Mireno Berrettini, Panorama 22/11/2012, 22 novembre 2012
BARCELLONA DIVORZIA DA MADRID
La Catalogna si prepara a un voto decisivo, domenica 25 novembre, per rinnovare il parlamento regionale e soprattutto per misurare le forze e chiedere poi con più energia l’indipendenza. Il presidente catalano uscente, Artur Mas, intende trasformare la consultazione anticipata di 2 anni in un referendum sulla sua politica di allontanamento da Madrid: vuole ottenere la maggioranza assoluta dei seggi e guadagnare peso nel braccio di ferro che lo oppone al governo centrale e all’Europa.
Mas ha impostato la campagna elettorale proponendo una visione dell’indipendenza e del nazionalismo slegati dal concetto di identità etnica. Ha parlato ai «nuovi catalani» puntando sull’«integrazione degli immigrati», un modo per attrarre voti ipotizzando un nuovo stato multiculturale e «moderno». E sembra avere fatto breccia. Il 44,3 per cento dei catalani si dice nei sondaggi d’accordo con l’indipendenza, nel 2005 erano il 13. Mas ha promesso un referendum sull’autodeterminazione della Catalogna entro 4 anni, ma sorvola sui temi economici limitandosi ad affermare che se esistesse uno stato sovrano catalano la crisi sarebbe meno acuta. Vero che la regione autonoma è uno dei motori economici della Spagna, però è anche fortemente indebitata (dati in alto) e ha dovuto chiedere a Madrid un prestito di 5 miliardi.
La vittoria degli indipendentisti rischia di trasformarsi comunque in una bomba tra le mani del premier spagnolo Mariano Rajoy, che va perdendo credibilità interna e internazionale, necessarie per affrontare i mercati: tanto che, dopo lunga titubanza, sarà costretto a chiedere un salvataggio economico alla Ue. Il governo è tra due fuochi: se un portavoce del Partito popolare, Francisco Cañizares, ha criticato duramente lo sciopero generale del 14 novembre perché «ha indebolito l’immagine della Spagna», Rajoy ha definito la politica di Mas «un danno enorme per il paese». Vero è che molte grandi imprese con sede in Catalogna si sono espresse contro l’indipendenza; e nei mesi scorsi Rajoy aveva riguadagnato terreno grazie al piano antispread della Bce e all’esito positivo delle elezioni in Galizia; ma questo spazio si sta riducendo e dopo il voto del 25 potrebbe chiudersi.
(Mireno Berrettini - da Madrid)