaiata, come per destino, a Bruno Tabacci. Insomma, in un Paese dominato dai maschi, l’unica donna delle primarie si deve accontentare di pochi spazi, e di platee non vastissime, come gli 815 mila spettatori «colti» di Lerner.